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Come fa una PMI a digitalizzarsi e restare competitiva? C’è l’arma segreta

Le PMI italiane faticano a digitalizzarsi per carenza di budget e personale ICT. I Managed Service Provider (MSP) offrono la soluzione, gestendo IT, sicurezza e compliance con un canone mensile. Questo modello riduce i costi e garantisce continuità, accelerando la trasformazione digitale.

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Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Pubblicato il 01/07/2025 alle 18:14

In Italia – ma lo stesso vale in buona parte d’Europa e diverse aree del mondo – quasi tutte le imprese hanno meno di 250 addetti. Secondo le ultime rilevazioni Eurostat, le piccole e medie aziende generano oltre il sessantacinque per cento del valore aggiunto nazionale, ma solo il diciotto per cento di loro può contare su personale ICT interno con competenze realmente avanzate. 

I profili di sicurezza, data engineering o cloud architecture costano decine di migliaia di euro l’anno e sono difficili da reperire. A ciò si somma la pressione normativa: dall’adeguamento continuo al GDPR all’imminente NIS 2, fino al regolamento DORA per i servizi finanziari. Il risultato è un “paradosso digitale” – le PMI devono correre più in fretta del budget e del personale di cui dispongono.

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È qui che entra in campo il Managed Service Provider. Un MSP non interviene a chiamata, ma lavora in modo continuativo: monitora server e cloud, applica patch, gestisce backup, presidia la sicurezza e produce report di conformità. Lo fa attraverso piattaforme multi-tenant che permettono di centralizzare centinaia di clienti, ottenendo economie di scala inaccessibili al singolo utilizzatore. Non sorprende, dunque, che il valore globale dei servizi gestiti – stimato in 335 miliardi di dollari nel 2024 – sia destinato quasi a raddoppiare entro il 2030, sospinto da tre forze convergenti: la crescita esponenziale delle minacce ransomware, l’adozione di ambienti ibridi e l’aumento degli obblighi regolatori.

le PMI devono correre più in fretta del budget e del personale di cui dispongono

Andrés Mendoza, direttore tecnico di ManageEngine, sintetizza così la dinamica di fondo: «Le piccole e medie aziende non hanno il tempo né il budget per gestire dieci console diverse. Cercano soluzioni rapide e adattive – ed è qui che entrano in gioco gli MSP».

Di fatto, l’MSP diventa l’ossatura che regge l’infrastruttura IT della PMI e il sistema nervoso che reagisce agli stimoli esterni (nuove vulnerabilità, picchi di traffico, controlli di audit). Senza gli MSP gran parte dell PMI del mondo - sicuramente quasi tutte quelle in Italia - non sarebbero in grado di affrontare con successo la trasformazione digitale.

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Attraverso il contratto a canone mensile, la spesa “capex” si trasforma in costo prevedibile; al contempo, gli strumenti di automazione e intelligenza artificiale riducono il tempo medio di intervento e migliorano la resilienza operativa. 

Studi recenti evidenziano come l’adozione di servizi MSP porti benefici tangibili in termini di efficienza e riduzione dei costi per le piccole e medie imprese. Secondo una ricerca condotta da CompTIA, il 46 % delle aziende che si affidano a un Managed Service Provider ha ridotto la spesa IT annua di almeno il 25 %, mentre un ulteriore 13 % ha riportato risparmi superiori al 50 %. A questi vantaggi si sommano livelli molto elevati di soddisfazione: l’89 % degli intervistati giudica positivamente affidabilità, uptime e facilità di espansione dell’offerta tecnologica.

Una fotografia coerente arriva anche dal report Canalys MSP Landscape 2024, che segnala una crescita del 12 % del mercato europeo degli MSP, guidata da un aumento della domanda di servizi gestiti in ambito cloud e cybersecurity. Il report sottolinea come il modello MSP stia consolidandosi come punto di riferimento per le PMI che desiderano migliorare la propria resilienza IT senza internalizzare funzioni troppo complesse o costose.

Le PMI italiane faticano a digitalizzarsi per carenza di budget e personale ICT

In sintesi, possiamo vedere l’MSP come:

  • amplificatore di competenze, perché concentra specialisti che la PMI non potrebbe assumere;

  • garante di continuità, grazie a monitoraggio proattivo e risposte H 24;

  • interprete normativo, capace di tradurre gli obblighi di legge in processi tecnici concreti.

Senza questa figura, un numero crescente di imprese rischierebbe di bloccarsi di fronte a ogni upgrade tecnologico o, peggio, a ogni attacco ransomware. Con gli MSP, invece, la trasformazione digitale può procedere con passo sostenuto e – soprattutto – accessibile.

