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Fantastici Quattro: La storia della nostra vita, i FQ come non li abbiamo letti, recensione

Fantastici Quattro - La storia della nostra vita: un modo unico di conoscere la famiglia Richards in quello che è molto più di un What If...?

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a cura di Manuel Enrico

In sintesi

Fantastici Quattro - La sotira della nostra vita: un modo unico di conoscere la famiglia Richards

Gli eroi dei fumetti non invecchiano. O almeno, questa è una regola non scritta che solitamente spinge a chiedersi come potrebbero queste vite incredibili potrebbero inserirsi all’interno di un’esistenza legata al mondo reale, in cui questi esser straordinari seguono un iter esistenziale in linea con quello di noi comuni mortali. Una domanda che nel corso dei decenni ha portato diversi autori a seguire questa ispirazione per declinare il contesto supereroico in una chiava più autentica, umana se vogliamo. Una concezione narrativa che ha consentito, in casa Marvel, di realizzare un racconto di grande fascino come Fantastici Quattro: La Storia della nostra vita.

Si potrebbe cedere alla tentazione di relegare questa tipologia di racconti alla narrativa tipica dei What if…?, i famosi mondi alternativi che sono divenuti ispirazione dell’omonima serie animata presente su Disney Plus. Opere come Fantastici Quattro – La Storia della nostra, pur essendo assimilabili a queste stroie sul piano concettuale, esulano dalla loro linearità in quanto non nascono per rispondere in modo rapido a una creazione di distopica narrazione del canone supereroico specifico del personaggio, ma hanno alla radice una volontà di maggior contatto con il reale, acuendo un principio che era caro al nume tutelare della Casa delle Idee, Stan Lee: la Marvel è il mondo fuori dalle finestre.

Fantastici Quattro - La storia della nostra vita, molto più di un What if..?

Tralasciando per un attimo il concetto di What if…? la  ricca produzione marveliana ha mostrato in diverse occasioni di saper affrontare con particolare sensibilità questa forte attinenza tra mondo reale, umanità quotidiana e i propri supereroi. Da Marvels di Ross e Busiek a Spider-Man – La storia della mia vita di Zdarsky e Bagley (opera che ha in un certo senso ispirato questa ‘altra vita’ dei Fab Four marveliani), sono diverse le storie che ci hanno mostrato come la separazione di connessione tra finzione supereroica e realtà possa esser quasi dissipata grazie alla valorizzazione umana di questi esseri straordinaria. Si dice spesso che il lato più affascinante dei supereroi sia il volto dietro la maschera, l’umanità che viene solitamente dimenticata mentre ci si emoziona con i momenti più epici di queste grandi avventure, ma storie come Fantastici Quattro – La Storia della nostra vita servono a ricordare come dietro poteri sovrumani e grandi avventure ci siano sempre aspetti estremamente quotidiani, sia positivamente che in accezione negativa.

Vedere i Fantastici Quattro riscritti sotto questa prospettiva è estremamente affascinante. Il clan Richards è parte del Marvel Universe sin dai suoi albori, ne è stato lo starting point all’epoca della Silver Age, quando erano proprio questi quattro avventurieri e un giovane studente impacciato a dare vita a quello che sarebbe poi divenuto il pantheon supereroico marveliano. Non poteva dunque esserci miglior modo di celebrare i sessant’anni dei FQ che realizzare una storia che ne omaggiasse non solamente l’importanza essenziale nel novero marveliano, ma che volesse compiere un’impresa unica: narrarne il mito, da una nuova prospettiva.

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Fantastic Four: Life Story nel 2021 ha avuto questo onore, calare i Fantastici Quattro all’interno della storia vera, incrociando il loro destino con quello della nazione in cui hanno sempre operato, gli Stati Uniti. La loro esistenza viene a collimare con quella della loro nazione, dividendosi in sei capitoli che, alternando le voci narranti dei quattro eroi, consentono di lasciare emergere la vera essenza di questa compagnia di eroi, dando forma anche ad aspetti intimi che difficilmente sono stati affrontati nella loro pluriennale vita editoriale.

