Web Tax limata, ma sarà scontro con Matteo Renzi

Nella notta la commissione Bilancio della Camera alla legge di stabilità ha corretto la legge di stabilità. Per quanto riguarda la Web Tax è stato eliminato l'obbligo di partita IVA per gli stranieri che gestiscono piattaforme e-commerce.

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a cura di Dario D'Elia

La Web Tax è stata riformulata nella notte. La commissione Bilancio della Camera alla legge di stabilità poche ore fa ha dato il via libera alla legge di stabilità correggendo una serie di punti. Difficile però che la scelta piaccia a Confindustria Digitale e al neo segretario del PD, Matteo Renzi. Oggi il testo passerà in Aula e non si esclude che a Montecitorio il governo vi ponga la fiducia.

Nello specifico pare che la norma sia stata limata per non penalizzare troppo i colossi statunitensi e le aziende straniere che operano online. In pratica è scomparso l'obbligo di aprire partita IVA per tutti i soggetti che effettuano il servizio di commercio elettronico diretto o indiretto. Quindi il commercio elettronico non rientra nel nuovo disegno. Rimane invece l'adeguamento per la pubblicità online e per il diritto d'autore.

Francesco Boccia

"La Web Tax ha il solo obiettivo di tutelare le imprese italiane dal sistema di totale concorrenza sleale in cui suono costrette ad operare", ha dichiarato presidente della commissione bilancio della Camera, Francesco Boccia, a Il Sole 24 Ore. "Vogliamo stabilire un principio di equità fiscale mettendo sullo stesso piano imprese italiane e multinazionali. Almeno di fronte al fisco".

Da rilevare che 12 ore fa Renzi aveva chiesto una brusca frenata sulla questione. "Basta tentennamenti, il Governo elimini la Web Tax dalla legge di stabilità".

A questo punto si rischia il braccio di ferro nel partito. "Renzi è stato malconsigliato", sostiene Boccia. "Non penso ci sarà uno scontro, ma un confronto approfondendo i temi".