Finanza.tech, come la fintech italiana fornisce supporto alle PMI

Abbiamo intervistato Nicola Occhinegro, CEO di Finanza.tech, la fintech che fornisce supporto e consulenza finanziaria alle PMI.

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a cura di Massimo Costante

Senior Editor

L’Italia è il Paese che ha visto nascere alcuni dei più grandi brand imprescindibili nei mercati mondiali e che non conoscono eguali in tutto il mondo. Aziende come Ferrari e Ferrero conservano ancora oggi importanti primati caratterizzati da un’anima fortemente nazionalistica. Eppure, il vero “motore” dell’economia italiana ad oggi restano le PMI. Considerando il nostro attuale modello economico, la burocrazia, la lentezza dei processi normativi, senza contare l’incertezza del periodo storico che stiamo vivendo, è ancora possibile fare impresa nel nostro Paese? Lo abbiamo chiesto a Nicola Occhinegro, CEO di Finanza.tech la fintech che fornisce supporto e consulenza finanziaria alle PMI.

Finanza.tech è una realtà specializzata nel fornire attività di consulenza in operazioni di finanza straordinaria e di supporto alla gestione finanziaria aziendale ordinaria. L’obiettivo dell’azienda è quello di rivoluzionare le logiche di accesso e partecipazione ai mercati di capitali, riducendone i tempi di accesso e il capitale minimo assoluto. Secondo Finanza.tech, questa è la corretta strategia per ottenere una migliore allocazione delle risorse economiche per permettere alle aziende migliorare la competitività e il benessere del tessuto produttivo dei paesi in cui opera.

L’intervista a Nicola Occhinegro, CEO di Finanza.tech

Una overview per presentare Finanza.tech ai nostri lettori.

Finanza.tech si pone l’obiettivo di soddisfare il bisogno delle imprese di trovare capitali per crescere, e dall'altro lato soddisfare il bisogno degli investitori di trovare nuove attività di investimento che sono in linea con dei profili di rischio/rendimento ricercati.  Inoltre, dal punto di vista dell'information Technology, Finanza.tech ha la capacità di intercettare dei dati interpretarli e sfruttarli per far sì che questi due mondi si parlino. Il mercato finanziario si muove sulla base di un flusso simmetrico di informazioni, che permettono il transito di fondi da investitori a aziende. Finanza.tech analizza e interpreta i dati e riduce questa simmetria informativa.

Nel 2022 c'è stata una tenue crescita del PIL italiano, però con il periodo storico che stiamo vivendo, con ogni probabilità, ci sarà un'importante flessione. Secondo te, quale sarà la principale difficoltà nel fare impresa nel 2023?

Il nemico numero uno nel 2023 in realtà è molto conosciuto dal mercato italiano: l'incertezza. Ciò che può ridurre in maniera forte la crescita e lo sviluppo delle aziende, è proprio avere degli elementi di incertezza. In un quadro in cui c'è l'inflazione, la guerra, la crisi energetica, sono tutti elementi che determinano grosse incertezze che riducono le capacità degli imprenditori di pianificare, di fare investimenti e programmare una crescita ordinata.  Ma questo si aggiunge una problematica tutta italiana, legata al sistema normativo, sempre oggetto cambi repentini. Un esempio lampante è il Superbonus 110% che ha visto ben 14 modifiche in soli due anni. Adesso, immaginate un’azienda che si fonda su questo business, che deve sostenere investimenti dettati da un piano aziendale che deve essere sempre rivisto per ben 14 volte, senza contare anche elementi come il colore politico e la durata del governo in carica. Un nemico, una difficoltà molto forte, tutta italiana che sarà presente anche nel 2023.

Considerata la tipicità e le difficoltà del nostro Paese, le opportunità non mancano e al netto di queste incertezze i mercati non aspettano. C'è un momento specifico che considereresti ideale per far partire una startup?

Sembrerebbe una risposta filosofica, ma il momento più opportuno è sempre ADESSO. Non ha senso il contrario perché pianificare di fare impresa più avanti e non oggi, con ogni probabilità non lo farai nemmeno domani.

Secondo te, oggi sono previsti dei fondi e istituti adeguati per agevolare la nascita di una nuova impresa?

Assolutamente sì. Soprattutto per quanto riguarda istituti come Invitalia (Invitalia, ufficialmente Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A., è un'agenzia governativa italiana costituita come società per azioni e partecipata al 100% dal Ministero dell'economia e delle finanze. L'azienda è attiva nel processo di crescita economica del Paese, attraverso l'azione su settori strategici per lo sviluppo e l'occupazione ed è altresì impegnata nel rilancio delle aree di crisi, con particolare riferimento al Mezzogiorno. Invitalia gestisce tutti gli incentivi nazionali che favoriscono la nascita di nuove imprese e le startup innovative. N.d.r.) è un'organizzazione burocratica molto complessa che gestisce numeri impressionanti con un’efficienza incredibile come 10.000 progetti per oltre due miliardi e mezzo approvati in tre anni, con l’avvicendamento di un sistema bancario su delle startup che altrimenti avrebbe ignorato. Soprattutto al Sud Italia, tante cose hanno sempre funzionato male, oggi invece abbiamo qualcosa come Invitalia che funziona davvero e bisogna dirlo.

