Cryptid - L'Incubo del Lago: la recensione

Cryptid - L'Incubo del Lago: la nuova serie Sky e NOW che mescola horror e teen drama. La nostra recensione.

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a cura di Rossana Barbagallo

Un criptide, secondo la criptozoologia, è una creatura la cui esistenza è affermata da miti e leggende, ma della quale non esistono prove scientifiche. Un po’ come Loch Ness o Big Foot. O come l’essere che sembra abitare le acque del lago di una piccola cittadina svedese nel nuovo teen drama dai contorni horror Cryptid – L’Incubo del Lago. In onda su Sky e NOW, la serie TV diretta da David Berron e ideata dall'autore di graphic novel Sylvain Runberg, è approdata in Italia per portarci in un mondo che mescola mitologia nordica, creature misteriose e drammi umani. Ma è davvero così?

Cryptid – L’Incubo del Lago: la trama

Nella piccola cittadina svedese di Morkstad la relativa tranquillità viene spezzata da un avvenimento terribile: Sebastian, un giovane liceale, muore improvvisamente di una morte violenta e inspiegabile, tra i corridoi della scuola. Ad assistere al fatto l’amico Niklas, che pochi istanti prima della morte di Sebastian stava avendo un diverbio con lui. Da quel momento Niklas non solo rimane profondamente sconvolto, ma viene anche visto dai compagni di scuola come l’unico possibile colpevole. La morte di Sebastian è destinata però ad essere accompagnata da altri fatti misteriosi e orribili cui nessuno, apparentemente, sembra in grado di dare una spiegazione.

Intanto Lisa, sorella di Niklas, è tornata a Morkstad dopo diversi anni: il suicidio della madre nel lago della cittadina aveva allontanato la donna dalla sua famiglia. Strane visioni del lago e i ricordi del suicidio che riaffiorano insistentemente spingono però Lisa a tornare per indagare sempre più a fondo su quanto accaduto alla madre, fatto che ritiene connesso ai misteriosi eventi che stanno segnando la città. Vicky, la madre di Lisa e Niklas, si è realmente suicidata a causa di disturbi psichici o aveva scoperto il segreto che giace nel lago?

Mitologia nordica e teen drama

Facciamo una premessa: Cryptid – L’Incubo del Lago è stato sviluppato sulla base di idee molto interessanti. Alla scrittura della serie TV svedese troviamo infatti Sylvain Runberg, vincitore del Silver Award all’International Manga Award del 2011, nonché autore insieme a Stieg Larsson dei graphic novel basati sulla serie di romanzi Millennium.  Non stupisce quindi che la sceneggiatura risulti ricca di potenziale: da essa traspaiono le idee dell’autore capaci di forti possibilità, le ispirazioni e le intenzioni future su un papabile seguito. Cryptid – L’Incubo del Lago fa suoi quindi gli spunti tratti dalla mitologia nordica: corvi, rune, spiriti e sette religiose, dando a intendere che centri qualcosa Odino in tutto questo. L’arcano e misterioso mondo delle credenze norrene è contestualizzato in questo caso nell'epoca odierna, entrando a gamba tesa nelle esistenze di alcuni giovani liceali già stravolte da diversi problemi adolescenziali.

Sullo sfondo, un segreto che sembra strisciare sul fondo del lago poco al di fuori della cittadina protagonista della serie: un’entità misteriosa, un possibile criptide di cui sembra impossibile comprenderne forma e intenzioni, di chiara ispirazione lovecraftiana, fosse anche soltanto per il percorso di follia e morte a cui è condotto chi ha la sfortuna di incrociare tale creatura. Cryptid – L’Incubo del Lago potrebbe avere le carte in regola per essere una serie TV interessante e coinvolgente. Apprezzabile tanto da un pubblico adolescenziale che si affacci sull'età adulta, dal momento che espone con puntualità le debolezze e le necessità tipiche di tale periodo della vita. Quanto da spettatori più maturi che possano trovare nel mistero di questa trama un ottimo motivo per appassionarsi ad essa e portare a termine la visione della serie con curiosità e trasporto.

