Call of the Night 1, recensione: il richiamo della notte

J-Pop Manga porta in Italia Call of the Night 1, manga scritto da Kotoyama, a metà tra horror e slice of life.

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a cura di Beatrice Villa

Siete pronti a scoprire le profondità della notte, a esplorare un mondo diverso, seppur eguale, della vostra stessa città e incontrare una vampira che ami la dolcezza del vostro sangue? Call of the Night (Yofukashi no Uta), scritto e disegnato da Kotoyama, già autore di Dagashi Kashi, ci presenta una storia un po’ horror e un po’ slice of life, con quella punta di romanticismo che ci vuole per creare una trama nuova, frizzante e divertente. Il titolo del manga giapponese Yofukashi no uta, come scrive l’autore nella postfazione, è anche il titolo di una canzone del gruppo hip hop giapponese Creepy Nuts, che lo ha ispirato. Pubblicato in Giappone sul Weekly Shōnen Sunday di Shōgakukan dal 28 agosto 2019 l'opera consta già di 10 volumi pubblicati a partire dal 18 novembre dello stesso anno. In Italia Call of the Night è pubblicato da J-POP Manga mentre il 6 luglio uscirà anche l’adattamento anime prodotto da Liden Films.

“Qualcuno disse che il sangue umano è più buono di notte.”

Call of the Night 1: voglio diventare un vampiro anche io!

Protagonista della storia è un ragazzo di seconda media di nome Kou Yamori. Ha quattordici anni, è bravo negli studi, va d’accordo con la sua famiglia e con i suoi compagni di classe. Inoltre alle ragazze piace. Insomma, sembra un classico ragazzino senza nessun grosso problema. Ma quando una di loro gli si dichiara e lui la respinge, le ragazze prendono subito le parti dell’amica, mettendolo alle strette. E allora qualcosa cambia e la sua vita come l’aveva da sempre vissuta improvvisamente non ha più senso. Da quel giorno smette di andare a scuola e inizia ad avere problemi d’insonnia proprio perché non svolge alcuna attività durante il giorno. Inizia quindi a girovagare per le strade della sua città di notte, l'unico momento in cui può dire di sentirsi finalmente libero e appagato.

Durante una di queste passeggiate, Kou incontra una strana ragazza che si presenta con il nome di Nazuna Nanakusa. La ragazza, prima ancora di presentarsi sa che Kou soffre di insonnia, è palese e lei si propone subito di aiutarlo con il sorriso dipinto in viso. Lei sa il perché il ragazzino non riesce a dormire: Kou non ha ancora sperimentato la vera libertà e può farlo solo nella notte, il luogo in cui tutti possono essere finalmente liberi. Ma possibile che Nazuna non voglia niente in cambio del suo aiuto? Kou scoprirà subito che la ragazza è molto più di quello che appare, ma soprattutto che non è umana! È una vampira e ciò che vuole è il suo sangue perché si sa che è molto più buono e dolce durante la notte.

E allora perché non fare un patto? Kou permetterà a Nazuna di succhiare il suo sangue a patto che lei lo trasformi in un vampiro. E qui le cose si fanno interessanti. Perché affinché un vampiro possa trasformare un umano, non basta che lo morda, ma serve qualcos’altro, ovvero che quell’umano provi sentimenti per il vampiro. In altri termini deve innamorarsi di lui. Ma come può un ragazzino che non ha la minima idea di che cosa sia l’amore, provare questo tipo di sentimento per Nazuna, una Nazuna che per altro, sembra lei stessa non essersi mai innamorata. Ma non c’è altra scelta. Kou è intenzionato a diventare un vampiro per cui si impegnerà con tutto se stesso per innamorarsi della misteriosa ragazza.

Call of the Night 1: alla ricerca della vera libertà

Vi è un che di poetico in questa storia. La notte, il luogo in cui prende vita questa trama, è il simbolo della libertà e di mille possibilità. Durante la notte si apre davanti a noi un paesaggio nuovo e magico, in cui quelle solite strade che percorriamo durante il giorno hanno contorni e colori diversi, le stesse persone, quelle poche ancora sveglie, sono circondate da un’aurea differente. Pochi negozi aperti, le mille luci che illuminano il cammino. Insomma, la notte è il simbolo di rinascita.

È la notte che accoglie i nostri due protagonisti i quali sembrano potere vivere veramente solo una volta tramontato il sole. Eppure sembra esserci qualcos'altro, qualcosa che ancora rimane celato ma che si riesce a intuire. È come se questo scenario da sogno non sia altro che un modo per fuggire dalla realtà, un modo per lasciarsi alle spalle la tristezza e la depressione causate dalla monotonia della vita quotidiana, e dalle persone che non riescono a vederti veramente, dando per scontato chi sei e come dovresti vivere la tua vita.

Abbiamo infatti Kou, che proprio perché non riesce ad adattarsi alla scuola e a ciò che gli altri pretendono da lui decide di fuggire, non riuscendo più a mentire a sé stesso, lasciando finalmente cadere quella facciata che si era costruito per presentarsi agli altri. E poi abbiamo Nazuna, una solitaria vampira che sembra non avere legame alcuno nonostante abbia vissuto per molto tempo. Ci appare sempre allegra e spensierata, eppure, sotto questa sua disinvoltura pare ci sia qualcos’altro. Perché non vuole continuare la sua stirpe? Semplicemente perché non è interessata all’amore? Su di lei non sappiamo nulla di lei, chi è veramente, da dove proviene, e perché ha scelto proprio Kou. Pura coincidenza? Chissà. È impacciata e si vergogna a parlare d’amore, ma non si può dire che da questo momento la sua vita sia noiosa, perché Kou è intenzionato a non arrendersi: tutto pur di trasformarsi in un vampiro.

Ci sono molte domande che rimarranno senza risposta in questo primo volume ma che rendono la storia intrigante e mai noiosa. Nazuna è inoltre un personaggio singolare che dovrebbe fare paura proprio per la sua identità di vampiro, ma in realtà ci appare uguale a qualsiasi ragazza “della sua età”? Si mostra impacciata quando si tratta dell'amore e non riesce nemmeno a pronunciare la parola stessa. Non si può dire altrettanto per alcune battute spinte e alcuni comportamenti che potrebbe essere fraintesi. Ma al di là di queste scenette divertenti, i protagonisti, così come la storia in sé risultano unici e originali e l'autore riesce a non cadere nella monotonia né nei solti cliché.

Lo stile grafico e narrativo

La parola che mi viene in mente per descrivere lo stile di questo manga è ordinato. Si perché le vignette sono perfettamente ordinate, i balloons non escono dalle linee, il tratto è pulito e preciso. La narrazione si muove a un ritmo lento, così come lo sviluppo degli eventi e questo gioca un ruolo fondamentale per permetterci di vivere veramente la storia, per la maggior parte del tempo “tranquilla” ma che inserisce qua e là elementi d’humor e horror, e alcuni di grande impatto emotivo, che ci fanno riflettere su quanto in realtà, i due protagonisti soffrano la solitudine e il peso di una vita noiosa e senza scopo. L’autore crea così un mondo chiuso intorno ai due protagonisti, permettendo a noi lettori di entrarvi e di provare sulla nostra pelle quell'atmosfera calda e accogliente che li circonda.