Wi-Fi salvato dagli emendamenti ma ci vorrà tempo

Depositati gli emendamenti al Decreto del Fare per sbloccare la questione Wi-Fi.

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a cura di Dario D'Elia

Gli emendamenti per correggere le inesattezze del "Decreto del Fare" riguardanti il Wi-Fi e la sanità elettronica sono stati depositati ieri alla Camera. Martedì il Garante della Privacy aveva fatto notare i numerosi nodi del decreto, paventando rischi per la protezione dei dati personali dei cittadini.

Si parla sopratutto del problema dell'obbligo di tracciare alcune informazioni relative all'accesso alla rete (come il cosiddetto "indirizzo fisico" del terminale, MAC Address), con conseguente monitoraggio e registrazione dei dati come prevedeva il vecchio decreto Pisanu.

In attesa del Wi-Fi

E anche della possibilità per Regioni, Province autonome, il Ministero del Lavoro e il Ministero della Salute di accedere alle informazioni sanitarie e documenti clinici per "fini di ricerca epidemiologica e di programmazione e controllo della spesa". Il tutto con evidenti rischi di violazioni considerato l'ingente mole di dati.

Ebbene, Stefano Quintarelli (Scelta Civica) e Antonio Palmieri (PdL) hanno presentato emendamenti dal contenuto analogo che vanno a correggere le imprecisioni del decreto. In verità anche il Governo ha fatto lo stesso, poiché le giustificazioni della prima ora si sono effettivamente dimostrate insufficienti. Il Mise stesso aveva pensato a un documento per determinare meglio le voci più controverse, ma gli esperti hanno consigliato di risolvere il problema a monte con l'azione parlamentare.

Si attende quindi il parere delle commissioni Bilancio e Tesoro nonché Affari costituzionali della Camera per la valutazione di ammissibilità. Entro la prossima settimana tutto dovrebbe essere ben chiaro, dopodiché le stesse commissioni si occuperanno di analizzarne i contenuti.

Insomma, il Wi-Fi libero è finito nuovamente ingarbugliato nella rete. Quella sbagliata purtroppo.