Origini ed evoluzione del modello MSP

Fino alla fine degli anni Duemila, il modello dominante per i servizi IT alle imprese era quello cosiddetto break & fix: il fornitore interveniva solo in caso di problemi, applicava una tariffa a ore o a progetto, e poi si ritirava. Questo approccio, per quanto familiare, si è rivelato sempre meno sostenibile con l’evoluzione tecnologica. L’introduzione del cloud computing, e in particolare del modello software-as-a-service (SaaS), ha cambiato radicalmente la natura dei rapporti tra fornitori e clienti. Le imprese, soprattutto le piccole e medie, hanno iniziato a cercare soluzioni più prevedibili, scalabili e continuative, in grado di garantire la stabilità dei sistemi, senza dover rincorrere l’emergenza.

È in questo contesto che si afferma il modello dell’MSP (Managed Service Provider): un fornitore che offre, in cambio di un canone mensile per utente o per endpoint, una gestione proattiva dell’infrastruttura IT. Monitoraggio, aggiornamenti, backup, sicurezza, supporto remoto: tutto incluso in un’unica offerta standardizzata e modulare.

Come spiega Andrés Mendoza di ManageEngine, «le piccole e medie aziende non hanno risorse né tempo per dieci piattaforme diverse. Cercano soluzioni rapide e adattive: ed è qui che entrano in gioco gli MSP». La forza degli MSP sta proprio nella capacità di semplificare la complessità tecnologica e di offrire servizi accessibili anche a realtà con budget e competenze limitati.

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Negli ultimi cinque anni, poi, questo modello si è ulteriormente rafforzato grazie all’urgenza di proteggersi dagli attacchi informatici. Molti MSP hanno aggiunto una “S”, diventando MSSP (Managed Security Service Provider): operatori specializzati anche in cybersecurity, con soluzioni come EDR/XDR multi-tenant, SOC attivi h24 e servizi di risposta agli incidenti su misura per le PMI.

Il mercato MSP globale 

Il mercato globale dei servizi gestiti ha registrato una crescita notevole negli ultimi anni, consolidandosi come un pilastro dell’intero settore ICT. Sempre secondo Grand View Research, il valore complessivo dei managed services ha raggiunto i 335 miliardi di dollari nel 2024 e si prevede che crescerà fino a 731 miliardi di dollari entro il 2030, con un CAGR del 14 %, grazie all’aumento della domanda di soluzioni cloud, sicurezza e gestione infrastrutturale.

le piccole e medie aziende generano oltre il sessantacinque per cento del valore aggiunto nazionale

A confermare questa tendenza è anche una recente indagine pubblicata su PR Newswire nel 2025, che ritiene probabile il superamento dei 731 miliardi entro il 2030, spinto dalla trasformazione digitale delle aziende e dalla migrazione verso ambienti IT complessi. Un altro studio, diffuso da Research and Markets tramite GlobeNewswire, stima che entro il 2033 i servizi gestiti potrebbero raggiungere un valore di 572 miliardi di dollari, con un ritmo annuo del 8,3 % nel periodo 2025‑2033.

Questo andamento, costante e robusto, riflette il processo di migrazione delle imprese verso un modello IT as‑a‑service, spinto da tre trend interconnessi:

  • Espansione del cloud e SaaS, che richiede strumenti di gestione e orchestrazione centrale;

  • Aumento della complessità infrastrutturale, con ambienti misti e distribuiti;

  • Crescita delle minacce informatiche, che impone protezione continua e risposte rapide.

Se a questi dati si aggiungono i ricavi generati dai provider di sicurezza gestita (gli MSSP), emerge un panorama in cui i servizi IT ricorrenti non sono più una nicchia, ma un asse strategico per l’intero settore.

Specificamente, per alcune aree simili - anche vagamente - all’Italia, la situazione è la seguente: 

  • Germania. Mercato più vasto d’Europa: 22 mld $ nel 2024; valore previsto 56 mld $ al 2030 con CAGR 14,8 %. Focus su data-center gestiti e sicurezza; Mittelstand sempre più outsourcing-first.

  • Spagna. Carenza di skill IT: outsourcing fino al 60 % dei processi. Crayon ha segnato +57 % ricavi MSP 2023; cybersecurity e progetti AI sempre accompagnati da contratti gestiti.

  • Francia Barometro 2025: il 45 % dei ricavi partner proverrà dai servizi managed; mercato ancora ibrido, ma la NIS2 spinge verso il modello MSSP.

