Gli Scarabocchi di Maicol&Mirco: incontro con Michael Rocchetti

Un incontro dedicato a Gli Scarabocchi di Maicol&Mirco con il fumettista Michael Rocchetti, per parlare del nuovo volume CRACK e del ruolo dell'artista.

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a cura di Rossana Barbagallo

Scarabocchi neri su sfondo rosso dall'apparenza minimalista, ma che in realtà contengono tutte le sfaccettatture e i dilemmi intrinseci nella natura umana: sono Gli Scarabocchi di Maicol&Mirco, raccolti da Bao Publishing in un'Opera Omniagiunta al suo quarto volume, intitolato CRACK. Dietro l'immediata risata che spesso strappano ai loro lettori, Gli Scarabocchi mettono infatti sul piatto tutta la verità, nient'altro che la verità: cruda, cattiva, sarcastica, laida, stanca. Ecco perché abbiamo chiesto a Michael Rocchetti, autore che fa le veci anche di Mirco (forse), di spiegarci i suoi personaggi e le loro vicissitudini. Che poi sono anche le nostre.

Un incontro con Maicol&Mirco per raccontarci l'ultimo volume della raccolta, CRACK, tra i drammi esistenziali dell'uomo comune divenuto scarabocchio e i retroscena della realizzazione dell'opera.

Chi sono Maicol&Mirco

Difficile non fare parte della cerchia di fan che segue Gli Scarabocchi di Maicol&Mirco sui social network. Con oltre centosessanta mila like su Facebook e circa cinquantamila su Instagram, le strisce rosse dalle illustrazioni nere sono diventate un vero marchio di fabbrica che da quasi dieci anni, giorno dopo giorno, ci raccontano l'umanità in tutta la sua spietata realtà. Se tuttavia non conoscete Maicol&Mirco, vi raccontiamo brevemente chi sono.

Approdati sul web nel 2012, hanno conquistato in breve tempo il pubblico con battute flash dal sapore cinico ma alquanto realistico, pronunciate da scarabocchi (letteralmente) che assumono le forme più disparate. Il tutto, all'interno di pagine rosse che difficilmente sarebbero potute passare inosservate, complici le frasi e i dialoghi dei propri personaggi che formulano riflessioni e conclusioni sull'amarezza e la crudeltà dell'esistenza mentre sono intenti, talvolta, a suicidarsi o a "fregare il prossimo" (per usare un eufemismo).

L'unico personaggio che presenta sempre una forma definita è Dio, un triangolo con un occhio al centro, di cui tuttavia gli altri protagonisti sono alla continua ricerca o impegnati ad evocarlo attraverso dubbi mistici (e parecchie bestemmie). Nel 2017, Bao Publishing ha pubblicato a tal proposito la prima opera cartacea di Maicol&Mirco sull'argomento, ovvero Il Papà di Dio (abbandonando temporaneamente per l'occasione la classica pagina rossa per adottare uno sfondo bianco su cui campeggiano scarabocchi rossi). È nel 2018 tuttavia che viene avviata la pubblicazione dell'Opera Omnia i cui titoli onomatopeici anticipano la contrarietà dei protagonisti nei confronti della vita: ARGH (2018), SOB (2019), BAH (2020) e CRACK (2021).

Si tratta di una raccolta che racchiude le strisce pubblicate dal 2012 ad oggi quotidianamente sugli account social de Gli Scarabocchi di Maicol&Mirco, i quali nel frattempo si sono fatti strada nel mondo fumettistico collaborando con Linus e Smemoranda: un successo nato nel web che col tempo ha assunto una forma ancor più consistente su carta, mezzo che Maicol&Mirco hanno utilizzato anche per pubblicare libri per bambini come Palla Rossa e Palla Blu (di cui i Ferragnez sono fan!) e Gli Arcanoidi.

Ok, ma cos'è CRACK?

