Wikileaks al verde chiede donazioni in cambio di verità

Wikileaks ha divulgato un appello in cui chiede ai suoi sostenitori supporto finanziario per proseguire l'attività. Nelle casse dell'azienda ci sono solo 100mila euro e non bastano per arrivare a fine anno.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Wikileaks è a corto di soldi: restano solo 100mila euro a disposizione per mandare avanti l'attività di diffusione online dei documenti riservati rubati a governi e enti pubblici di diversi Paesi.

Wikileaks ha bisogno di fondi

La cifra è evidentemente insufficiente per sostenere a lungo l'attività e per questo l'organizzazione internazionale che fa capo a Julian Assange sta chiedendo pubblicamente sostegno finanziario: serve un milione di euro. Fino ad oggi Wikileaks si è sempre finanziata grazie alle elargizioni private, ma nell'ultimo anno ha incontrato molte difficoltà finanziarie dovute non solo alla caccia all'uomo da parte del Governo degli Stati Uniti e all'esilio volontario di Assange, ma all'atteggiamento ostile di molti istituti di credito e di gestori di carte di credito, che avevano chiuso i rubinetti ad Assange e soci.

La situazione su questo fronte sembra risoltam, quindi se i sostenitori riprenderanno a supportare l'associazione i soldi potranno arrivare: la scorsa settimana il tribunale di Reykjavik ha riconosciuto l'illegittimità del comportamento di Visa e Mastercard, che nel 2010 avevano interrotto i servizi di pagamento di Wikileaks. L'associazione accusa le stesse due aziende di avergli causato una perdita di oltre 20 milioni di dollari e una paralisi del 95% delle transazioni in entrata.

La scorsa settimana Visa e Mastercard sono state obbligate a riaprire l'erogazione di denaro a Wikileaks

La sentenza risale al 13 luglio e la corte ha chiaramente intimato alle due società di carte di credito di riprendere l'erogazione del denaro entro due settimane, pena una sanzione di 5mila dollari al giorno fino al recepimento dell'ordine.

L'appello di Wikileaks arriva quindi nel momento in cui può riprendere a incassare le donazioni, sempre che i sostenitori siano ancora disposti a darle una mano. Intanto il fondatore Assange continua a rifugiarsi presso l'ambasciata dell'Ecuador in Gran Bretagna, dopo aver chiesto asilo a Quito per sfuggire al mandato di cattura svedese per presunte molestie sessuali.