Il Netcomm Forum 2025, svoltosi il 15 e 16 aprile a Milano, ha posto al centro del dibattito l’impatto crescente delle soluzioni Fintech e delle piattaforme integrate nella gestione dell’e‑commerce. Accanto agli strumenti di pagamento hanno trovato posto piattaforme di gestione unificate, strumenti di lead generation, piattaforme per il marketing. Tutte opzioni pensate per semplificare i processi e gestire la complessità dell’ecommerce.
Il cuore della trasformazione emersa durante l’evento riguarda il sistema dei pagamenti. La diffusione di strumenti rateali del tipo “buy now, pay later” – adottati da operatori come PayPal e Klarna – segnala un cambiamento strutturale nelle abitudini di acquisto. Il pagamento in tre rate, spesso senza interessi, non è solo un’opzione in più per il consumatore: è una leva commerciale che aumenta la conversione e allunga la vita utile del carrello. Il fatto che queste soluzioni siano ormai parte integrante dei principali ecosistemi e‑commerce evidenzia una crescente interdipendenza tra finanza e commercio digitale.
Questa integrazione non riguarda solo il momento del pagamento. Le piattaforme gestionali all-in-one, come quelle proposte da provider come Shopify, Storeden o TeamSystem Commerce, offrono un’infrastruttura unificata per la gestione delle vendite, dell’inventario, dei marketplace, della logistica e della comunicazione. La loro diffusione è alimentata dalla richiesta di centralizzare i flussi informativi e ridurre i silos operativi. Il risultato è una maggiore efficienza interna e una risposta più rapida alle dinamiche del mercato.
E‑commerce strutturato, omnicanale e in cerca di respiro internazionale
I dati dell’Osservatorio eCommerce B2C confermano la portata di questo cambiamento: nel 2025 gli acquisti online degli italiani supereranno i 62 miliardi di euro, con un incremento del 6% rispetto all’anno precedente. Il numero di consumatori digitali ha raggiunto i 35,2 milioni. L’e-commerce di prodotto pesa oltre 40 miliardi di euro e rappresenta l’11,2% del totale acquisti retail. Questo consolidamento, più che una crescita esplosiva, è indice di maturità e strutturazione.
Anche il lato dell’offerta evolve. Le imprese italiane con un sito e-commerce sono oggi 91.000, in crescita del 3,4% rispetto al 2024. La maggior parte di queste aziende ha una forte presenza social e un alto livello di digitalizzazione, ma oltre la metà fatica a espandersi sui mercati esteri. Le barriere doganali, i limiti normativi e la mancanza di strategie tecnologiche robuste ostacolano il potenziale dell’export digitale. A maggior ragione, dunque, la disponiblità di strumenti moderni per la gestione delle attività e per i pagamenti è un elemento imprescindibile.
Il Forum poi ha posto attenzione anche alla relazione tra retail fisico e digitale. I touchpoint consultati prima di un acquisto sono mediamente quattro, e coinvolgono sia contenuti proprietari dei brand che fonti indipendenti come recensioni o comparatori. Questo dato evidenzia una dinamica complessa in cui la decisione d’acquisto è il risultato di un percorso frammentato ma tracciabile, che può essere gestito solo da sistemi tecnologicamente evoluti. E proprio questi sistemi di tracciamento sono l’altro elemento protagonista dell’evento.
L’omnicanalità, oggi, non è più dunque un valore aggiunto ma una condizione minima di competitività. Le aziende che riescono a integrare il punto vendita fisico con il canale online offrono ai clienti esperienze fluide e personalizzate. In questa direzione si muovono soluzioni come quella presentata da Hubrise, che consente una sincronizzazione costante tra magazzino, catalogo e CRM, semplificando la gestione simultanea di store fisici e digitali. Parallelamente, Adiacent ha mostrato un sistema di engagement che sfrutta in modo sinergico email marketing, notifiche e pubblicità sociale per adattare i messaggi ai comportamenti di acquisto rilevati.
Dati, logistica e regole: il nuovo perimetro operativo del commercio
Ma il Netcomm Forum ha anche ricordato che innovazione digitale e sostenibilità devono progredire insieme. Nel libro Shopping Infinito, presentato durante l’evento, si riflette sull’idea di un commercio senza soluzione di continuità, che tenga conto non solo della fluidità dell’esperienza ma anche dell’impatto ambientale delle scelte logistiche e tecnologiche. Soluzioni come i punti di ritiro, i veicoli elettrici e i magazzini ottimizzati energeticamente sono parte integrante della strategia omnicanale.
A livello normativo, il Digital Services Act e il Digital Markets Act stanno ridefinendo le regole del gioco. Il primo impone maggiore trasparenza nella gestione algoritmica e nella moderazione dei contenuti. Il secondo introduce vincoli di interoperabilità e divieti di auto-preferenzialità per i cosiddetti gatekeeper. Questi due testi legislativi costringeranno le piattaforme ad aprire i propri ecosistemi e a ripensare l’architettura dei servizi. Un percorso che, comunque, in molti hanno già iniziato - e per quanto si vede ora non dovrebbe essere un problema per nessuno.
In questo scenario, la tecnologia non è più un’opzione: è un prerequisito. La capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti normativi e alle aspettative ambientali sarà il vero elemento di selezione. Le aziende che adottano strumenti flessibili, modulari e pienamente integrati avranno una maggiore possibilità di mantenere la continuità operativa e di consolidare la propria posizione. Il commercio digitale non cresce più per effetto dell’innovazione fine a sé stessa, ma per la sua capacità di rispondere in tempo reale a vincoli e opportunità strutturali.