Auto elettriche: l'impatto negativo sui posti di lavoro

L'addio progressivo ai motori termici farà perdere molte professioni a loro collegate.

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a cura di Alessandro Martini

Da anni si parla del possibile impatto negativo che il passaggio all'elettrico potrebbe avere sul mondo del lavoro, ma ora ci sono i primi segnali a dirci che non si tratta di semplice pessimismo. La testata economica Nikkei Asia ha contattato diverse case automobilistiche in tutto il mondo e la risposta è stata unanime: i tagli (durante la transizione energetica) saranno necessari e inevitabili. Questo perché il cambio nel tipo di alimentazione sta portando tutta una serie di modifiche ben più radicali nella produzione e nel modo in cui si sviluppa l'intera catena di montaggio.

Considerato che un motore elettrico non ha bisogno di tutte le parti meccniche di una unità termica, si vede immediatamente come serva meno personale per assemblarlo. Si stima infatti che basti una sola persona per montare un motore elettrico, contro le dieci richieste per benzina o diesel. A questo si somma il taglio di tutte le terze parti (i fornitori di componentistica) che producono elementi meccanici non pià necessari. La cosidetta "piramide" formata dai fornitori di componenti, alla base, e le case automobilistiche, in cima, è destinata a crollare nei prossimi anni.

Guardando i freddi numeri, Honda ha già annunciato la chiusura di una fabbrica a nord di Tokyo e il taglio di 900 dipendenti. Complessivamente, l'industra automobilistica giapponese perderà (secondo le stime degli analisti) oltre il 10% della forza lavoro nel passaggio all'elettrico. Passando in Germania, dove le elettriche crescono a vista d'occhio, si prevedono tagli oltre le 200.000 unità su circa 600.000 dipendenti complessivi del settore auto. Anche con gli ammortizzatori sociali, i pre pensionamenti o altri aiuti, non tutte le posizioni perse potranno essere recuperate.

Naturalmente, la crescita del mercato EV e quindi la maggiore richiesta di auto elettriche potrebbe progressivamente eliminare il problema (grazie all'apertura di nuove fabbriche). Ma è sicuro che il passaggio dalla produzione termica a quella elettrica non sarà indolore, per tutti i drastici cambiamenti che comporta. Si spera che governi e case automobilistiche sappiano ridurre gli effetti negativi evitando che a pagarne il prezzo (come spesso avviene) sia l'ultimo anello della catena.