Abbiamo chiesto direttamente a Maicol&Mirco, nella figura del fumettista Michael Rocchetti che ne assume lo pseudonimo, di spiegarci in cosa consiste nel dettaglio l'Opera Omnia di Bao Publishing e di parlarci di CRACK nello specifico:

Si tratta di un'opera antologica, pubblicata in ordine cronologico sulla base della pubblicazione dei post sulla pagina Facebook. È l'opera intera per come è stata vissuta che viene trasportata su carta per un semplice motivo: poter vedere tutta l'opera nel suo insieme. Strisce che compongono (sebbene non avessi in realtà quest'idea in mente) un corpus più grande: il fumetto vive nel tempo e il tempo che dedichiamo alla lettura del fumetto in internet è diverso dal tempo che gli dedichiamo per la lettura su carta. Oltre tremila e trecento vignette che con Bao avremmo potuto pubblicare nella forma de "Il meglio", anche sulla base del riscontro del pubblico sulla pagina: Bao però ha voluto scommettere facendo una cosa che non era mai stata fatta. Innanzitutto, pubblicando un'Opera Omnia (che di solito si pubblica ad autore morto o morente), e poi dando modo di vedere il cambiamento tra internet e la carta, al di là del valore delle vignette.

Gli Scarabocchi di Maicol&Mirco varcano quindi i limiti di quei rettangoli che sono i nostri schermi e saltano direttamente tra le nostre mani nei brossurati rossi di cui CRACK è l'ultimo arrivato, facendosi conoscere anche da quanti non avevano mai avuto modo di approcciarsi ad essi attraverso il web. Scarabocchi che nascono online con un colore "difficile" per i social da recepire in termini di resa su schermo, benché la cosa non ha di certo fermato Michael nella loro realizzazione:

La verità è che Gli Scarabocchi sono nati prima su carta, intorno al 2000, anche se ai tempi erano in bianco e nero. Ci ho rimesso mano anni dopo per la pubblicazione in internet, ma a quel punto volevo fare una cosa diversa, volevo che si distinguessero da quello che vedevo online. Il rosso è effettivamente fastidioso in internet per una questione di compressione, tecniche ecc. Non ha però nulla a che vedere con i temi che tratto. Non mi sono mai posto il problema dei temi. Noi possiamo scegliere cosa leggere, ma non cosa scrivere: quelle cose per me andavano semplicemente scritte. Noi siamo tutti diversi, al di là del codice che possiamo adottare per cercare di comunicare tra noi, siamo tutti matti e io cerco di tirare fuori questa "mattità": è secondo me la condizione per cui un'opera è meglio di un'altra e avviene banalmente quando fai qualcosa di personale, senza porti limiti.

L'evoluzione di uno scarabocchio

Un punto di svolta che percepiamo soprattutto con CRACK, il quale già dal titolo rievoca una sorta di "rottura", qualcosa che si rompe per lasciare spazio a qualcosa di differente:

I titoli dell'Opera Omnia sono delle onomatopee, che per me sono le basi del fumetto, la parte più semplice del fumetto e della comunicazione. Però in effetti CRACK è il momento in cui Gli Scarabocchi si spezza, è nato prima in maniera più giocosa e poi col tempo si è preso sempre di più sul serio, leggendo questo libro effettivamente si nota che qualcosa si è rotto ed è cambiato quello che c'era prima. Rappresenta il momento in cui le vignette hanno avuto più successo su Facebook, Gli Scarabocchi ha smesso di essere solo un gioco e io ho iniziato a scrivere conscio del fatto che ci fossero dei lettori che non avrei mai avuto in vita mia in altre vesti. In questo caso il titolo è un po' didascalico.

Il rapporto con i lettori si è evoluto nel tempo, permettendo a Maicol&Mirco di realizzare comunque strisce fortemente al vetriolo, ma adottando con più attenzione il linguaggio di chi segue la pagina de Gli Scarabocchi. Non solo con i fan, però. Michael Rocchetti ci spiega infatti che anche con i suoi personaggi c'è un rapporto particolare, sin dalla loro creazione:

Mi capita spesso di sorprendermi di quello che hanno detto in passato perché ormai ne ho scritti talmente tanti da non ricordarne più alcuni. E quotidianamanente non sono d'accordo con loro. Le persone credono che io pensi quello che pensano i miei personaggi, ma in realtà non è così. Alcuni autori si identificano nei propri personaggi, mentre per me non è mai stato così: io uso i miei personaggi come degli esploratori di qualcosa che non esiste, degli stunt-men, carne da macello per un bene superiore che è la narrazione. Perciò posso permettermi di far dire e far fare loro delle cose che io non avrei nè il coraggio nè la voglia di fare nella vita. Questo mi ha permesso di cambiare grazie ai miei personaggi e per questo io e loro siamo amici. Ma non bisogna fare l'errore di confondere gli autori con i loro personaggi: Hitchcock non era un assassino, Agatha Christie non era un avvelenatrice, siamo solo scrittori e ci piace mettere le mani in posti in cui non le metteremmo nella realtà. Sarebbe più giusto che parlassero i miei personaggi al posto mio adesso.

