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HP: sicurezza e BYOD non vanno d'accordo

Una ricerca condotta dall'istituto Redshift Research per conto di HP mostra che un'azienda su cinque subisce violazioni della sicurezza a causa della tendenza al Bring Your Own Device.

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Avatar di Gaetano Di Blasio

a cura di Gaetano Di Blasio

Pubblicato il 03/02/2015 alle 16:11 - Aggiornato il 15/03/2015 alle 09:57

In base a uno studio condotto dall'istituto Redshift Research per conto di HP, le aziende stanno adottando una maggiore prudenza verso le iniziative BYOD. La ragione riguarda la sicurezza dell'organizzazione, che secondo la metà degli intervistati viene compromessa.

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Saranno soddisfatti tutti coloro che da subito hanno osteggiato queste pratiche, anche se è difficile arginare il fenomeno.

La ricerca sulla sicurezza in mobilità ha coinvolto 1.130 (200 o più in Francia, Germania e Regno Unito; 100 o più in Belgio, Italia, Paesi Bassi, Spagna e Russia) responsabili dei sistemi informativi (o comunque IT decision maker), intervistati riguardo l'attuazione delle politiche aziendali in tema di mobilità, sia attuali sia future.HP presenta la ricerca tra sicurezza e BYOD

Sempre più device mobili in azienda

Tra i risultati emerge che il 20% delle aziende che hanno implementato un'iniziativa BYOD, ha subito almeno una violazione della sicurezza nell'ultimo anno. Inoltre, sempre negli ultimi dodici mesi, il 2% dei responsabili IT ha segnalato più di cinque violazioni correlate al BYOD.

Tra i responsabili dei sistemi informativi, il 43% è certo che i dispositivi personali sono adeguatamente protetti per l'ambiente aziendale, mentre il 36% dichiara di essere preoccupato soprattutto per il trasferimento di malware e virus da tali dispositivi alla rete aziendale.

"Lavorare a distanza è una possibilità vantaggiosa sia per l'azienda sia per i dipendenti, poiché accresce la flessibilità del posto di lavoro e garantisce un servizio continuativo, sia che il dipendente si trovi in ufficio, a casa o in viaggio", afferma Tino Canegrati, Vice President & General Manager Printing and Personal Systems di HP Italiana.

Il manager continua: "Per soddisfare in tutta sicurezza le esigenze di mobilità degli utenti finali, i CIO devono implementare politiche IT ottimali per la propria organizzazione. HP offre una vasta gamma di soluzioni per proteggere l'identità, il dispositivo e i dati degli utenti, con fattori di forma perfettamente adatti allo stile di lavoro mobile, come quelli del portafoglio Elite, e al tempo stesso garantire la massima protezione dell'azienda".

Oltre a esaminare l'atteggiamento attuale nei confronti del BYOD, la ricerca ha anche analizzato l'adozione dei dispositivi di mobilità aziendale, determinando che meno di un quarto dei responsabili dei sistemi informativi (24%) ritiene che la propria azienda sia adeguatamente attrezzata per il lavoro mobile.Tino Canegrati, Vice President & General Manager Printing and Personal Systems di HP Italiana

Tino Canegrati di HP

Un ulteriore 8% pensa che la propria azienda non sia affatto equipaggiata. Il che corrobora le previsioni di un incremento consistente nella diffusione di dispositivi mobili entro il 2020. In particolare, secondo lo studio di Redshift Research, i tablet cresceranno del 17% e gli smartphone dell'11%.

Però la ricerca ha rivelato anche la continua dipendenza da due dispositivi base, ovvero pc desktop e notebook. Secondo i Cio intervistati, i pc desktop sono destinati a rimanere il componente hardware dominante nelle aziende e si prevede che nel 2020 verranno ancora utilizzati quasi dalla metà dei dipendenti (46%). Analogamente, per i notebook è previsto un utilizzo del 29% nel 2020, pari a quello attuale.

"In Italia le offerte BYOD sono più presenti che in altri paesi: più di un'azienda su due (52%) fornisce supporto per i dispositivi mobile personali. Prevediamo che questa tendenza continuerà e ci auguriamo di assistere a un ulteriore incremento nell'utilizzo dei dispositivi aziendali nei prossimi anni", conclude Tino Canegrati.

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