"Hitokui" Cannibale: recensione, un classico del manga dall'autore di Lady Snowblood

"Hitokui" Cannibale di Kazuo Kamimura e Yu Aku è un manga che narra l'ascesa travagliata di una star giapponese negli anni 70.

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a cura di Angelo Clementi

Molti capisaldi del manga giapponese del passato sono spesso rimasti prigionieri di una irreperibilità stagnante per noi occidentali, spesso siamo stati impossibilitati ad avvicinarci a grandi opere per colpa delle barriere linguistiche che ci impediscono di fruirne correttamente e in maniera agevole. J-Pop porta in Italia "Hitokui" Cannibale di Kazuo Kamimura e Yu Aku.

Si tratta di una storia raccolta in un volume unico che tramite un racconto dai toni drammatici e grotteschi ci narra l'ascesa e i mille ostacoli affrontati da una star nel Giappone degli anni '70. Kamimura, l'autore di Lady Snowblood, ci trascina in una storia di intrighi e sotterfugi, un racconto di rivalsa sociale e di determinazione, in un mondo spietato e controverso come quello dello spettacolo.

"Hitokui" Cannibale

La storia ha inizio nella provincia rurale giapponese, in un paesino di contadini distrutto dal capitalismo e dallo smog. Una ragazzina, Namiki Kito, stufa della grigia monotonia di una vita che lei ritiene non degna di  essere vissuta rincorre il suo unico e più grande desiderio, buttarsi le sue origini alle spalle e scappare verso la capitale e le calde luci della ribalta. Namiki è cresciuta osservando le star in tv e sulle riviste patinate, tutte donne di successo, indipendenti e con una forte personalità. Sarebbe disposta a qualsiasi cosa pur di raggiungere anche lei quella fama e quel benessere, calpestando e mangiando qualsiasi ostacolo le si pari innanzi.

Il primo grande traguardo per Namiki potrebbe essere quello di vincere il Golden Sixteen, una competizione che le assicurerebbe fama e prestigio. Nella scalata alla visibilità si troverà a dover scendere a patti e compromessi con diversi individui sempre e soltanto con scopi arrivistici.

La storia segue la carriera di Namiki, i suoi successi e fallimenti approfondendo in maniera particolare la determinazione e la spregiudicatezza necessaria per emergere nel mondo dello spettacolo. Per essere delle star bisogna anche cannibalizzare chi ci circonda.

Una storia di sopraffazione

La protagonista, Namiki Kito, è il personaggio trainante e centrale di tutta la vicenda, è mossa da una sete di rivalsa e autoaffermazione che trascende le pagine del manga, coinvolgendo anche i lettori più impassibile. Le scelte a-morali della giovane antieroina colpiranno allo stomaco il lettore. Saremo allo stesso tempo consapevoli del disagio che spinge la ragazza di provincia a comportarsi in un modo così spregevole ma sarà impossibile compatirla e giustificarla in tutto.

Spesso il lettore si troverà nella difficile situazione di criticare aspramente le scelte discutibili della protagonista, nessun personaggio è realmente positivo e tutti sono dipinti in maniera piuttosto negativa e pessimistica. In un mondo così non c'è spazio per la compassione la bontà.

"Hitokui" Cannibale ci dimostra come per emergere e restare a galla in un mondo spietato, come quello dello spettacolo, l'unica soluzione è affrontarlo e sopraffarlo con determinazione e crudeltà. La protagonista è una cannibale, non in senso letterale, quanto metaforico, si nutre delle carcasse dei suoi avversari e di chi le si oppone traendone di volta in volta sempre più forza e autoaffermazione.

Se si vuole diventare i numeri uno, bisogna far si che non ci sia nessun altro contendente a tale titolo, ogni escamotage è lecito e anche gli altri, allo stesso modo, cercheranno di fermarci con ogni mezzo a loro disposizione. Nonostante possa sembrare una morale scomoda o comunque un pessimo insegnamento, Yu Aku, paroliere e romanziere incredibilmente popolare negli anni '70, ci getta nella realtà violenta del suo tempo (e non solo) che con un fine gusto per l'eccesso misurato riesce a non sfociare mai nell'assurdo.

I dialoghi tra i personaggi sono quasi sempre credibili seppur in alcuni frangenti siano pregni di una teatralità fin troppo spinta, di tanto in tanto la sceneggiatura ricade in cliché tipici del gekiga che per il gusto del lettore moderno potrebbero sembrare fin troppo esasperati rispetto a ciò a cui siamo abituati.

I disegni di Kazuo Kamimura, figlio anch'esso del gekiga, prendono ancora a pieno dalla new wave del manga per adulti spopolata nel decennio precedente. Gli sfondi, appena accennati e solo raramente definiti, lasciano concentrare il lettore sui volti iper-espressivi dei personaggi che riescono a trasmettere le loro intenzioni e emozioni spesso in maniera più efficace rispetto ai dialoghi serrati.

I contorni che delineano i personaggi principali sono molto marcati e hanno un tratto vicino al realismo. D'altro canto alcune fisionomie dei personaggi di contorto ricordano i volti caricaturali dei personaggi comici di quegli anni. Particolarmente interessante è l'attenzione posta da Kamimura al vestiario alle acconciature e alla moda del tempo, che ben pongono l'accento sulla plausibilità degli eventi narrati.

La composizione delle tavole è ben bilanciata, anche se vige una sorta di classicismo nell'impostazione delle griglie che rispecchiano fin troppo i canoni standard del fumetto.

Il Volume

J-Pop ha pubblicato "Hitokui" Cannibale in un formato Kanzenban 15x21cm con sovraccoperta con alette. Il fronte del volume presenta la copertina originale del volume giapponese mentre la sovraccoperta ci mostra un primissimo piano del volto della protagonista con un'enfasi particolare sul suo sguardo determinato. Il prezzo di copertina è di € 14 che ben rispecchia le caratteristiche del prodotto attestandosi nella media della sua tipologia. La carta utilizzata è la usomano scura con una elevata grammatura, non siamo difronte ad una carta pregevolissima ma sicuramente adatta al suo scopo e permette un'agevole lettura. Dal punto di vista editoriale il volume presenta degli inserti interessanti sui due autori e una postfazione contenente un'intervista al primogenito di Yu Aku. Non sono presenti pagine a colori mentre sono molto scorrevoli sia la traduzione che l’adattamento.