Nel business puntare su innovazione e ottimizzazione

Un rapporto realizzato dall’EIU e sponsorizzato da Ricoh ha evidenziato che le tecnologie continueranno a influenzare i modelli di business per il prossimo decennio. Ma non tutte le tecnologie sono uguali. Carsten Bruhn ci illustra su quali puntare

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a cura di Giuseppe Saccardi

E' un dato di fatto che per competere sul mercato e cogliere nuove opportunità le aziende dovranno continuare a fare leva sull’evoluzione dell’IT. Processi flessibili, strutture aziendali dinamiche e strumenti che migliorino l’interazione con i dipendenti e i clienti si configurano come le condizioni necessarie affinché un’azienda riesca ad adattarsi rapidamente al mercato e a trarre beneficio dai cambiamenti tecnologici.

Se questo è un fatto difficilmente contestabile, il problema è che non tutte le tecnologie IT sono uguali, e alcune sono meglio di altre per raggiungere gli obiettivi aziendali e di mercato. Tecnologie importanti in grado di supportare adeguatamente il cambiamento sono ad esempio ritenute le reti con maggiore disponibilità di banda o applicazioni e servizi di archiviazione erogati tramite il cloud. Un altro driver è sempre più considerato il vasto campo dei 'Big Data', e cioè quello inerente l’aumento esponenziale dei volumi di dati e di informazioni da gestire. Un’ulteriore driver atto a facilitare il cambiamento e a rendere più flessibile e produttiva l'azienda è l'utilizzo dei social media e di strumenti per la comunicazione video. 

Di per sé, non si tratta di strumenti nuovi ma quello che è una novità è il modo in cui sono e verranno sempre più utilizzati. Congiuntamente allo sviluppo di nuovi tool è prevedibile che porteranno consistenti cambiamenti nei modelli di business.

Carsten Bruhn

Quanto sopra illustrato si deduce dal rapporto realizzato da EIU (Economist Intelligence Unit) e sponsorizzato da Ricoh. E' un report di alcuni mesi fa ma i suoi risultati sono molto attuali e le previsioni sembrano essere sempre più confermate dai fatti. In proposito, Carsten Bruhn, Executive Vice President di Ricoh Europe PLC ha osservato che la tecnologia fine a se stessa non consente alle aziende di tenere il passo con i cambiamenti necessari a crescere e a competere. Sono altresì l’innovazione e l’ottimizzazione dei processi di business, rese possibile dalle tecnologie, a portare vero valore aggiunto. 

Ma per innovare e ottimizzare i manager delle aziende devono scegliere partner che siano in grado di concretizzare i cambiamenti in maniera costante nel tempo. Non è infatti più pensabile di implementare tecnologie per ottenere efficienza solo nel breve periodo.

Ma vediamo cosa ci dobbiamo attendere nei prossimi anni . Innanzitutto saranno pochi i settori industriali a non essere coinvolti nei cambiamenti tecnologici e un0ampia maggioranza di manager ritiene che molti settori nei quali operano subiranno modifiche significative entro il 2020.

Sino a un paio d'anni fa dei quasi sconosciuti ai più, ora i Big Data sono oggetto di continui dibattiti e analisi. Per coloro che saranno in grado di gestirli diventeranno un’attività di business vera e propria. La Commissione Europea ha stimato in proposito che la gestione dei dati di tipo governativo potrebbe creare un giro di affari di circa 40 miliardi di euro, stimolando la crescita di nuovi servizi informativi. Non stupisce quindi l'accelerazione che ha avuto nel campo dei produttori IT la forte accelerazione di piattaforme che ne facilitino gestione e fruizione ai fini del business.

Anche la virtualizzazione rivestirà un ruolo crescente, ma non solo nelle piattaforme IT per supportare  riduzione di Capex e Opex. Quello che si preannuncia è che le transazioni saranno sempre più automatizzate e la collaborazione tra strutture distribuite si farà sempre più virtuale. Di conseguenza anche la funzione degli archivi fisici e, più in generale, degli uffici è destinata a cambiare. Oggi le transazioni bancarie sono per la maggior parte automatizzate e le filiali ricoprono sempre più un ruolo consulenziale anziché operativo. Questa tendenza interesserà anche altre strutture che fungono da interfaccia con la clientela.

Un forte cambiamento interesserà anche il management delle aziende. Si avrà un progressivo spostamento verso processi decisionali decentralizzati. Significativi i punti di vista dei manager aziendali, che per quasi i due terzi ritengono che nelle aziende si stia già affermando un modello gestionale decentralizzato. In pratica, ciò significa che i processi decisionali si sposteranno sempre più dal board aziendale ai singoli dipendenti, che necessariamente dovranno essere maggiormente responsabilizzati e godere di maggior autonomia decisionale.

Nuovi modelli decisionali distribuiti

Quello della decentralizzazione decisionale è sempre stato un punto controverso, perché implica un forte cambiamento del modello organizzativo, una cessione (apparente o meno che sia) di responsabilità, lavorare per obiettivi, eccetera. Scelta di certo non facile per manager abituati ad esercitare un forte controllo sulla propria area di competenza.

In passato le strutture decentralizzate venivano criticate poiché si riteneva fossero inefficienti, causassero duplicazioni di responsabilità e non consentissero di intraprendere una direzione strategica coerente. In non pochi casi ciò ha corrisposto alla realtà, ed è il rischio che corrono i pionieri, ma oggi, grazie alla tecnologia, la situazione appare fortemente mutata. E la strada sembra obbligata. 

Il motivo è semplice. I responsabili aziendali appaiono convinti che entro il 2020 saranno i clienti a costituire la fonte principale di idee per nuovi prodotti o servizi e che questo nuovo approccio vada incoraggiato. E solo una struttura flessibile e rapida nel recepirne i bisogni sarà in grado di reggere le sfide del mercato. Alla base di questo nuovo approccio, dovrà necessariamente esserci una rete di processi aziendali integrati tale da permettere .ai dipendenti di gestire le informazioni in modo efficiente,ovunque si trovino, in modo da poter prendere rapidamente le corrette decisioni. 

Peraltro, come già avviene in alcuni casi, sarà sempre più adottato (lo prevede oltre l'85% dei manager) un approccio al progetto di nuovi servizi e prodotti basato su team al cui interno ci saranno anche rappresentanti dei clienti, dei partner e delle comunità. Questa evoluzione appare in effetti obbligata. Il ciclo di vita dei prodotti continua ad accorciarsi e solo con il coinvolgimento diretto dei clienti che ne sono il target di vendita si può essere ragionevolmente sicuri della sua accettazione da parte del mercato prima che diventi generazionalmente vecchia.

Le sfide da affrontare sono quindi numerose e alle aziende è richiesto un forte impegno, ha osservato Ricoh facendo notare come a tutt'oggi nel 40% delle imprese europee i processi documentali critici siano ancora basati su documenti cartacei e solo poco più del 20% abbia implementato workflow automatizzati, un passo obbligato per arrivare a modelli decisionali decentralizzati.