Magic The Gathering: le origini e lo sviluppo

In questo speciale esploreremo le origini di Magic The Gathering, il popolare gioco di carte collezionabili creato da Richard Garfield.

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a cura di Lorenzo Ferrero

Magic The Gathering è sul mercato dei giochi di carte collezionabili da quasi trent'anni e vanta, nel suo complesso, un numero impressionante di espansioni e varianti, tutte con una storia e un proprio background. Nel corso della sua storia, si è sempre più perfezionato, aggiungendo carte e meccaniche e permettendo ai giocatori di tutto il mondo di creare il proprio mazzo con strategie uniche, oltre a smuovere un mercato collezionistico da svariati milioni (se non miliardi) di dollari.

Oggi esploreremo gli inizi di Magic The Gathering, di come è stato sviluppato, concepito e messo sul mercato, di come l'idea di un giovane Richard Garfield, all'epoca semplice universitario, prese vita e divenne uno dei più famosi giochi di carte collezionabili di sempre.

Le origini

Richard Garfield è sempre stato un appassionato di giochi da tavolo e di ruolo, fin da quando sentì parlare di Dungeons & Dragons, che tuttavia non trovò in nessuno dei negozi vicino a casa sua. Decise così di crearne una sua versione, basandosi su quello che gli era stato raccontato riguardo il gioco e, dopo una serie di varianti più simili a Cluedo che al gioco che tutti conosciamo, arrivò a sviluppare Five Magic, un embrione in versione "da tavolo" di quello che, in futuro, sarebbe poi diventato il suo gioco di carte.

Gli anni passano e Richard si ritrova ad essere un dottorando in matematica all'università della Pennsylvania, ma la sua passione per i giochi da tavolo non è passata: riuscì, infatti, ad avere un incontro con Peter Adkison, fondatore della neonata Wizards Of The Coast, per poter proporre il prototipo di un suo gioco da tavolo chiamato RoboRally. Il colloquio andò molto bene, Adkison adorava le idee del giovane, tuttavia i costi per produrre dei giochi da tavolo così complessi erano davvero molto alti e l'azienda, fondata da poco, non poteva permettersi una spesa simile. Così decise di dare un consiglio a Garfield:

"Vorrei un gioco portatile e veloce. Qualcosa a cui puoi giocare anche mentre sei in fila alle fiere".

Fu così che Richard Garfield decise di riprendere i concetti di base del suo Five Magic, per adattarli a qualcosa di più piccolo, maneggevole e dal potenziale infinito. Al secondo incontro con Adkison, questa fu la sua proposta:

“Immagina un gioco di carte in cui ce ne sono centinaia e ne vengono create di nuove ogni volta. Alcune sono rare e altre comuni. Puoi costruirti un mazzo con tutte le carte che vuoi. Non hai idea di cosa ci sia nel mazzo del tuo avversario. Con questi mazzi, poi, puoi duellare".

Infinite opportunità, infinite combinazioni e infinite possibilità. Quello fu il momento esatto in cui nacque Magic The Gathering.

Come lo feci, di Richard Garfield

Sull'onda dell'entusiasmo, Garfield tornò in Pennsylvania e si mise immediatamente al lavoro, riuscendo a produrre le prime 150 carte in pochissimi mesi. Stava letteralmente creando qualcosa di nuovo, qualcosa che non esisteva ancora, senza immaginare nemmeno il successo che avrebbe avuto nel corso degli anni.

Si riferiva al gioco semplicemente come Magic e consisteva nel ridurre i punti vita dell'avversario fino alle zero, proteggendo i propri con magie di vario tipo. Le carte erano poi divise in cinque colori, ognuno dei quali aveva delle caratteristiche peculiari, che ritroviamo spesso ancora oggi nelle espansioni moderne: il rosso attacca in modo aggressivo; il blu si basa prevalentemente sugli incantesimi; il verde ha strategie un po' lente all'inizio, ma permette di evocare creature molto potenti col passare dei turni; il nero indebolisce i nemici mentre rafforza gli alleati; il bianco permette di evocare una gran quantità di piccole creature e utilizza magie per proteggere i punti vita. I mazzi potevano essere creati combinando i colori a piacere e permettevano di sviluppare la propria strategia.

