Tesla, nuovi episodi di razzismo a Fremont: pagherà 137 milioni di dollari

Tesla condannata dal tribunale californiano a risarcire un ex-dipendente che ha subito discriminazioni razziali: risarcirà 137 milioni di dollari.

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a cura di Francesco Daghini

Il tribunale della California ha condannato Tesla a pagare 137 milioni di dollari di indennizzo nei confronti di un ex dipendente della compagnia di origini afroamericane, in seguito all’accusa da parte di quest’ultimo di comportamenti razzisti e discriminatori sul posto di lavoro, presso la fabbrica Tesla di Fremont.

Owen Diaz ha lavorato presso il polo produttivo Tesla di Fremont da giugno 2015 a maggio 2016: secondo Diaz nell’impianto si utilizzavano quotidianamente epiteti razzisti, tra cui la n-word, e sulla sua postazione di lavoro sarebbero state trovate scritte e disegni discriminatori. In una precisa occasione, alcuni colleghi avrebbero intimato a Diaz di “tornare in Africa”. I supervisori della fabbrica non hanno agito nonostante i problemi siano stati segnalati più volte, e tutto ciò ha portato Diaz a soffrire di altissimi livelli di stress e insonnia. Secondo quanto riporta Bloomberg News, Diaz avrebbe detto alla giuria: “Certi giorni non facevo altro che stare seduto sulle scale a piangere.”

Il verdetto è senza dubbio anomalo per almeno un paio di ragioni: da una parte l’indennizzo di 137 milioni è il più alto che si sia mai visto in una causa di questo tipo, almeno secondo quanto afferma David Oppenheimer, professore di legge a Berkley, mentre l’altra ragione è più di natura tecnica. Tesla, come tante compagnie della Silicon Valley, obbliga i propri dipendenti a risolvere le dispute nate sul luogo di lavoro tramite accordi privati, impedendo a conti fatti di fare causa direttamente alla compagnia.

Nonostante le misure preventive messe in atto da Tesla, non è la prima volta che si parla di casi di razzismo presso la fabbrica di Fremont; in passato un altro dipendente, Melvin Berry, ricevette 1 milione di dollari di indennizzo dopo essere stato insultato con epiteti razzisti da parte di un supervisore, mentre ad oggi è ancora attiva una class-action sempre per motivi simili.

In una recente mail inviata a tutti i dipendenti, Valerie Capers Workman di Tesla ha rassicurato tutti confermando come la compagnia stia facendo del suo meglio per risolvere nel migliore dei modi questi incresciosi incidenti, ricordando a tutti quanto la compagnia sia maturata rispetto al 2015/2016, periodo a cui risalgono gli incidenti che coinvolgono Owen Diaz.