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Worldline Merchant Services segna la nuova era dei pagamenti digitali

Lo sbarco nel nostro Paese, con l’acquisizione di Axepta Italia, avviene in un momento storico determinante per il consolidamento dei pagamenti digitali

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a cura di Antonino Caffo

Editor

Pubblicato il 08/07/2022 alle 10:07

Worldline è leader in Europa nel settore dei pagamenti digitali, con 20.000 dipendenti di cui 7.000 ingegneri che lavorano nel team innovazione. Sono 1 milione e 100 mila i merchant gestiti nel continente e una presenza molto forte in tutti i paesi europei, con un’espansione in essere nel sud est asiatico.

Un passo importante per l’ingresso in Italia è arrivato con l’acquisizione, da parte di Worldline, di Axepta Italia, società di gestione dei pagamenti di BNL BNP Paribas (220.000 terminali gestiti, 300 milioni di transazioni (stima 2021), con il 5% di market share e circa 37.000 clienti. In questo modo, il gruppo transalpino punta a diventare un player di riferimento nel nostro Paese, con il leader Nexi.

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Ne abbiamo parlato con Stefano Calderano, Country Manager Italia di Worldline Merchant Services, che ha già guidato la Direzione Marketing Retail di Banca Intesa e ancora prima la Divisione BancoPosta di Poste Italiane, contribuendo alla creazione di uno dei maggiori casi di successo nel mercato dei servizi finanziari italiani.

«L’obiettivo di Worldline Merchant Services è porsi in una modalità “user friendly” verso i suoi clienti. Lo faremo creando una rete locale con istituti consolidati portando nel segmento le nostre economie di scala, grazie al fatto che già operiamo a livello internazionale.

Il mondo dei pagamenti si sta sempre più concentrando, con margini molto bassi e dove è dunque fondamentale avere volumi importanti per continuare a essere competitivi. Pensare di poter gestire solo una country in Europa non è possibile ed è il motivo per cui abbiamo un piano di integrazione con il gruppo Worldline che vedrà, nei prossimi anni, rinnovare concretamente lo scenario».

Ma cos’è più importante in questo mondo al giorno d’oggi? «Sicuramente la capacità di innovazione è molto importante. Investiremo 1 miliardo di euro in innovazione nei prossimi 3 anni, con 330 milioni all’anno, una cifra che pochissimi player al mondo possono permettersi ma il minimo per poter cambiare in maniera fattiva il mercato». La filosofia di Worldline è di mettere a fattor comune la conoscenza localizzata con le capacità di innovazione a livello internazionale.

Proprio l’internazionalità, secondo Stefano Calderano, può essere un punto di differenziazione dai player che sono già presenti in Italia. Il riferimento è ancora a Nexi, soggetto nostrano che si sta espandendo anche all’estero mentre Worldline, anche tramite l’idea di joint venture, tende a seguire il percorso inverso, ottimizzando le esperienze globali per calarle in quelle nazionali. «Lato nostro, cerchiamo sempre di dialogare con le banche per cercare di soddisfare le diverse e specifiche esigenze degli istituti».

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Lo scenario italiano

«Lo scenario italiano ha visto, negli ultimi anni causa Covid, un’accelerazione dei fenomeni di digitalizzazione dei pagamenti digitali. Nonostante restiamo indietro ad alcuni paesi europei, come quelli del Nord, non possiamo che sottolineare come anche il governo abbia lavorato per trainare i cittadini verso i nuovi metodi di acquisto, disincentivando l’utilizzo del contante».

«Certo è che alcuni programmi, terminati troppo presto, potevano essere rinnovati ma i tempi, anche da noi, sono maturi. Il mercato interno cresce a ritmi certamente più elevati e siamo convinti che aziende come la nostra possono contribuire, insieme ai decisori pubblici, a ottimizzare ulteriormente il contesto».

Secondo il manager, l’evoluzione dei pagamenti digitali dipende molto anche dai terminali utilizzati dagli utenti, ossia gli smartphone. Il riferimento è all’arrivo del “SoftPOS”, ossia la possibilità che il terminale mobile (come il tablet) del merchant possa diventare una sorta di pos per accettare i pagamenti.

Worldline si attiverà su Android il prossimo anno, più o meno quando Apple trasformerà i suoi iPhone in tool per ricevere i pagamenti.

«Oltre a ciò, guardiamo anche alla gestione di strumenti di simil-pagamento, come i buoni pasto, oppure i programmi di loyalty per aumentare la user experience degli utenti. Anche in questo caso l’innovazione la fa da padrone con il pos tradizionale che diventa un piccolo tablet, dove è caricato Android, così da ampliare le opportunità di acquisto e di esigenze dei consumatori. I terminali ‘sconnessi’, che caratterizzano ancora molti esercenti, presto verranno sostituiti da controparti smart o addirittura dai soli smartphone».

Come conclude Calderano, il pagamento di beni e servizi, in una esperienza di acquisto, deve sempre più incontrare il cliente sulle strade che ha scelto, come metodologie di acquisto digitali. «A quel punto, non sarà più lo strumento a fare la differenza ma il servizio. Ovunque esso sia, in qualsiasi momento».

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