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Black Kiss Omnibus: l'America nascosta di Howard Chaykin

saldaPress pubblica Black Kiss Omnibus, volume che raccoglie l'intero ciclo di Black Kiss, il fumetto cult di Howard Chaykin

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a cura di Manuel Enrico

In più di un’occasione il medium fumetto è divenuto uno strumento di analisi e critica della società contemporanea tagliente ed efficace, capace di identificare le pecche della quotidianità e mostrare la verità accuratamente nascosta dietro maschere di perbenismo e ipocrisia. Se oggi questa tendenza viene esercitata con maggior libertà, il merito è di autori che in passato, specialmente negli anni ’80, hanno deciso di infrangere le ultime barriere di rigido controllo morale imposto al fumetto, liberandosi ulteriormente degli ultimi vincoli imposti dal Comics Code Authority. Solitamente si tende a vedere in lavori epocali come Il Ritorno del Cavaliere Oscuro o Watchmen gli esempi di questa grinta autoriale, ma esulando dal contesto supereroico sono altre le opere che hanno scardinato degli stantii punti fermi del comics autoriale del periodo, una conquista che ora si può rivivere con Black Kiss Omnibus, volume di saldaPress che raccoglie, per la prima volta al mondo, l’intero arco narrativo di questa irriverente opera di Howard Chaykin.

A un primo impatto, Black Kiss Omnibus rischia di essere relegato al semplice ruolo di fumetto pornografico, ma il cuore narrativo di questa saga parla di un’America, anzi di più Americhe, autentiche, delle loro idiosincrasie e perversioni, senza voler edulcorare il tutto con la morale retorica tipica dell’american way, ma proponendo un ritratto autentico di cosa dietro i sorrisi e le convenzioni sociali. Trovare un giusto punto di equilibrio tra quelle che sembrano essere due componenti inconciliabili è il dono dei grandi maestri, e non è un caso che saldaPress abbia deciso di omaggiare il lavoro di Chaykin inserendolo all’interno della collana Maèstro, un titolo assolutamente meritato dal frizzante autore americano.

Black Kiss Omnibus: vampiri, corruzione e sesso

Per accompagnare l’uscita di Black Kiss Omnibus, saldaPress ha voluto organizzare un incontro online con Howard Chaykin, occasione perfetta non solo per sviscerare alcuni aspetti della saga con il suo creatore, ma anche per offrire la possibilità di comprendere al meglio la verve narrativa di Chaykin, interagendo, seppure da remoto, con uno degli autori più estrosi del mondo dei comics. Durante l’incontro, Chaykin non si è mai sottratto a nessuna domanda, ha regalato uno spaccato sincero e autentico del suo operato, concedendosi a battute rivelatrici e sorprendendo, all’occorrenza, con alcuni aneddoti che rivelano una mente irriverente e perfetta per interpretare la sua contemporaneità. Motivi più che sufficienti per confermare la frase con cui Chaykin stesso apre l’introduzione al volume di saldaPress:

“Non ho mai voluto essere un pornografo di fama internazionale”

Quella che sembra un semplice battura è la chiave interpretativa di un’opera che si muove più livelli di lettura, in cui il forte impatto visivo è solo il primo, il più violento e immediato, se vogliamo, ma sufficientemente rivelatore di una realtà più profonda e reale. Prima ci si riferiva a opere di nomi celebri come Moore e Miller per identificare un periodo di rivoluzione nella narrativa supereroica, che si avvicinava sempre più al reale, a un aspetto umano e privo di ipocrisia dell’umana condizione. Chaykin, che pur aveva familiarità con i metaumani e le regole del fumetto mainstream, segue un’altra strada, vuole andare contro ogni convenzione (anzi, imposizione) narrativa per mettere a nudo i vizi e le contraddizioni di un’America che si ritrova a dovere fare i conti con una reazione conservatrice alle dinamiche rivoluzionarie e liberiste del ventennio precedente.

Come rileva giustamente Paolo Interdonato nella postfazione del volume, Chaykin compone il primo arco narrativo di Black Kiss nel periodo in cui gli States sono governati dal conservatore Reagan, dove le prime avvisaglie del diffondersi dell’HIV impatta sulla società, portando alla nascita di una mentalità che vede nell’omosessualità e nel divergere dal ‘normale’ come la fonte di ogni male. La stessa genesi dell’opera, come ha raccontato un divertito Chaykin, nasce grazie al suo esser stato parte di una cultura alternativa del periodo, dove quello che per l’establishment era una macchia da estirpare diventava un segno di libertà e di controcultura. La New York del periodo in cui si muoveva Chaykin era un perfetto ritratto di questo periodo, e non sorprende che la Grande Mela in quegli anni fosse il teatro di gran parte delle manifestazioni della narrativa controcorrente e critica, come visto per 1997: Fuga da New York.

1988, Los Angeles. Cass Pollack, jazzista con un passato turbolento, finisce all’interno di una catena di venti che coinvolge poliziotti corrotti, misteriose attrice e prostitute, tutti intenti a cercare una pellicola pornografica che potrebbe sconvolgere la società. Accusato ingiustamente dell’omocidio della moglie, Pollack cerca di scagionarsi dall’accusa, accettando di svolgere un incarico rischioso: recuperare il famigerato film.