Come ti racconto l'umana realtà

Dall'incontro con Maicol&Mirco traspare la necessità di raccontare il disincanto, il dolore, la rabbia, persino i fugaci sprazzi di felicità che la vita reale reca all'uomo. Una necessità quotidiana che si traduce nelle rapide e lapidarie battute messe giorno dopo giorno nero su rosso, per dare voce a personaggi informi, spesso dalla bocca a forma di becco, talvolta piangenti:

Gli Scarabocchi sono parte della mia vita ogni giorno. Ogni giorno mi dedico alla realizzazione di una vignetta con le frasi che mi vengono in mente anche prima di addormentarmi o mentre guido, ed è una cosa che non smetterò mai di fare. E come potrei? Non posso smettere di frequentare Gli Scarabocchi. Non ho portato la mia vita negli Scarabocchi, ma ho portato Gli Scarabocchi nella mia vita e in questo senso io faccio solo la parte del notaio: metto su carta le loro parole, faccio da tramite perché sono loro a parlare. Mi dà fastidio quando spesso il nome dell'autore su un libro è più grande del titolo, perché quello che mi interessa davvero ed è più importante è l'opera. Vi sarà capitato di rimanere delusi da un musicista o un autore che stimavate nello scoprire che nella vita privata in realtà era una merda, ma è proprio questo il bello. Immaginate una testa di ca**o infinita che crea delle opere meravigliose: è la vittoria dell'arte, della comunicazione e di ciò che può fare l'uomo.

Ed è proprio l'uomo il protagonista de Gli Scarabocchi di Maicol&Mirco, messo a nudo, portavoce della delusione, del dubbio morale, spesso della meschinità che può albergare nell'animo di ognuno. Non perde tempo l'autore per sottolineare il vero ruolo dell'uomo nel mondo, dando posto già sulla copertina di CRACK a una vignetta che recita "Fuori l'uomo dalla storia":

Quando scelgo le copertine dei miei libri in genere mi oriento sulle vignette da una battuta sola. Molte delle mie vignette sono spezzate quindi ne scelgo una che si concluda con una battuta. Quella della copertina di CRACK è una a cui sono molto legato, è anche il manifesto dello spettacolo teatrale, però purtroppo i fatti si ripetono quindi sono sempre attuali e riflette il periodo attuale. In realtà io però uso i miei fumetti per dire altro. Non sono fumetti mortiferi o cinici, a me non interessa il cinismo o il nichilismo: a me interessa quello che c'è dietro, perciò uso il suicidio per parlare della vita, la vita per parlare della morte, il sogno per parlare dell'incubo.

Protagonista presente in tantissime delle strisce di Maicol&Mirco, Dio, figura utilizzata anche in questo caso per ampliare la metafora umana anche alla sfera divina. Presenza che per alcuni potrebbe risultare controversa, visti gli appellativi con cui Dio viene spesso apostrofato dagli altri personaggi. Tuttavia Michael Rocchetti ci spiega qual è il vero approccio ai suoi fumetti:

Non gestisco io la reazione dei lettori, perché si auto-gestisce. Non ho mai avuto problemi di censura o ban e nessuno si è mai offeso moralmente. Banalmente, perché i lettori capiscono che ciò che scrivo non è fine a sè stesso. Si tratta di un linguaggio utilizzato per raccontare altro, qualcosa di probabilmente più alto; tra i miei fan ci sono anche persone di una certa età, professori, religiosi. I miei personaggi insegnano che non c'è nulla che non vada raccontato, perché il linguaggio è una cosa mentre il messaggio è un'altra. Nei miei scarabocchi non ci sono mai immagini efferate, nel mio linguaggio sì.

Gli Scarabocchi di Maicol&Mirco vivono adesso su carta, nell'Opera Omnia di Bao Publishing: a questo link sarà possibile avere subito l'ultimo volume pubblicato, CRACK.