Joker - Il Sorriso che Uccide, recensione: ogentroost

Panini DC Italia ripropone in un elegante volume cartonato Joker - Il Sorriso che Uccide di Andrea Sorrentino e Jeff Lemire.

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a cura di Domenico Bottalico

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Panini DC Italia ripropone in un elegante volume cartonato Joker - Il Sorriso che Uccide. Si tratta dell'ottima miniserie di tre numeri, a cui si aggiunge il one-shot "conclusivo" Batman: Il Killer che Sorride, usciti originariamente sotto l'egida dell'etichetta DC Black Label e in albi brossurati, firmata da Andrea Sorrentino e Jeff Lemire. Il collaudatissimo team creativo vincitore di un Eisner Award, che per DC ha realizzato anche una pluripremiata run su Freccia Verde, si cimenta per la prima volta con uno dei personaggi simbolo della casa editrice nonché uno dei villain più riconoscibili ed influenti di tutta la letteratura a fumetti.

Joker - Il Sorriso che Uccide: realtà distorte

Nel corso degli anni Joker è stato sottoposto ad innumerevoli trattamenti e terapie, questo non gli ha né impedito di entrare ed uscire a suo piacimento dall'Arkham Asylum né di influenzare negativamente alcune delle persone che avevano tentato invano di aiutarlo, il caso più eclatante, in questo senso, rimane la Dottoressa Harleen Quinzel meglio nota come Harley Quinn. Questa nomea, e l'innata pericolosità del paziente, non sembrano scoraggiare il Dottor Ben Arnell che anzi, a dispetto degli avvertimenti, chiede maggior tempo per formulare una diagnosi e provare a curare così Joker.

Tuttavia le sedute fra il Dottor Arnell e il Principe Pagliaccio del Crimine diventano sempre più claustrofobiche. Come è possibile infatti che il Joker conosca così tanti particolari della vita privata del Dottore e della sua famiglia? Cosa è davvero accaduto durante le sedute di terapia? Con un improvviso quanto macabro capovolgimento di prospettiva ben presto si comprende che quello che abbiamo visto e sentito è una intricata costruzione della mente, ma di chi del Dottore o del Joker?

Quel che è certo è che si tratta di un altro elaboratissimo piano del Principe Pagliaccio del Crimine per propiziare la sua evasione dal manicomio e soprattutto per manipolare un altro innocente. La tragedia è soltanto sfiorata grazie al provvidenziale intervento di Batman. E se Joker avesse usato la stessa tattica anche con il Cavaliere Oscuro e Bruce Wayne stesse vivendo uno stato psicotico prolungato che distorce la realtà?

Joker - Il Sorriso che Uccide: ogentroost

C'è sempre spazio per una buona storia con protagonista Joker, soprattutto per una realizzata con personalità da un team creativo che, con esperienza e continue e fruttuose collaborazioni, ha elaborato un proprio stile riconoscibile ed efficace. In questo senso, ad una prima lettura, quello che risulta lapalissiano in Joker - Il Sorriso che Uccide è come Jeff Lemire si muova fra due coordinate estremamente familiari ai lettori ovvero le interpretazioni del personaggio di Alan Moore da un lato e Grant Morrison dall'altro senza però rinunciare a qualche riferimento più marcatamente horror, genere da lui stesso esplorato con discreto successo, e che idealmente ricongiunge alcune sue intuizioni, il capovolgimento di prospettiva nel secondo capitolo e il one-shot, a Scott Snyder e alla sua visione del rapporto fra Batman e Joker.

È facile inserire Joker - Il Sorriso che Uccide nel calderone dei così detti thriller psicologici perché effettivamente tutto il racconto è basato sul disfacimento dell'idea stessa di realtà, di identità e quindi di sanità mentale. Tuttavia Lemire è un autore troppo esperto e troppo capace per ridurre il tutto ad una guerra di nervi fra il Joker e il Dottor Arnell e quindi approfitta dell'idea alla base della suo racconto per fare un richiamo, neanche troppo velato, al decostruzionismo dei supereroi con un altrettanto evidente richiamo preciso e puntuale al Watchmen di Alan Moore e Dave Gibbons.

Il Joker quindi si mischia idealmente con Rorschach, e nello specifico in quello della parte centrale del seminale graphic novel, per poi ricongiungersi al suo omologo così come tratteggiato sadicamente dallo stesso Moore in The Killing Joke e poi ripreso in versione più machiavellica da Grant Morrison in Arkham Asylum. Il risultato è un Joker estremamente in linea con le sue classiche interpretazioni fumettistiche eppure estremamente moderno, meno grottesco e più perverso, che rielabora molto bene anche l'influenza del Joker cinematografico di Todd Phillips senza però cadere nel tranello del pastiche di genere.

È indubbio che in questo senso la sceneggiatura sinistra e tagliente di Lemire trovi compimento in una prova eccezionale di Andrea Sorrentino alle matite coadiuvato da un lavoro puntuale di Jordie Bellaire ai colori. Sorrentino utilizza un approccio spiccatamente chiaroscurale in cui i neri diventano materia da modellare per un realismo che trova nella eterogenea costruzione della tavola il vero punto di forza di tutto il lavoro. Ad una costruzione più convenzionale, caratterizzata da riquadri lunghi ed orizzontali, si alternano interessanti soluzioni a dominazione configurazionale sia in termini retorici che produttivi. Si passa quindi ad approcci meramente illustrativi ad altri in cui, all'interno di un layout decorativo, vengono espletati inediti parallelismi grafico-narrativi.

Jordie Bellaire lavora quindi sulla tavole a costruzione convenzionale soprattutto sulle luci che diventano fredde contribuendo così a pervadere le tavole di atmosfere inquietanti e disturbanti. Sulle tavole configurazionali invece tutto è più giocato sui contrasti cromatici che vanno dalle palette pastello a quelle realistiche del Dottor Arnell che cozzano con il make-up del paziente Joker, dai rossi ai verdi che separano "realtà" e "finzione", fino all'entrata in scena dei grigi di Batman ai cui fanno da contraltare i viola del nuovamente libero Joker.

In definitiva Joker - Il Sorriso che Uccide è una lettura che, giocando fra sintesi ed estetica moderna, si configura senza ombra di dubbio come una delle migliori dedicate al personaggio ed è indicata specificamente a nuovi lettori ma anche a chi cerca una storia che ponga primariamente al centro dell'attenzione Joker e non solo la classica dualità fra il Principe Pagliaccio del Crimine e il Cavaliere Oscuro.

Il volume

Panini DC Italia ripropone quindi Joker - Il Sorriso che Uccide in versione cartonata con sovraccoperta per un volume elegante e dalla insolita vesta grafica le cui misure fuori dallo standard, 21.6x27.7 cm, esaltano soprattutto la parte grafica e il lavoro del disegnatore campano e della colorista Jordie Bellaire.

Per quanto riguarda invece la cura carto-tecnica c'è poco da eccepire: il volume è estremamente curato con una rifilatura delle pagine che permette una lettura agevole e la scelta di una carta patinata non troppo lucida che permette una resa ottimale delle tavole. Buono sia l'adattamento che la traduzione mentre dal punto di vista redazionale da segnalare un piccolo ma puntuale contributo dell'editor italiano del volume. Da segnalare infine una piccola sezione di extra con copertine variant, illustrazioni e bozzetti firmati dallo stesso Sorrentino e un piccolo work in progress di una tavola.