A costringerlo, è l’ex attrice di film porno Berverly Grove, che assieme alla sua amante, la trans Dagmar Laine, coinvolge Cass in una storia che lo vedrà scontrarsi con sette segrete, poliziotti traditorie e vampiri. Un primo passo per Cass in un mondo violento e eroticamente sconvolgente, che cambierà per sempre la sua esistenza.

Oltre i limiti della morale per ritrarre l'America

Con Black Kiss, Chaykin decide di infrangere ogni tabù, trasformare quello che è sempre stato un elemento critico della società americana, la sessualità, in uno slancio narrativo che interpreti al meglio una narrazione basata sulla dualità. I suoi personaggi vivono su due piani, si muovono con una maschera all’interno del quotidiano, del pubblico, per poi lasciar emergere una natura più libera e ferina al riparo da occhi indiscreti, cercando anime affini che siano parte di questa loro affannosa ricerca di liberazione. Il sesso, in quest’ottica, non è più una semplice manifestazione pornografica, ma è parte di un meccanismo di rilascio della ansie e pulsioni interiori, l’amplesso diviene catarsi emotiva, si concretizza tanto nello sforzo muscolare e organico che nel dialogo libero, che tende a mostrare una parità tra uomini e donne. È interessante notare come i due sessi sembrino trovare un’uguaglianza, quando non addirittura un ribaltamento del solito ruolo percepito, proprio nella libido.

Chaykin, per sua ammissione durante la nostra chiacchierata, mirava a mostrare la vita dentro le mura, si poneva domande che, in quel periodo, portarono a risposte che voleva interpretare liberamente. Eccellente, dunque, puntare a una storia dai tratti hard boiled, in cui la violenza fisica e linguistica è un tratto comunemente accettato, arricchendola con una presenza vampirica, che nella seconda metà del ‘900 aveva unito alla dualità tradizionale del succhiasangue una componente erotica e seducente. Giocando su questi due aspetti con particolare diligenza, Chaykin imbastisce una storia in cui vengono messe alla berlina la morale, toccando la Chiesa in un modo temerario, e si evidenziano brutture della società innegabili, come la corruzione che serpeggiava tra le forze dell’ordine.

Black Kiss Omnibus ha il merito, raccogliendo l’intera opera, di non limitarsi a evidenziare questo aspetto della saga, maggiormente evidente nel primo arco narrativo, ma proponendo anche Black Kiss 2 e Black Kiss: Nero Natale mostra anche il cambio di percezione di Chaykin rispetto alla sua creazione. Black Kiss 2 diviene un ritratto della storia americana da inizio ‘900, ritratto di una finzione che, ironicamente, si intreccia all’evoluzione della finzione per eccellenza: il cinema. I personaggi, ancora coinvolti in una spirale di sesso e violenza, hanno una maggior definizione e vengono approfonditi i trascorsi dei protagonisti del primo arco narrativo, dando maggior definizione all’elemento vampirico, abbozzato in Black Kiss, ma che ora assume il ruolo di perno su cui trova fondamento l’intera opera.

Costante tra tutti i diversi capitoli di Black Kiss Omnibus è il tratto espressivo e realistico di Chaykin. Sembra incredibile che la stessa mano sia stata autrice delle prime trasposizioni di Star Wars firmate Marvel (vedere Star Wars Classic Collection di Panini per credere), ma in Black Kiss Chaykin padroneggia con incredibile talento la bicromia, esaltando l’aspetto violento e sensuale delle sue tavole, con una gestione impeccabile della griglia. Le espressioni dei personaggi sono perfetto veicolo per le emozioni di Cass e dei protagonisti, una tensione umorale che si rispecchia nella fisicità dei personaggi, con un utilizzo della nudità che, se da un lato mira a scandalizzare, dall’altro è parte integrante del tessuto narrativo della storia.

Gestire la pubblicazione di un’opera così variegata non era semplice, ma l’edizione di saldaPress rappresenta la lettura ideale del lavoro di Chaykin. Accanto alla scelta corretta di una carta che valorizzasse la bicromia di Chaykin, saldaPress ha optato per la presenza di una seria approfondimenti che rendono merito all’intuizione narrativa di Chaykin, contestualizzando storicamente uno dei fumetti più irriverenti e profondi dell’underground fumettistico.

Voto Recensione di Black Kiss Omnibus



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Libertà narrativa ed espressiva i massimi livelli

  • - Chaykin scandalizza, affascina e ritrare l'America privata

  • - Tavole travolgenti e scandalosamente affascinanti

  • - Edizione di saldaPress sontuosa

Contro

  • - Adatto solamente a un pubblico adulto

Commento

Con Black Kiss, Chaykin decide di infrangere ogni tabù, trasformare quello che è sempre stato un elemento critico della società americana, la sessualità, in uno slancio narrativo che interpreti al meglio una narrazione basata sulla dualità. I suoi personaggi vivono su due piani, si muovono con una maschera all’interno del quotidiano, del pubblico, per poi lasciar emergere una natura più libera e ferina al riparo da occhi indiscreti, cercando anime affini che siano parte di questa loro affannosa ricerca di liberazione

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