Il ministro per le Imprese Adolfo Urso ha annunciato ufficialmente la candidatura italiana per ospitare una delle quattro gigafactory europee che la Commissione selezionerà entro la fine dell'anno, inserendo il Paese in una competizione strategica fondamentale per il futuro digitale del continente. Questa mossa si inserisce nel quadro più ampio dell'AI Continent Action Plan lanciato dall'Unione Europea lo scorso aprile, un investimento massiccio di venti miliardi di euro destinato a creare cinque gigafactory dedicate allo sviluppo dell'intelligenza artificiale.
L'annuncio del ministro Urso è arrivato durante la presentazione dell'AI Hub per lo sviluppo sostenibile, un'iniziativa che dimostra come l'Italia stia perseguendo una strategia a doppio binario: da un lato il rafforzamento delle capacità interne attraverso le infrastrutture europee, dall'altro l'espansione verso nuovi mercati attraverso la cooperazione internazionale. "Il nostro governo ha indicato la via per fare dell'Italia la protagonista nell'Ue nella grande sfida dell'intelligenza artificiale", ha dichiarato Urso, sottolineando il ruolo attivo svolto dal Paese nella definizione del regolamento comunitario attraverso il trilaterale con Francia e Germania dell'ottobre 2023.
Il piano strategico italiano poggia su fondamenta solide già esistenti, a partire dal supercomputer Leonardo gestito dal consorzio Cineca, attualmente nono al mondo per potenza di calcolo. Il progetto IT4LIA, che fa capo a questa infrastruttura, rappresenta uno dei 13 AI Factories selezionati dalla Commissione europea per essere operativi entro il 2025. La struttura, localizzata nel Tecnopolo Dama di Bologna, secondo la Regione Emilia-Romagna mobiliterà investimenti per circa 2 miliardi di euro e sarà oggetto di significativi aggiornamenti tecnologici nel biennio 2025-2026.
La differenza tra le AI Factories già in fase di sviluppo e le nuove gigafactory previste dal piano europeo è sostanziale in termini di scala e potenza computazionale. Mentre le prime sono dotate di 25.000 processori avanzati, le gigafactory potranno contare su strutture con fino a 100.000 processori, richiedendo investimenti stimati in circa 20 miliardi di euro complessivi. Questa escalation tecnologica risponde a una necessità strategica evidenziata dalla vicepresidente della Commissione Ue Henna Virkkunen: l'Europa possiede talenti e startup di valore, ma necessita di maggiore potenza di calcolo per competere a livello globale.
Il modello di finanziamento scelto per questi progetti seguirà la formula del partenariato pubblico-privato, con costi divisi tra la Commissione europea e gli Stati membri ospitanti. La call ufficiale per le manifestazioni di interesse è prevista nel quarto trimestre del 2025, dando ai Paesi candidati il tempo necessario per perfezionare le loro proposte. IT4LIA si concentra su sei settori strategici: agritech, cybersecurity, scienze della terra, healthcare, education e finanza, settori che potrebbero rappresentare un vantaggio competitivo nella selezione finale.
L'impegno finanziario italiano nel settore dell'intelligenza artificiale non si limita alle infrastrutture europee. Attualmente in Parlamento è in discussione un disegno di legge che prevede oltre un miliardo di euro di investimenti destinati alle startup italiane specializzate in AI. "L'Europa deve trovare la sua terza via tra gli Stati Uniti e la Cina per l'IA, basandosi sulla nostra cultura che pone sempre il cittadino al centro dello sviluppo", ha precisato il ministro Urso, delineando una visione che punta a distinguere l'approccio europeo da quello delle altre superpotenze tecnologiche.
Parallelamente alla competizione europea, l'Italia sta sviluppando una strategia di espansione internazionale attraverso l'AI Hub per lo sviluppo sostenibile, che sarà lanciato ufficialmente a Roma il 20 giugno. Questa iniziativa, promossa nell'ambito della presidenza italiana del G7 dal Ministero delle Imprese e dal Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, mira a trasformare l'ecosistema dell'intelligenza artificiale in Africa coinvolgendo i 14 Paesi del Piano Mattei. Il progetto ha già raccolto 35 manifestazioni di interesse dal sistema privato, dimostrando l'attrattività dell'iniziativa per il settore imprenditoriale.
Gli obiettivi dell'AI Hub sono ambiziosi e quantificabili: entro il 2028 si punta a favorire fino a 10 investimenti esterni in filiere AI, sostenere fino a 500mila startup africane e stabilire tra 30 e 50 partenariati di settore privato ad alto impatto. Questi numeri riflettono una visione strategica che va oltre la semplice cooperazione allo sviluppo, configurandosi come un investimento nel futuro digitale globale. Come ha sottolineato Marcos Neto, segretario generale aggiunto dell'UNDP, l'Africa attualmente ha accesso a meno del 2% della capacità globale dei data center, una disparità che potrebbe amplificarsi senza interventi mirati.
La struttura operativa dell'AI Hub si articola in quattro iniziative prioritarie che coprono l'intero spettro dello sviluppo tecnologico. La Piattaforma AI Hub fungerà da spazio di incontro per innovatori africani, partner del G7 e industria globale, integrando un AI Chatbot Coach e sistemi di matchmaking per facilitare le partnership. La Coalizione Africa Green Compute, sviluppata in collaborazione con Alliance4AI, Axum e Kytabu, si concentrerà sull'incremento dell'accesso a infrastrutture di calcolo sostenibili ed efficienti dal punto di vista energetico.
Il Programma Compute Accelerator affronterà direttamente la carenza di accesso al calcolo a costi sostenibili, supportando 60 progetti maturi e 100 in fase iniziale, mentre il Programma AI Infrastructure Builder sosterrà 3-5 costruttori di infrastrutture con potenziale di scalabilità in ambiti strategici come data center, connettività, energia e hardware. Tra i partner dell'iniziativa figurano 14 governi africani del Piano Mattei, Confindustria, CDP e la Banca Africana di Sviluppo, una combinazione che garantisce sia la componente istituzionale che quella imprenditoriale necessaria per il successo del progetto.