D’altra parte però, ciò che nelle intenzioni di Runberg poteva funzionare, non collima con quanto vediamo sullo schermo, già a partire da regia e montaggio. Giusto per fare un esempio, la morte di Sebastian avviene, senza troppi spoiler, già nei primissimi minuti del primo episodio, in maniera tanto violenta e improvvisa da spiazzare lo spettatore. A quella che doveva essere una scena horror, vengono però sottratte tutta la credibilità e la carica orrorifica con le sequenze successive (moltiplicate per ciascun episodio): piatte, fiacche, tanto incentrate sui drammi personali dei protagonisti che questi sembrano dimenticare talvolta che un ragazzo è letteralmente esploso in un corridoio del liceo. Il teen drama prende il sopravvento sull'horror, gli istinti dei giovani protagonisti sembrano essere più forti della necessità di scoprire la verità su un evento tanto orribile, fronteggiare lo shock sembra essere per loro così gravoso da spingerli a rifugiarsi nelle droghe, nel sesso, nelle bugie e nell'autolesionismo. È accaduto un fatto spaventoso a cui nessuno sembra voler dare la giusta spiegazione? Ok, ma prima litighiamo e raccontiamoci menzogne in maniera tanto compulsiva da risultare esasperante. I problemi, tuttavia, non sono finiti qui.

Un mistero che non c’è

Se è vero che Cryptid – L’Incubo del Lago è un teen drama che racconta con dovizia quanto possa essere sfiancante nuotare nel mare di difficoltà che sorgono con l’età adolescenziale, è altrettanto vero che quanto avrebbe dovuto essere spaventoso e ricco di mistero si trasforma in una questione tanto secondaria da smorzare l’interesse. Il paragone con Stranger Things è qui inevitabile, dove la tensione è sempre mantenuta ai massimi livelli con il giusto equilibrio di sequenze horror, suspense per tutto ciò che ancora c’è da scoprire e scorci di vita umana con tutto il bagaglio di problematiche che ne consegue. Cryptid – L’Incubo del Lago lavora per sottrazione, sembra voler mostrare il meno possibile le mostruosità celate nell'apparentemente idilliaca ambientazione, ci dà solo spizzichi e bocconi di quel mistero che sembra avere la sua origine nel lago, ma anziché accrescere la nostra curiosità la lascia morire.

La serie TV svedese è composta da 10 episodi, di circa 20 minuti ciascuno, tuttavia giungere alla fine risulta difficoltoso. L’interesse è stato spezzato, lo struggimento dei protagonisti ha annientato la suspense a causa del proprio egocentrismo, del mistero infine si possono addirittura indovinare i contorni con scarso trasporto perché gli indizi sono stati disseminati qua e là senza troppo impegno. Cryptid – L’Incubo del Lago poteva realmente spaventare, tenere viva la tensione nello spettatore, ma ha perso un’ottima occasione per lasciare un più ampio spazio a emozioni umane che a lungo andare risultano trite e ritrite. Sembra, anzi, che episodio dopo episodio tutti i personaggi facciano a gara a chi sia più bravo nel ferire i sentimenti degli altri, con atteggiamenti tanto esasperati da risultare irreali a un certo punto.

Interpretato da Julius Fleischanderl, Astrid Morberg, Maja Johanna Englangder, Amanda Lindh, Angelina Hakansson, Johan Hedenberg, Jacques Karlberg e Arvin Kananian, Cryptid – L’Incubo del Lago ha il pregio di vantare un’ottima esecuzione attoriale, soprattutto per quanto riguarda i primi tre interpreti. Non si giunge mai all'eccesso, l’esecuzione è sempre bene equilibrata e le emozioni dei personaggi sono esposte con convinzione e verosimiglianza. Il tasto dolente della serie è l’aver calcato forse troppo su tali emozioni, l’aver preferito mantenere una linea introspettiva che risulta però in una costruzione fiacca, spenta, senza il giusto mordente che una serie horror basata sugli elementi della mitologia nordica (talvolta piuttosto inquietanti) dovrebbe possedere. Del criptide di cui la serie porta il titolo, quindi, non resta che un vago ricordo e scoprirne o meno l'esistenza diventa un compito che viene portato a termine senza più l'interesse che avremmo voluto.