  • Italia Ricavi medi MSP 1,467 M €, mediana 1,05 M €. Crescita YoY 30 %, EBITDA 9 %. Adozione guidata da smart-working, cloud ibrido e compliance GDPR/DORA.

  • America Latina Mercato 2024 ~28 mld $. CAGR stimato 14 % fino al 2030, trainato da cloud, cybersecurity e telco che erogano servizi gestiti (Telefónica Tech «Tu Empresa Segura», Claro Cloud).

MSP, il panorama in Italia

Il mercato italiano dei servizi gestiti è composto da provider attivi su scala locale e nazionale, con una forte vocazione al supporto delle PMI. Secondo stime di ChannelCity, un MSP medio in Italia genera circa 1,467 M € di fatturato annuo, una mediana di 1,05 M €, un margine operativo attorno al 9 % e serve in media 150 aziende, strutturando i ricavi in una combinazione di canoni ricorrenti (41 %), interventi a consumo (26 %), progetti una tantum (22 %) e attività di body-rental (6 %).

Il valore globale dei servizi gestiti – stimato in 335 miliardi di dollari nel 2024 – è destinato quasi a raddoppiare entro il 2030.

Al di là dei numeri, emerge con forza il ruolo strategico degli MSP nel colmare il divario digitale: il Digital Intensity Index dell’UE evidenzia come meno del 40 % delle PMI italiane utilizzi servizi avanzati come cloud e intelligenza artificiale, restando sotto la media europea. Gli MSP intervengono qui come abilitatori digitali, offrendo:

  • soluzioni di gestione cloud e ottimizzazione della spesa infrastrutturale;
  • pacchetti di cybersecurity as-a-service (MDR/XDR);
  • supporto alla business continuity e allo smart working.

Un caso emblematico è Tecne, società controllata del Gruppo Autostrade per l’Italia, che opera come una sorta di MSP interno. Gestisce oltre 1.300 postazioni di lavoro e una suite di oltre 150 applicazioni tecniche. Grazie a Endpoint Central, ha ridotto del 90 % i tempi di deployment OS, passando da installazioni manuali con USB a campagne centralizzate e parallele. A questo si aggiungono una dashboard di controllo con retry automatico per il monitoraggio aggiornamenti e un progetto MDM per il wipe remoto dei dispositivi smarriti o rubati.

In sintesi, gli MSP italiani rappresentano un motore operativo e tecnologico per la digitalizzazione delle PMI, offrendo competenze, automazione e continuità in realtà che da sole non potrebbero reggere la complessità del cambiamento digitale.

Cybersecurity per crescere, da MSP a MSSP

Nel contesto attuale, la sicurezza informatica è diventata il principale driver evolutivo per il mercato MSP. La frequenza degli attacchi ransomware ha raggiunto livelli impressionanti: secondo una stima di GetAstra, entro il 2031 un’azienda sarà vittima di ransomware ogni 2 secondi. Già oggi, il costo medio di un singolo incidente, tra pagamento del riscatto, downtime e operazioni di ripristino, supera ormai 1,8 milioni di dollari.

Le piccole e medie imprese, che spesso non dispongono di strutture interne dedicate alla sicurezza IT, sono le più esposte. Altri dati recenti indicano che circa il 58 % delle aziende colpite da ransomware è costretto a sospendere le attività per periodi significativi, con conseguenze potenzialmente disastrose sul piano economico e reputazionale.

Risualta quindi abbastanza naturale che gli MSP, dato il ruolo che ricoprono, si facciano carico anche della security delle PMI loro clienti. Nasce così un nuovo modello operativo, quello degli MSSP (Managed Security Service Provider). Il passaggio comporta un arricchimento sostanziale del portafoglio servizi, che oggi include strumenti come SOC (Security Operations Center) multi-tenant, piattaforme di threat intelligence condivisa e Response Playbook automatizzati, capaci di ridurre drasticamente i tempi di reazione agli incidenti. 

Il 46 % delle aziende che si affidano a un Managed Service Provider ha ridotto la spesa IT annua di almeno il 25 %.

Le difficoltà non mancano, in particolare quando si tratta di integrare diversi vendor. Ma ne vale la pena perché la sicurezza come servizio genera margini più elevati rispetto ai modelli tradizionali e contribuisce a consolidare la relazione con i clienti, grazie a un livello di fiducia più profondo e a una retention superiore alla media. A livello globale, il 73 % degli MSP ritiene la cybersecurity il principale driver di fatturato, mentre il 78 % la considera la sfida IT più critica per i clienti . Inoltre, il 97 % prevede di espandere i servizi di cybersecurity nei prossimi mesi affinando la propria offerta

Ecco la rielaborazione discorsiva del capitolo 7, con struttura coerente e approfondita, link naturali da inserire nella versione finale e grassetti coerenti con lo stile già adottato:

Intelligenza artificiale: strumento operativo e servizio vendibile

Per gli MSP l’intelligenza artificiale ricopre oggi un doppio ruolo strategico: da una parte è uno strumento che può automatizzare e potenziare le operazioni interne; dall’altra rappresenta può diventare un prodotto da proporre ai clienti. 

