Veeam, le previsioni tecnologiche per il 2020

Abbiamo incontrato Albert Zammar, Vice Presidente Southern Emea di Veeam, che ci ha raccontato cosa aspettarci il prossimo anno dal mondo IT

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a cura di Antonino Caffo

Il 2020 è alle porte e con esso un sacco di aspettative nel mondo IT. Potremmo considerare una tecnologia su tutte, il 5G, ma è evidente che le prime vere e proprie applicazioni ci saranno più in avanti, tali da far capire davvero le potenzialità dello standard.

Nel corso del 2019, le innovazioni tecniche hanno dimostrato di poter trasformare aziende e comunità. Proprio dalle prime implementazioni del 5G al consolidamento di intelligenza artificiale e machine learning, i passi per uno sviluppo ulteriore della produttività sono più che avviati.

Da un punto di vista IT, sono tanti i trend che proseguiranno nel 2020. Ad esempio, l'affermazione del modello on-premises e del cloud pubblico, che acquisiranno una rilevanza simile e come essi l'adozione dell'hybrid. Abbiamo allora approfittato della disponibilità di Veeam, nome di spicco nel campo delle soluzioni di backup fondate sul Cloud Data Management, per delineare assieme cosa ci riserverà il nuovo anno.

«Il cloud sta diventando il modello di implementazione più utilizzato e l’85% delle aziende si definisce prevalentemente hybrid-cloud o multi-cloud» ci dice Albert Zammar, Vice Presidente Southern Emea di Veeam.

«Ciò comporta problematiche di sicurezza e data privacy, che restano due delle maggiori preoccupazioni dei decisori IT. Nel 2020, le minacce cresceranno e di conseguenza le aziende dovranno essere certe che la totalità dei dati possa essere ripristinata».

Per accogliere al meglio le necessità proprio di cloud-security, Veeam si è inventata una sorta di "licenza universale", con cui la compagnia consente di proteggere i dati ovunque essi siano, in termini di provider.

«Questa è una importante novità, unica sul mercato. Ciò si unisce alle innovazioni in termini di software, che si avranno con la versione 10 della piattaforma. Tra queste il supporto nativo per i Nas, la protezione degli ambienti AWS come di quelli Azure, per effettuare un backup e riportare i propri dati in casa, in maniera semplice e diretta».

Parlando proprio di Cloud Data Management, Veeam vede un aumento della mobilità e della portabilità delle informazioni. «Le aziende si affideranno al Cloud Data Management per garantire la disponibilità dei dati in tutti gli ambienti di storage. I dati devono essere fluidi nel panorama ibrido e multi-cloud e la capacità del Cloud Data Management di aumentare la mobilità e la portabilità dei dati ha fatto sì che diventasse un mercato a sé stante».

Non a caso, stando al report Veeam Cloud Data Management del 2019, le aziende hanno programmato di investire in media 41 milioni di dollari per l'implementazione di tecnologie di Cloud Data Management quest'anno e il trend non scenderà.

Oltre a ciò, la disponibilità dei dati, i Service Level Agreement (SLA) e le aspettative aumenteranno nei prossimi 12 mesi, mentre la soglia per i tempi di inattività, o qualsiasi discontinuità del servizio, continuerà a diminuire. «Di conseguenza, l'enfasi del processo di backup e ripristino si sposterà verso quest’ultimo».

Veem ha visto una crescita del 26% delle subscription, che è il modello che più di altri amplia la propria base. Altri numeri del gruppo, a livello globale, vedono il raggiungimento di 355 mila clienti e un aumento di 4 mila clienti al mese. Gartner ha riconosciuto la solidità di Veeam posizionandola nel Magic Quadrant per il quinto anno consecutivo, a prova di una della leadership di settore.

A conclusione, il numero di applicazioni che le imprese classificano come mission-critical aumenterà nel 2020, aprendo la strada ad uno scenario in cui ogni applicazione è considerata prioritaria. «In precedenza, le organizzazioni sono state preparate a distinguere tra applicazioni mission-critical e non mission-critical. Poiché fanno oggi affidamento sulla loro infrastruttura digitale, la capacità di fare una distinzione diventa molto difficile».

Anche perché i tempi di inattività delle applicazioni costano alle organizzazioni un totale di 20,1 milioni di dollari a livello globale, con un costo medio di 102.450 dollari all'ora per la perdita di dati delle app mission-critical. «La verità è che ogni applicazione ha un’importanza critica e Veeam lavora proprio per proteggerle al meglio».