Toyota ha schivato la crisi dei chip: come ci è riuscita?

Il colosso giapponese è riuscito a non soffrire della crisi dei chip che sta paralizzando il mondo dell'automobile; ma come ha fatto?

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a cura di Federico Vecchio

Il problema della reperibilità dei chip è sempre più reale, tanto che anche il gigante californiano Tesla - di cui i Giapponesi si sono letteralmente innamorati dopo il recente taglio dei prezzi -  è stato costretto a chiudere lo stabilimento di Fremont per ben 2 giorni a causa della mancanza di materiale e non è stato un caso isolato; il fenomeno è così diffuso che l’amministrazione Biden stessa sta lavorando duramente per trovare una soluzione e rendere gli Stati Uniti il più indipendenti possibili per quanto riguarda la produzione di semiconduttori.

La scarsità dei chip è data dalla grande richiesta e dal rallentamento della produzione avvenuto nel 2020 a causa della pandemia di Covid-19, causando rallentamenti su tutta la filiera; l’enorme domanda per i sensori di frenata, accelerazione, accensione e sterzata ha provocato grandi problemi per i produttori che, per cause di forza maggiore, hanno dovuto fermare la produzione per qualche tempo nei periodi più difficili del 2020.

Il colosso giapponese Toyota è stato uno dei pochi marchi automobilistici a non essere impattato da questa crisi; reduci dal disastro naturale del 2011 a Fukushima che ha portato il marchio giapponese dal primo al terzo posto sulla classifica mondiale dei costruttori, si sono attrezzati secondo l’innovativa logica Just-In-Case e non con quella utilizzata fino ad allora  Just-In-Time dove venivano comprati i pezzi contestualmente alla produzione; quest’ultimo metodo funziona perfettamente finché non c’è un problema da parte di uno dei fornitori che, a catena, rischia di rallentare o addirittura bloccare l’intera filiera.

Il nuovo criterio applicato, invece, prevede che tutti i fornitori del marchio abbiano almeno scorte per 2-6 mesi di produzione così che non ci si debba fermare per nessun motivo al mondo; la logica Just-In-Case si è rivelata vincente per Toyota che ha continuato a produrre automobili senza mai dover rallentare anche durante questo turbolento periodo storico.

L’accordo è stato rispettato dai fornitori che hanno dovuto, da clausola, dare precedenza a Toyota rispetto ad altre aziende per la fornitura di semiconduttori per un tempo di circa quattro mesi; i giapponesi si sono rivelati ancora una volta i più prudenti ed organizzati mentre il resto del mondo lamenta, ad oggi, un’enorme difficoltà nella reperibilità della componentistica necessaria per le complesse autovetture presenti sul mercato.