"Licenziata" l'avatar digitale dal team di Formula E, era una forma di sessismo

Il team di Formula E Mahindra ha licenziato una influencer di nome "Ava Rose", generata interamente tramite IA.

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a cura di Andrea Maiellano

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Il team di Formula E Mahindra ha licenziato una influencer di nome "Ava Rose", generata interamente tramite IA, dopo che la sua introduzione è stata accolta da forti critiche da parte dei fan.

Il programma, chiamato "Ava Beyond Reality", presentava Ava Rose come un "Ambasciatore AI" di genere femminile, ma è stato cancellato dal web in meno di 48 ore a causa della risposta negativa.

Ava Rose, descritta come "Sustainable Tech Queen" e "Racing Rebel Robot", ha suscitato polemiche per l'apparente tentativo di utilizzare un'IA per creare un'immagine femminile convenzionalmente attraente, con selfie stilizzati e didascalie generiche su argomenti distanti dal mondo della Formula E, quali scarpe e self-care.

Il problema principale del progetto "Ava Beyond Reality" è che non mancava qualsiasi menzione del suo ipotetico ruolo nella promozione degli sforzi di sostenibilità del team Mahindra, la sua associazione con il mondo delle corse era eccessivamente etereo e, in linea di massima, sembrava più una trovata commerciale pensata per far parlare di se sfruttando il trend del momento.

La reazione estremamente negativa da parte dei fan e degli appassionati di motorsport ha portato Mahindra a cancellare l'intero programma, compreso il profilo Instagram di Ava Rose. 

La controversia ha evidenziato, ancora una volta, la delicatezza delle questioni di genere ed inclusività nel motorsport, sottolineando come l'uso di tecnologie avveniristiche quali l'IA, debba essere gestito con il giusto criterio, onde evitare scenari fraintendibili e le conseguenti reazioni avverse.

L'episodio solleva domande sulla rappresentazione delle donne nel motorsport e sull'importanza di adottare approcci inclusivi anziché ricorrere a soluzioni artificiali. La decisione di Mahindra di porre fine al programma può fungere da monito su come le iniziative che ignorano la sensibilità di genere, e la rappresentazione autentica, possono generare reazioni negative e compromettere l'immagine del team e della competizione nel suo complesso.