Assassin's Creed: Blade of Shao Jun, la recensione del primo volume

Assassin's Creed: Blade of Shao Jun Vol. 1 è la prima parte dell'adattamento manga del franchise di Assassin's Creed.

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a cura di Giovanni Arestia

Assassin's Creed: Blade of Shao Jun Vol. 1, edito e pubblicato in italiano da Planet Manga di Panini Comics, è la prima parte dell'adattamento in formato manga di Assassin's Creed Chronicles: China di Ubisoft, un videogioco a scorrimento laterale 2.5D spinoff dell'omonimo franchise principale che è stato rilasciato nel 2015. Sebbene il manga abbia debuttato in Giappone ad ottobre 2019 (ed è già giunta al termine a giugno del 2021), questa versione arrivata nelle librerie a novembre è la prima vera possibilità per i fan italiani di immergersi nel mondo di Shao Jun.

Prima di addentrarci nella recensione vera e propria, bisogna sottolineare come i giochi facenti parte dell'universo Chronicles siano famosi per un'accentuata leggerezza sia nella caratterizzazione che nella trama, pertanto l'autore del manga Minoji Kurata ha avuto una grande libertà di manovra quando si è trattato di adattare il gioco all'opera letteraria. Ecco, quindi, come Blade of Shao Jun Vol. 1 è riuscito a introdurre una storia avvincente e familiare che celebra al meglio il franchise di Assassin's Creed nella sua prima vera rappresentazione in formato manga.

Assassin's Creed: Blade of Shao Jun Vol. 1, gli assassini orientali a fumetti

Per quanto riguarda la storia, quella di Shao Jun raccontata nell'opera di Kurata segue il filone narrativo pressoché identico a quello del gioco di Ubisoft. L'assassina si ritroverà ad affrontare le Otto Tigri, ovvero una fazione dei Templari che minaccia la Cina del XVI secolo. A differenza del videogioco, però, Blade of Shao Jun ha il vantaggio di concentrarsi prima sui personaggi e poi sulla storia in un connubio ben equilibrato e soddisfacente. Il manga, infatti, attinge anche da altre apparizioni della protagonista nella serie Assassin's Creed, donando una narrativa che salta nel tempo e consente ai lettori di conoscere l'assassina in ogni sua sfaccettatura impostando correttamente ed efficacemente la posta in gioco per il proseguo della storia.

Per chi non lo sapesse, inoltre, Shao Jun è apparsa per la prima volta nel cortometraggio animato intitolato Assassin's Creed: Embers pubblicato nel 2011 come conclusione della storia del maestro assassino Ezio Auditore. Shao Jun, infatti, è stata Maestra e Mentore del ramo cinese della Confraternita degli Assassini durante il Rinascimento. Era la concubina dell'imperatore, ma poi venne salvata dagli Assassini, al cui servizio dedicò poi il resto della sua vita. Dopo il declino del loro ramo della Confraternita, Shao Jun ed il suo Mentore Zhu Jiuyuan partirono per l'Italia per chiedere l'aiuto del Mentore degli Assassini italiani, Ezio Auditore da Firenze. Il manga si apre con la drammatica scena dell'anziano mentore dell'assassina che le chiede di trovare l'ormai anziano Ezio e con la stessa protagonista che giura che un giorno tornerà a far rivivere la confraternita per vendicarsi del male ricevuto.

La trama principale è, quindi, ambientata due anni dopo quando Shao Jun torna nel suo Paese d'origine e inizia la sua caccia. Al contempo il manga sfrutta al massimo la connessione di Ezio Auditore, ripensando e adattando i momenti tra Jun ed Ezio di Embers. È proprio quest'ultimo ad aver affidato a Shao Jun una preziosa scatola che contiene una reliquia della civiltà dei Precursori che purtroppo cade nelle mani dei Templari (in particolare facciamo la conoscenza di Gao Feng) dopo che la protagonista viene catturata. La storia, quindi, prosegue tra fughe, atti di eroismo e colpi di scena nei quali fa capolino la lama nascosta tenuta sulla punta dello stivale a differenza della classica lama celata di altri assassini tra cui Ezio Auditore, il tomahawk di Conner o la frusta di Aveline.

Modernità e tradizioni vanno a braccetto

Assassin's Creed: Blade of Shao Jun avrebbe potuto semplicemente attenersi alla trama principale del gioco e seguire la vendetta di Jun, invece rispetta diligentemente la formula di Assassin's Creed con numerose caratterizzazioni dei personaggi e intrecci che i lettori vivono con una costante curiosità merito anche di una storia moderna e in parte inedita. Le sezioni odierne del franchise sono un elemento di divisione tra i fan: da molti viene considerato un tropo che rasenta il cliché, ma per fortuna Kurata cerca di divertirsi un po' con originalità e grande dinamismo. Ad esempio, in questa ambientazione, i ricordi di Shao Jun vengono esplorati dalla sua discendente Lisa Huang che vive nel tecnologico Giappone la quale crede di far parte di uno studio di terapia radicale, in cui si offre volontaria, sperando di curare le sue tendenze violente.

Nel complesso, quindi, la storia trasversale ambientata nell'era moderna funziona ed è abbastanza diversa da quella, ad esempio, di Layla o Desmond che non sembrano avere un collante coerente e ben equilibrato con l'intera trama del videogioco. La storia di Lisa è, pertanto, molto adulta e impegnativa poiché la ragazza si trova immersa in una vera e propria trappola di cui non conosce, in realtà, la sua esistenza e sarà molto interessante scoprire fino a dove si spingerà questa trama parallela. Oltre a ciò, il manga fa di tutto per abbracciare gli iconici elementi di Assassin's Creed e quindi osserviamo Jun mentre compie diversi "salti della fede" meravigliosamente disegnati in tutto il primo volume.

Kurata ha incluso anche personaggi storici dell'epoca, un altro tropo caratteristico della serie, con la conseguente trasformazione, ad esempio, del filosofo neoconfuciano Wang Yangming in un maestro assassino. A tal proposito, in modo tanto curioso quanto intelligente, il manga si prende anche un momento per spiegare chi è Yangming, assolutamente necessario e positivo per il pubblico occidentale che potrebbe non conoscerlo. L'unico inconveniente è che, sebbene la resa artistica complessiva sia attraente, è scarna in alcuni punti. È abbastanza evidente come ci siano alcune tavole che hanno ricevuto una cura nei dettagli maggiore rispetto ad altre. Nonostante ciò, nulla risulta sciatto o poco attraente e l'azione scorre bene pagina dopo pagina.

Conclusioni

Nel complesso, quindi, Assassin's Creed: Blade of Shao Jun, Vol. 1 è un solido inizio per un'emozionante rivisitazione. Kurata riesce a inserire perfettamente alcuni elementi extra della trama generale, ma fortunatamente riesce a trovare sempre la strada per tornare a Shao Jun e alla sua storia principale. È proprio questa caratteristica che rende l'opera attraente e davvero unica.