Toyota ferma la fabbricazione di auto perché gli hard disk sono pieni

Toyota ha dovuto fermare temporaneamente la produzione perché i server hanno finito lo spazio disponibile

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Toyota ha dovuto arrestare la produzione di auto in 12 dei suoi 14 stabilimenti in Giappone, finendo probabilmente per perdere molto denaro. La ragione, a quanto pare, è che a un certo punto è finito lo spazio disponibile sugli hard disk.

Stiamo parlando di fabbriche da dove escono circa 13.000 auto al giorno, e a questo punto c’è il sospetto che l’interruzione forzata possa avere un impatto diretto sulle esportazioni e la disponibilità di veicoli Toyota in tutto il mondo.

Il problema si sarebbe verificato durante un intervento di manutenzione dei sistemi IT che era stato pianificato. Non sono note le cause precise del malfunzionamento, ma sappiamo che l’intervento prevedeva una deframmentazione dei dati del database; un’operazione di routine in effetti, che tuttavia ha innescato la crisi quando lo spazio disponibile è terminato.

Successivamente tutto il sistema di gestione dei pezzi ha smesso di funzionare, e di conseguenza la catena produttiva. Ci sono voluti un paio di giorni, dal 27 al 29 agosto, per ripristinare l’operatività con un server dalla maggiore capacità.

Toyota non ha diffuso ulteriori dettagli ma non è difficile immaginare che si sia trattato di una piccola svista; qualcuno che non si avvede dello spazio in riduzione, o una stima sbagliata su quanto ne servirà per completare l’operazione. Cose che possono succedere, e tutt’al più si potrebbe discutere sul fatto che non ci fosse un sistema di backup pronto ad attivarsi in caso di emergenza.

Ma la verità è che sono pochissimi i contesti dove esiste davvero un sistema di backup sui cui fare affidamento quando serve. D’altra parte in tempi recenti Toyota è stata vittima di altri problemi tecnici piuttosto seri, che hanno portato al furto di dati e ad accessi non autorizzati ai loro sistemi; dunque, questo problema di “disco pieno” potrebbe anche essere la conseguenza di un attacco informatico non ancora individuato (o comunicato).

Immagine di copertina: engdao