L'industria automobilistica tedesca si trova di fronte a una minaccia concreta che potrebbe paralizzare la produzione nei prossimi mesi. Le restrizioni all'esportazione di terre rare imposte dalla Cina stanno creando una situazione di incertezza che va ben oltre le normali fluttuazioni del mercato globale. Per la prima volta, l'associazione di categoria VDA ha ammesso pubblicamente che i ritardi nella fornitura potrebbero non limitarsi a semplici rallentamenti, ma sfociare in blocchi produttivi completi delle case automobilistiche tedesche.
La portata del problema emerge chiaramente dalle dichiarazioni di Hildegard Mueller, presidente della VDA, che ha delineato uno scenario preoccupante per l'intero settore. Secondo Mueller, benché la Cina abbia rilasciato alcuni permessi a una manciata di produttori di terre rare, inclusi fornitori di Volkswagen, le quantità autorizzate sono insufficienti per garantire una fornitura adeguata dei componenti necessari. "Se la situazione non cambia rapidamente, ritardi produttivi e persino interruzioni della produzione non possono più essere esclusi", ha dichiarato in una nota ufficiale.
Il cuore del problema risiede nella dipendenza quasi totale dell'industria automobilistica da questi materiali per componenti essenziali. I magneti di terre rare sono indispensabili per tutto, dai motori dei tergicristalli ai sensori dei freni, rendendo impossibile per i produttori trovare alternative immediate. Robert Bosch, il più grande fornitore automobilistico mondiale per fatturato, aveva già segnalato a maggio che le nuove procedure stavano ostacolando i fornitori, ma martedì ha declinato di fornire ulteriori dettagli sulla situazione attuale.
Mentre alcune aziende mantengono un atteggiamento cauto, altre sembrano aver già subito gli effetti delle restrizioni cinesi. Mercedes-Benz ha comunicato di stare "valutando e monitorando la situazione molto attentamente", precisando tuttavia che "finora non vediamo restrizioni dirette presso Mercedes-Benz". Volkswagen, citata come una delle aziende i cui fornitori hanno ottenuto alcuni permessi, non è stata immediatamente raggiungibile per un commento.
La complessità della catena di approvvigionamento emerge dalle analisi degli esperti del settore. Christian Grimmelt, partner di Berylls by AlixPartners, una società di consulenza specializzata in fornitori automobilistici, ha rivelato che alcuni fornitori hanno cancellato i loro ordini quando sono entrate in vigore le licenze di esportazione, proprio a causa dell'incertezza sul fatto che le avrebbero ricevute secondo le nuove regole.
Dietro questa crisi si nasconde una strategia geopolitica più ampia che va oltre i confini dell'industria automobilistica. Analisti e rappresentanti del settore concordano sul fatto che Pechino stia utilizzando questi controlli come leva diplomatica, principalmente in risposta ai dazi imposti dal presidente americano Donald Trump. Tuttavia, dato che la Cina controlla il 90% della capacità di lavorazione globale per i magneti di terre rare, l'impatto si estende ben oltre i confini americani, coinvolgendo l'intero mercato mondiale.
La tensione internazionale attorno a questa questione è palpabile. Diplomatici, case automobilistiche e altri dirigenti provenienti da India, Giappone ed Europa stanno cercando urgentemente incontri con i funzionari di Pechino per spingere verso un'approvazione più rapida delle esportazioni di magneti di terre rare. Questa mobilitazione diplomatica sottolinea quanto sia critica la situazione per l'economia globale.
Le conseguenze potrebbero manifestarsi molto prima di quanto inizialmente previsto. Gruppi commerciali negli Stati Uniti e in India, che rappresentano case automobilistiche come General Motors, Toyota, Volkswagen, Hyundai e altre, hanno avvertito che le fabbriche potrebbero chiudere la produzione entro poche settimane, a meno che i fornitori non riescano a reperire le terre rare di cui hanno bisogno.
Questa crisi evidenzia la fragilità delle catene di approvvigionamento globali e la vulnerabilità strategica dell'industria automobilistica europea di fronte alle decisioni politiche di un singolo paese. Per la Germania, la cui economia dipende fortemente dall'industria automobilistica, le implicazioni potrebbero estendersi ben oltre il settore manifatturiero, toccando l'occupazione e la competitività internazionale dell'intero sistema produttivo nazionale.