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I clienti sono disposti a cambiare i brand preferiti per risparmiare

Le difficoltà economiche crescenti stanno portando i consumatori a modificare le proprie abitudini per risparmiare, anche rinunciando a i propri brand preferiti.

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Avatar di Marina Londei

a cura di Marina Londei

Editor

Pubblicato il 20/11/2023 alle 18:30

Secondo la ricerca "Redefining retail: What's Next for Shopper and Retailers?" di Manhattan Associates, azienda tech che opera nel settore della supply chain, quasi la metà dei consumatori (48%) sta cercando alternative ai prodotti abituali per risparmiare.

Questa tendenza è particolarmente visibile in questo periodo di saldi e offerte pre-natalizie. Il 42% degli intervistati rimane fedele ai brand ma acquista di meno, mentre il 23% sta cercando di risparmiare su prodotti alimentare, abbonamenti e iscrizioni per continuare a comprare i prodotti dei propri marchi preferiti. 

Gli acquirenti stanno cambiando le proprie abitudini di shopping e molti di essi (60%) eseguono ricerche online per trovare offerte più vantaggiose, mentre poco più della metà (52%) legge le recensioni dei prodotti prima di acquistarli; il 50% degli intervistati lo fa per saperne di più sull'articolo che ha intenzione di comprare.

Pexels acquisti online

Quasi la metà dei consumatori sceglie WhatsApp come canale di comunicazione, con un picco del 55% nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni. Più della metà (57%) dei negozianti intervistati offre questa possibilità e un altro 27% prevede di aggiungerla nei prossimi 1-2 anni.

Acquisti e sostenibilità

Solo il 18% dei clienti italiani considera la sostenibilità un argomento di massima priorità, mentre per il 50% si tratta di un aspetto importante ma non fondamentale; il 20% dei consumatori lo considera un "nice to have" e il 7% non lo prende nemmeno in considerazione.

Quando si parla di consegna dei prodotti, la sostenibilità diventa davvero importante solo per il 12% dei consumatori. Per gli acquirenti la questione fondamentale è quella dei costi di consegna (50%), seguita dalle tempistiche (28%) e dal metodo (12%).

D'altra parte, i retailer si stanno impegnando sempre di più per integrare iniziative di sostenibilità nel loro business: il 55% dei negozianti intervistati ritiene fondamentale una gestione efficace dello stock, mentre il 51% sta adattando la propria rete di punti vendita; inoltre, il 45% di essi sta lavorando per ottimizzare i resi. 

Pexels sostenibilità

I brand si evolvono verso il digitale

In Italia i negozianti stanno ripensando l'esperienza di shopping per rispondere alle esigenze dei consumatori. Il 70% dei retailer consente agli utenti di acquistare un articolo online nel caso non sia disponibile in store, e il 59% di essi consente di ritirare il prodotto tramite opzione "click and collect".

In tutto il Paese si sta delineando la tendenza a unificare lo store online con quello fisico: il 62% dei clienti ha la possibilità di acquistare in store e restituire online, un aumento significativo rispetto al 35% del 2022, mentre il 56% può acquistare online ed effettuare il reso in un punto vendita fisico.

Ormai creare un'esperienza di shopping agevolata, unificando il mondo fisico con quello digitale, è diventata uno standard in Italia, con solo il 4% dei retailer che ha dichiarato che i processi in store e online sono ancora indipendenti. 

Pexels shopping

"Le abitudini di acquisto delle persone in Italia sono cambiate" ha dichiarato Roberto Vismara, Sales Director di Manhattan Associates. "È sempre più importante per i retailer avere una visione complessiva del proprio business ed essere in grado di utilizzare la tecnologia per migliorare l'esperienza fisica e digitale del cliente e soddisfare gli ordini in store e online in modo flessibile, sostenibile e proficuo".

I negozi stanno cominciando a variare le opzioni di consegna offrendo quella in giornata (60%), a domicilio (53%) e tramite i delivery locker (53%). In un'ottica di maggiore sostenibilità, molti stanno offrendo la possibilità di accorpare più prodotti in un'unica spedizione, anziché consegnare il singolo non appena è disponibile (42%).

"Dopo i risultati della nostra ricerca nel 2022, lo studio di quest'anno sottolinea ancora una volta l'importanza di unificare il commercio omnichannel e la supply chain non solo per ridurre l'onere economico sui consumatori, ma anche per affrontare le conseguenze del consumo sfrenato sul nostro pianeta" ha concluso Vismara.

 

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