Nel lavoro quotidiano degli MSP, l’intelligenza artificiale è sempre più integrata nei software operativi, in particolare nelle piattaforme RMM (Remote Monitoring and Management) e PSA (Professional Services Automation). Questi strumenti, fondamentali per la gestione remota delle infrastrutture IT, stanno evolvendo grazie all’AI, che consente di automatizzare decisioni e interventi tecnici.

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Una delle applicazioni più utili riguarda la remediation automatica: l’intelligenza artificiale è in grado di identificare problemi comuni e attivare script correttivi in autonomia, senza necessità di intervento umano.

Un altro ambito chiave è la gestione dei ticket di assistenza. Gli algoritmi analizzano il contenuto delle richieste, il contesto tecnico e il profilo del cliente per assegnare automaticamente priorità in base all’impatto sul business, ottimizzando il carico di lavoro del team IT. In alcuni casi è possibile anche analizzare il sentiment del ticket, e andare poi a definirne la priorità o la categoria di conseguenza. 

Sul piano infrastrutturale, l’AI supporta (tra le altre cose) la manutenzione predittiva: analizzando i log di sistema, i consumi e gli storici di guasto, può segnalare in anticipo criticità come il degrado di un disco, un sovraccarico imminente o un’anomalia nei consumi cloud. Questo approccio riduce i downtime e migliora l’efficienza operativa.

Infine, nell’ambito della cybersecurity, l’AI contribuisce a migliorare la precisione dei sistemi EDR (Endpoint Detection and Response) e firewall intelligenti, filtrando i falsi positivi e concentrando l’attenzione dei tecnici sugli allarmi realmente rilevanti.

Fino alla fine degli anni Duemila, il modello dominante per i servizi IT alle imprese era quello cosiddetto break & fix

In sintesi, l’adozione dell’AI da parte degli MSP non è solo un salto tecnologico, ma un passaggio evolutivo che aumenta la scalabilità dei servizi, migliora la customer experience e permette di operare con maggiore precisione e tempestività.

Parallelamente, gli MSP più evoluti iniziano a proporre AI-as-a-Service, offrendo soluzioni ritagliate su bisogni specifici delle PMI. Tra queste: chatbot verticali addestrati su base documentale interna per il customer care, modelli predittivi per la manutenzione di impianti e macchinari, e sistemi OCR avanzati per l’automazione documentale in ambiti come la logistica e l’amministrazione.

MSP, un mercato maturo e una colonna portante per la trasformazione digitale

Negli ultimi anni, il settore dei Managed Service Provider si è evoluto fino a diventare un mercato autonomo, sempre più centrale nell’ecosistema IT globale. I principali vendor tecnologici ne hanno riconosciuto il potenziale, investendo in strumenti progettati specificamente per le esigenze degli MSP: console unificate, modelli di licensing flessibili, API aperte e servizi scalabili. 

Prova ne sia il recente lancio di MSP Central da parte di ManageEngine (giugno 2025), una piattaforma integrata che riunisce in un unico ambiente RMM, PSA, moduli di sicurezza endpoint e componenti nativi di intelligenza artificiale. Se un colosso come Zoho Corporation decide di investire in un servizio per gli MSP, è un chiaro segnale della maturità che ha raggiunto questo mercato. 

Succede perché gli MSP sono l’ossatura della trasformazione digitale, soprattutto nel tessuto produttivo europeo fatto di piccole e medie imprese. Senza di loro, molte aziende non sarebbero in grado di mantenere continuità operativa, aggiornamento tecnologico, protezione dei dati o compliance normativa. Offrono servizi avanzati a costi sostenibili, compensando la cronica mancanza di competenze interne che caratterizza gran parte delle PMI. Per le piccole aziende, sono sia un’ancora di salvezza sia un trampolino di lancio. 

E infatti parliamo di un mercato che cresce a doppia cifra, spinto dalla domanda di cybersecurity as-a-service e dall’integrazione dell’intelligenza artificiale nei processi IT, oltre che di tutti gli altri servizi gestiti a cui le PMI possono accedere tramite gli MSP.

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