Cinema, al vaglio un protocollo per ricominciare

L'industria cinematografica italiana stende il Protocollo Cinema Covid, preparandosi a riprendere i lavori nel migliore dei modi.

Avatar di Walter Ferri

a cura di Walter Ferri

Con l'avvicinarsi della ripartenza del Paese, prevista per il 3 maggio, gli operatori cinematografici si stanno ingegnando per garantire il ritorno sui set. Per compattare i tempi organizzativi, una serie di organizzazioni capitanate da Co-Rent – azienda di noleggio delle attrezzature per il cinema – sta stendendo il Protocollo Cinema Covid così da ricominciare a lavorare il prima possibile.

Trattasi di un codice di comportamento italiano mirato a garantire la sicurezza sanitaria di tutti coloro che ritorneranno sui set e negli studi. Un prontuario che i promotori descrivono come "un insieme di regole studiate sulla base delle comuni pratiche da set e pensate per adattarvisi il più possibile", regole che copriranno i comportamenti da adottare nel primo periodo post-emergenza, la cosiddetta "fase 2".

Le norme coprono ogni sfaccettatura del settore cinematografico, da quelle più ovvie a quelle minuziose e terribilmente specifiche, il tutto con l'appoggio preventivo degli esperti di medicina epidemiologica. Dall'obbligo di indossare le mascherine alla cadenzialità dei test sierologici all'intero staff, da come comportarsi in pausa pranzo al divieto di usare le fog-machine a meno che non siano impestate di disinfettante.

Affianco a Co-Rent, supportano il protocollo Genoma films, Subwaylab, macaiafilm, Itacafilm, il consorzio Arca, la piattaforma Vimove, l'associazione nazioonale dei fotografi professionisti, Masbedo e Blueshape. Il consorzio sta ora chiedendo ai tecnici del settore di partecipare al brain-storming, invitandoli a contribuire alla bozza inoltrando sul sito apposito le proprie idee e intuizioni.

Al protocollo possono aderire tutti i soggetti che hanno a che fare con l’audio-visivo, con una particolare attenzione alle società di produzione, noleggi, filmaker, associazioni di categoria, istituzioni e in generale a tutti quei soggetti che diano un contributo diretto e concreto all’organizzazione di una produzione.

Per quanto l'intento sia lodevole, le parti coinvolte ricordano che le indicazioni fornite dal Protocollo Cinema Covid sono, almeno per ora, prive di alcuna validazione scientifica. Alcune di queste non tengono conto delle osservazioni dell'Ordine Mondiale della Sanità e la bozza, una volta terminata, dovrà necessariamente essere sottoposta a un vaglio oculato.