Con smartphone e tablet vacanze sfumate

Un sondaggio Regus rivela che il 38% dei professionisti italiani lavorerà da una a tre ore al giorno durante le vacanze estive e il 13% anche di più, comunque meno di quanto prevedono i colleghi esteri. Merito della flessibilità consentita dai dispositivi mobili.

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a cura di Gaetano Di Blasio

Sarà la crisi? O forse è un effetto che cresce costantemente negli ultimi anni, indotto dalla flessibilità che smartphone e tablet, da un lato, e l'onnipresente connettività, dall'altro, "regalano" ai lavoratori?

Fatto sta che un sondaggio realizzato ad Regus mostra quanto in tanti già sperimentano da qualche anno: questa estate professionisti e lavoratori sacrificheranno preziose ore di riposo e relax al business.

Sono stati intervistati 26.000 uomini d'affari in 96 paesi nel mondo ed è risultato che, in Italia, il 38% dei professionisti lavorerà da una a tre ore al giorno durante le vacanze estive, mentre il 13% prevede di dedicare più di tre ore al giorno allo svolgimento di attività professionali.

Inoltre, il 15%, "conferma che durante le vacanze il livello di attenzione verso il lavoro sarà leggermente ridotto rispetto ai normali giorni lavorativi". Insomma, sembra che solo il 40% tra professionisti e lavoratori autonomi riuscirà a staccare la spina.

All'estero è anche peggio (forse meglio, dipende dai punti di vista), perché il 39% durante le vacanze riduce il lavoro leggermente rispetto ai giorni lavorativi, mentre il 17% prevede di lavorare più di tre ore al giorno e il 41% afferma di dedicare da una a tre ore al giorno di lavoro.

Il punto è che la mobility, se da un lato consente di scegliere più liberamente modalità di lavoro, rendendo più flessibile l'organizzazione della giornata e consentendo di aumentare la produttività riducendo i momenti non operativi, dall'altro rischia di trasformarci in "workaholic", schiavi del lavoro.

Regus, che fornisce soluzioni di lavoro flessibile, affittando uffici e servizi, ha interpellato un esperto mondiale di psicologia delle organizzazioni, il professor Thomas Cox, che ha commentato: "È documentato che dare ai lavoratori un certo controllo sul loro lavoro e sul modo in cui svolgerlo può contribuire a ridurre lo stress da lavoro. In particolare, offrire ai lavoratori una certa libertà nel gestire il modo e i tempi in cui lavorare può aiutarli a raggiungere un miglior equilibrio vita-lavoro, garantendo un tempo dedicato alla famiglia e al relax privo di attività e stress da lavoro".

Dunque non c'è da lamentarsi, ma lo stesso Cox mette in guardia: "Essere in grado di connettersi da qualsiasi posizione è fantastico, ma i lavoratori hanno realmente bisogno di ritagliarsi del tempo per se stessi".

Qualche differenza tra i sessi: gli uomini sembrano avere maggiori difficoltà a staccare dal lavoro in vacanza. Il 42% dei professionisti maschi, promette di effettuare chiamate, rispondere alle e-mail e partecipare ad attività lavorative durante tutta la vacanza. Lo stesso per il 34% di donne professioniste.

Mauro Mordini, general manager di Regus in Italia ritiene che "la percentuale di professionisti che portano con sé il proprio lavoro è molto ampia" e che potrebbe essere un sintomo "del fatto che si sentano oberati o insicuri e quindi che non siano in grado di staccare adeguatamente".

Preoccupato che i lavoratori riescano a ritagliarsi del tempo per loro stessi, il manager sottolinea che innovazioni, come comunicazioni video e Wi-Fi, dovrebbero essere destinate "ad aiutare i professionisti a lavorare con maggiore flessibilità e produttività".

"Consentire ai lavoratori di ridurre i loro spostamenti o di lavorare più vicino a casa vuol dire aiutarli a lavorare con maggiore efficienza e a dedicare realmente le loro vacanze al relax", conclude Mordini.