Succede a Los Angeles, dove il sindaco Eric Garcetti ha deciso di sdoganare Waze per chiedere aiuto ai cittadini nel dare la caccia ai pirati della strada. Già, perché nella metropoli californiana ci sono un milione e trecentomila utenti che usano l'app per districarsi nel traffico e dunque la comunità potrebbe dare una grossa mano alla polizia.
L'accordo, il primo del genere negli Stati Uniti, è stato ufficializzato sul sito del comune e prevede la condivisione delle banche dati sulla circolazione stradale. La città di Los Angeles fornirà a Waze informazioni tempestive su cantieri, ingorghi, deviazioni temporanee o permanenti, rischi per la sicurezza. In cambio Waze sensibilizzerà i suoi utenti a segnalare sulla mappa dinamica le informazioni utili per rintracciare i responsabili di gravi reati. A cominciare dai pirati della strada, che provocano gli incidenti e fuggono senza soccorrere le vittime.
Cittadini sceriffo? Il rischio c'è tanto che proprio il capo della polizia di Los Angeles, Charlie Beck, qualche mese fa aveva scritto a Google (che ha acquisito Waze per 1,3 miliardi di dollari) per lamentarsi di alcuni eccessi. Sulle mappe di Waze gli utenti segnalano la presenza di autovelox o pattuglie della stradale, ma in qualche caso sono stati monitorati anche i movimenti di singoli poliziotti. Il che, ha detto Charlie Beck, potrebbe mettere a repentaglio la sicurezza.
Perplessità evidentemente superate, vista la decisione del sindaco e l'accordo per la condivisione delle informazioni. D'altronde soltanto l'anno scorso a Los Angeles i pirati della strada hanno provocato la morte di ventisette persone e il ferimento di altre 150. Reati che in gran parte sono rimasti impuniti e che invece, segnalati tempestivamente, potrebbero far arrestare i responsabili.
Anche in Italia il navigatore sociale è molto apprezzato, con più di ottocentomila wazer. Ci sarà anche da noi un sindaco che decida di seguire la strada intrapresa dal primo cittadino di Los Angeles?