Crescono gli investimenti tecnologici delle aziende, ma servono nuove figure specializzate

Secondo un recente report di Deloitte, le aziende di tutto il mondo stanno aumentando il budget per gli investimenti tecnologici, ma servono nuovi talenti tech per cogliere i benefici delle ultime tecnologie.

Avatar di Marina Londei

a cura di Marina Londei

Editor

Le aziende di tutto il mondo hanno compreso l'importanza di digitalizzarsi e integrare le nuove tecnologie nei processi, e per questo hanno aumentato gli investimenti tecnologici: secondo la ricerca di Deloitte "Global Technology Leadership Study 2023" il budget tech medio delle imprese è passato dal 4,25% del 2020 al 5,49% del 2022, ed è previsto un ulteriore aumento fino al 5,85% nel 2024.

Quasi tutti i settori hanno incrementato il proprio budget tecnologico, fatta eccezione per i servizi finanziai, le assicurazioni e la sanità che hanno registrato un leggero calo rispetto al 2020. È probabile però che questa diminuzione sia legata al livello significativo di investimenti già effettuati negli anni precedenti e che ora si stiano stabilizzando.

"L’utilizzo consapevole dei nuovi trend tecnologici, tra cui Cloud, Big Data e AI, può garantire un vantaggio competitivo duraturo alle aziende che avranno dedicato le giuste risorse a queste tematiche. Il principale vantaggio è riuscire ad essere al passo con questi trend ed essere così pronti a trasformare il proprio business prima che lo facciano i competitor" ha affermato Francesco Rossi, Partner e Technology Strategy, Agility & Architecture Leader di Deloitte Central Mediterranean.

Pixabay
tecnologia

Ma limitarsi a effettuare investimenti tech non è sufficiente: i benefici degli investimenti vanno misurati e condivisi con la board esecutiva, e servono nuove figure tech capaci di dare valore agli strumenti in uso. 

Gli investimenti tecnologici richiedono nuove figure specializzate

La tecnologia avanza e ciò richiede la creazione di nuovi ruoli capaci di tenere testa alle sfide moderne e sfruttare tutta la potenza degli strumenti a disposizione per mantenere un vantaggio competitivo sul mercato.

I CIO (Chief Information Officer) sono la figura di leadership tecnologica più diffusa, e ciò vale anche per l'Italia: nel nostro Paese questo ruolo è presente nel 78% delle imprese, col 67% di esse che dichiara che si tratta della figura tecnologica di più alto livello nell'organizzazione. 

A esso si affiancano in alcuni casi anche figure come il Chief Information Security Officer (36%), responsabile della protezione degli asset aziendali; il Chief Technology Officer (35%), il quale si occupa di individuare e proporre le tecnologie più adatte per migliorare i processi interni; il Chief Digital Officer (15%), la figura che guida l'azienda nel percorso di digitalizzazione; infine, il Chief Data Officer (13%), responsabile della strategia dei dati aziendale. 

Pexels
C-suite

Questi ruoli sono piuttosto recenti e la loro nascita sottolinea la necessità di ripensare le figure tech e distribuire diversamente la responsabilità, sollevando il CIO da tutto il peso di gestione. 

Servono poi anche nuovi talenti, anche se attrarli e trattenerli in azienda sta diventando sempre più difficile. Secondo la maggior parte (59%) dei CIO intervistati, per risolvere il problema della carenza di talenti è necessario "creare una mission, una visione e uno scopo coinvolgenti", ma anche "offrire ambienti di lavoro flessibili/ibridi" (53%) e "offrire maggiore autonomia e controllo ai singoli team e iniziative" (48%). 

Sono ancora poche, però, le imprese che hanno deciso di dare priorità alla ricerca di talenti: in Italia solo il 15% (il 23% a livello globale) delle aziende ha dichiarato che attrarre e sviluppare nuovi dipendenti sia una priorità dell'organizzazione, nonostante il difficile contesto attuale.

La monetizzazione dei dati è il futuro dell'economia aziendale

In futuro i ricavi provenienti dai dati saranno sempre più importanti per le imprese. Il 36% dei CIO intervistati ha dichiarato di generare ricavi dai dati o dalla tecnologia, mentre il 16% pianifica di farlo nei prossimi due anni.

Pexels
dati

Monetizzare gli investimenti può verificarsi tramite la commercializzazione di software proprietario o usando i dati per creare valore, e i le imprese si stanno già muovendo per creare competenze in questo ambito promettente. 

Deloitte prevede che entro la fine del decennio il mercato di monetizzazione dei dati arriverà ai 15,5 miliardi di dollari (nel 2020 era di soli 2,1 miliardi di dollari), con un tasso composto di crescita annuale del 22,1%. 

Riguardo le strategie in ambito "Data & Insight", il report evidenzia che per il 51% dei tech leader italiani "le iniziative in ambito Data & Insights sono allineate con le priorità di business e hanno definito chiaramente i risultati di business", mentre per il 50% “le competenze in ambito Data & Insights abiliteranno l'azienda a generare ricavi o a guadagnare vantaggio competitivo".