L'ufficio diventa virtuale

La trasformazione dell'ufficio per corrispondere alle aspettative della Y Generation impone scelte precise per essere al passo dei tempi. Una ricerca Ricoh illustra le maggiori aspettative

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a cura di Giuseppe Saccardi

La Y Generation impone forti processi evolutivi agli ambienti di ufficio e alle aziende che desiderano fruire di professional e specialisti abituati ad usare strumenti mobili e ad operare in ambienti fortemente user friendly.

E' l'effetto che ha interessato per prime le aziende "start-up" che si sta progressivamente estendendo anche ad ambienti più convenzionali, laddove pensare di avere a vista anche una semplice macchinetta del caffè o un biliardino con cui rilassarsi, era sino a pochi anni fa del tutto inimmaginabile e gli impiegati in manica di camicia o in jeans venivano guardati come se si trattasse di una invasione di alieni.

L'ufficio del futuro? Di certo molto diverso da oggi

Sotto la spinta di nuove generazioni, dell'evoluzione tecnologica e della crescente esigenza di creatività anche nelle aziende più seriose la creazione di uffici che assomigliano a case o a spazi ricreativi sta diventando se non la norma perlomeno sempre più frequente.

Il motivo, spiega Ricoh con una sua ricerca (Tech Evolved Workplace) che ha esposto il punto di vista di manager di primarie aziende europee, è presto detto. Le aziende stanno realizzando ambienti in cui i dipendenti si sentono a proprio agio e possono svolgere attività di svago perché questo contribuisce ad aumentare la produttività.

Pecunia non olet, e di fronte a maggior produttività e alla spinta degli azionisti e delle società di valutazione anche i dogmi aziendali più consolidati possono tranquillamente essere relegati in soffitta.

Ma il passaggio per un ambiente di lavoro friendly di tipo fisico, evidenzia Ricoh, potrebbe essere solo un passaggio intermedio.

Dal momento che le comunicazioni tra persone e la condivisione delle informazioni mediante dispositivi mobili stanno diventando sempre più sofisticate, le interazioni potrebbero diventare digitali e le attività a basso valore aggiunto potrebbero essere addirittura svolte da colleghi virtuali, un poco sulla base di quanto avviene quando si chiama un contact center ad alta automazione e si sente una suadente voce femminile che ci spiega che numero selezionare per ottenere, se si dispone della pazienza necessaria e di una buona memoria, l'informazione desiderata.

In sostanza, il posto di lavoro del futuro potrebbe non essere uno spazio fisico. Molti lavoratori vorrebbero maggiore flessibilità e possibilità di lavorare da remoto e questo cambia anche gli spazi di lavoro e le modalità operative.

Quello che desiderano i manager

Le aziende, mette in guardia Ricoh, devono quindi rivedere e trasformare il proprio modo di lavorare preparando il terreno per le future innovazioni digitali. Una parte importante di questo cambiamento riguarda, da un lato, l’analisi e l’ottimizzazione continua dei processi di business e, dall’altro, la sostituzione dei sistemi legacy a favore di tecnologie innovative.

Le aziende che riusciranno a trarre vantaggio dall’innovazione miglioreranno il business già probabilmente nel medio e di certo nel lungo termine.

Se poi ci si volesse spingere più in là, verso la metà di questo secolo (confesso che mi piacerebbe esserci per poterlo verificare) saranno le rappresentazioni virtuali a gestire sistemi e processi, mentre i dipendenti lavoreranno per aumentare la produttività, migliorare i servizi ai clienti e la profittabilità del business in modi che ancora non è facile immaginare.