I punti saldi del loro mito sono stati rispettati da Russell, che ha cercato di strutturare una storia che risultasse sinergica al mondo reale. Partendo dal loro viaggio nel cosmo, origine dei loro poteri, arrivando sino ai giorni nostri, i Fantastici Quattro diventano una sorta di analisi familiare in cui crisi personali e influenze del mondo esterno si trovano a creare una mosaico emotivo appassionante e realistico. Anche spietato, drammatico, in alcune circostanze, grazie a una scrittura estremamente lucida e sentita di Russell, che non manca di lasciar trapelare aspetti ossessivi e umanamente fallaci di Reed Richards, mitigandoli con le comprensibili frustrazioni di Susan Storm o la sempre spiazzante umanità di Ben ‘La Cosa’ Grimm, che assieme al ritratto sorprendentemente maturo di Johnny Storm rimane uno dei tratti meglio caratterizzati da questa vita alternativa. I Fantastici Quattro si sono sempre presentati mostrando al lettore alcuni tratti che ricordano, come giusto che sia, difficoltà domestiche, frutto di una vita che richiede di conciliare pubblico e privato. Volenti o nolenti, i Fantastici Quattro sono una delle colonne portanti del Marvel Universe, e questo li rende anche dei soggetti cui affidare l’interpretazione della complessità delle dinamiche familiari, ruolo assunto in un secondo momento anche dagli X-Men, altra famiglia marveliana, seppur in accezione diversa.

Russel si fa interprete di questa tradizione della famiglia Richards, coniugandola alla pressione delle ossessioni di Reed o alla voglia di mostrare una propria indipendenza da parte di Susan. Alle vicende supereroiche, che ruotano attorno all’arrivo di Galactus profetizzato da Reed ma non ascoltato da nessuno, si alternando i momenti di tensione familiare, la perdita del legame intimo che soccombe alla freddezza e al distacco. Con sensibilità e garbo, Russell ci guida nella dimensione intima dei personaggi, evita la trappola del giudizio ma lascia che siano i pensieri e le azioni dei protagonisti stessi a raccontarsi, limitandosi a enfatizzare la loro spiazzante umanità. Il tutto ripercorrendo momenti riconoscibili del mito marveliano, dalla presenza della Silver Centurion di Iron Man (la stessa comparsa alla fine delle prime Armor Wars) allo Spidey con il costume-simbione post Secret Wars, arrivando a consegnare il mondo a una nuova generazione di eroi, facendo comparire Miles Morales e Ironheart.

Un modo unico di conoscere la Fantastic Family

Il tutto supportato da un cast artistico composto da Sean Izaakse, Francesco Manna, Carlos Magno, Zè Carlos e Angel Unzueta, che intrepretano al meglio le idee di Russell. Tavole che alternano eroismo e umanità, con costruzioni libere che riescono a veicolare al meglio la forte emotività dei personaggi, supportati dalla colorazione di Woodard, che eccelle, in particolare, nel dare ulteriore vitalità alle tavole spaziali di questa storia.

Panini pubblica Fantastici Quattro – La Storia della nostra vita in un volume solido, in linea con la tradizione editoriale della casa editrice, in cui sono assenti extra che avrebbero potuto rendere ancor più appassionante la lettura, specialmente inserendo dei piccoli inserti di approfondimento che consentissero anche ai lettori meno avvezzi alla vita americana di aver chiarimenti in alcuni passaggi, specie nei riferimenti storici. Fantastici Quattro – La Storia della nostra vita è una lettura imperdibile, adatta anche a chi non conosce la storia della famiglia Richards, ma che potrebbe apprezzare una racconto che, facendo propri i dogmi di una letteratura emotiva e socialmente contestualizzate, può essere considerato come un grande romanzo contemporaneo

Voto Recensione di Fantastici Quattro - La storia della nostra vita



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Riscrittura emozionante del mito dei FQ

  • - Russell intreccia la meglio la storia degli eroi con quella reale

  • - Impianto grafico di alto livello

Contro

  • - Contenuti di supporto storico sarebbero stati apprezzati

Commento

Russel si fa interprete di questa tradizione della famiglia Richards, coniugandola alla pressione delle ossessioni di Reed o alla voglia di mostrare una propria indipendenza da parte di Susan. Alle vicende supereroiche, che ruotano attorno all’arrivo di Galactus profetizzato da Reed ma non ascoltato da nessuno, si alternando i momenti di tensione familiare, la perdita del legame intimo che soccombe alla freddezza e al distacco. Con sensibilità e garbo, Russell ci guida nella dimensione intima dei personaggi, evita la trappola del giudizio ma lascia che siano i pensieri e le azioni dei protagonisti stessi a raccontarsi, limitandosi a enfatizzare la loro spiazzante umanità.

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