Ovviamente i fondi da attivare dipendono dal business model che vuoi realizzare con la startup. Al Sud ci si può attivare come spiegato, il crowdfunding funziona per piccole iniziative.

Poi io dividerei il mondo in due blocchi, ovvero il primo fatto da iniziative economiche più semplici col contributo pubblico o crowdfunding, mentre il secondo costituito dalle iniziative con connotati più complessi che necessitano di un advisor per muoversi al meglio sui mercati capitali.

In questo processo quali sono le principali difficoltà che può incontrare una nuova iniziativa?

Sicuramente trasformare l'idea in un business model presentabile e quindi osservabile da diversi punti di vista. È questo il primo vero ostacolo. Successivamente, le principali difficoltà si configurano quando non si arriva agli interlocutori giusti, occorre trovare un buon advisor, ovvero quell’operatore di cui ti parlavo che elabora una cartina tornasole, una radiografia del progetto da presentare sul mercato e quindi l’idoneo accesso ai capitali.

Finanza.tech che tipo di servizio può dare a chi vuole iniziare fare impresa e a chi è già sul mercato?

Noi possiamo tradurre l'idea di business valga il business model da presentare al mercato.  Un'altra caratteristica specifica di finanza.tech è quella di abilitare i processi, stiamo costruendo un prodotto finanziario, insieme ad altri operatori, che possa consentire alla PMI italiana di comprare un impianto di efficientemente energetico, come un impianto fotovoltaico interamente finanziato, per sostenere le spese energetiche.

Nell’organizzazione aziendale accade spesso che alcuni ruoli chiave si trovano spesso a dover fronteggiare problemi di cattiva gestione finanziaria. Che tipo di supporto può fornire Finanza.tech

Nel momento in cui l'azienda aderisce al nostro portale, le viene assegnato un nostro analista. Questa figura ha il compito di fare da tutor per accompagnare l'impresa sul mercato finanziario e rappresenta il primo riferimento per poter analizzare la situazione economico-finanziaria della azienda, verificare quali sono gli aspetti positivi o negativi della fotografia che noi scattiamo con il nostro dossier, e sulla base di questa fotografia e dell'ascolto dei piani di sviluppo dell'imprenditore tracciare insieme a lui delle possibili strategie finanziarie.  Per esempio, nel caso di una cattiva gestione finanziaria, se l’azienda è indebitata, viene analizzata la possibilità di vendere crediti, e quindi di consolidare il bilancio degli asset, che però consentono poi allo stesso tempo di sdebitarsi è una strategia utile. Il nostro analista spiega la strategia all’imprenditore, quindi c’è un’azione formativa, ma lo guida anche nell’esecuzione ultimando l’operazione.

Abbiamo compreso che in Italia ci sono le risorse per poter spingere al massimo le aziende, però manca spesso la corretta comunicazione sull’uso degli strumenti disponibili. Quali sono i servizi di Finanza.tech per l'accesso al credito ed eventuali bonus dedicati per settore?

Parliamo di un altro storico handicap del sistema italiano. Forse avrai sentito parlare del fenomeno delle risorse che non vengono interamente spese. Non c'è una conoscenza da parte del sistema produttivo di tutte le opportunità, in particolare la comunità europea mente a disposizione delle aziende italiane. L’intercapedine professionale, cioè il sistema dei consulenti che gravitano attorno al all'impresa, può fare moltissimo, svolgendo un ruolo di interpreti di queste opportunità. Finanza.tech mette a disposizione questi professionisti in grado di intercettare queste opportunità e presentarle ai nostri clienti in modo chiaro e semplice per poterle sfruttare in pieno.

Ci sono altre figure altrettanto importanti che operano con voi su questo mercato?

Noi siamo alla continua ricerca di sviluppatori e data scientist, che si innamorino del progetto di Finanza.tech e possano apprezzare una realtà nata nel sud Italia e ambire a una carriera in una società quotata importante che opera in questi mercati.

Concludendo l’intervista con Occhinegro, relativamente allo sviluppo di questa azienda, ci rendiamo conto di cosa effettivamente serve alle imprese del nostro Paese e, soprattutto, ai più giovani: la voglia di portare l’Italia ai massimi livelli di eccellenza facendo emergere realtà valide ma sommerse, eliminare le barriere comunicative e snellire i processi di accesso al credito e ai fondi europei. Tutte attività intraprese da questa giovane azienda italiana.

Se siete concordi con noi e Finanza.tech, andate sul sito ufficiale dell’azienda per scoprire di più su tutta la gamma di servizi offerti.