Le prime carte create erano fatte a mano, con scritte a penna e immagini che potevano trovarsi ovunque: da Calvin & Hobbes, a Tin Tin, fino ad arrivare a illustrazioni tratte direttamente da Dungeons & Dragons; altre, invece, non presentavano nemmeno illustrazioni ed erano in bianco e nero. Questi prototipi iniziarono ad essere testati con alcuni studenti dell'università, dando vita alle prime partite sperimentali, che avrebbero dato i primi feedback a Garfield sul funzionamento del gioco stesso. La cosa divertente di questi test è che le regole non erano ancora state scritte, quindi si basavano tutte su istruzioni date a voce da Garfield stesso, che aveva bene in mente tutte le meccaniche di gioco.

L'approdo sul mercato

Arrivò il momento di lanciare il prodotto sul mercato e ci fu già un primo problema: il nome Magic era troppo generico. Secondo un avvocato della compagnia, quello era un termine troppo generico per essere registrato come marchio (immaginate se qualcuno, in Italia, avesse registrato alla SIAE il temine "Magia"), così si virò su un iniziale Mana Clash; tuttavia, qualsiasi addetto ai lavori continuava a chiamarlo "Magic", proprio come vi si riferiva Garfield durante le dimostrazioni e i test, così, dopo una serie di consultazioni, si scelse il nome Magic The Gathering (da noi in Italia Magic L'adunanza), in modo che potesse essere registrato.

Superato lo scoglio del nome, se ne presentò uno decisamente più grosso: la mancanza di soldi che permettessero di rifornire tutti i negozi. L'obiettivo di Wizards era di piazzare buona parte delle vendite ad una delle più grandi convention di giochi da tavolo e GDR del Nord America: la Gen Con di Milwaukee, ma senza i fondi per le scorte dei negozi specializzati, sarebbe stato un problema poterne garantire una tiratura soddisfacente. Così, un mese prima, Adkison decise di portare qualche mazzo pronto per giocare allo stand di Wizards Of The Coast all'Origins Game Fair di Columbus, una fiera espositiva dedicata ai giochi da tavolo e affini. Fu proprio in quella occasione che conobbe Wayne Godfrey, CEO di Wargames West, una compagnia produttrice di giochi tattici, che decise di finanziare il progetto con ben 40000$, sufficienti per finanziare la tiratura dei negozi.

Il 5 agosto del 1993 venne ufficialmente pubblicato Magic The Gathering e gli ordini vennero spediti. Prima di raggiungere Garfield a Milwaukee, Adkison decise di fare una sorta di mini "tour promozionale", facendo tappa in diversi negozi sulla strada per la manifestazione, per promuovere il gioco e fare qualche dimostrazione. Ad ogni fermata, la voce si spargeva sempre più e la gente accorreva numerosa nel negozio successivo; questo era solo l'inizio, poichè alla fine della Gen Con, la Wizards Of The Coast aveva registrato il tutto esaurito.

In due mesi dall'inizio della vendita, l'intera tiratura di più di due milioni e mezzo di carte della prima edizione (la cosiddetta Alpha) venne totalmente esaurita, costringendo l'azienda a mettere in commercio una seconda espansione di quasi otto milioni di carte (la cosiddetta Beta), anch'essa esaurita in pochissimo tempo. A Dicembre dello stesso anno, venne pubblicata la terza espansione (denominata Unlimited) che decretò, se ancora ci fossero dubbi, il totale successo del progetto, tanto che la Wizards decise di pubblicizzarlo il meno possibile perchè non riuscivano a far fronte all'incredibile richiesta di prodotto che il mercato chiedeva.

Il presente

Magic The Gathering vanta milioni di giocatori in tutto il mondo, che hanno composto migliaia di mazzi diversi e giocato altrettante partite, tutte diverse una dall'altra. Sono state create una moltitudine di espansioni tematiche, e molti set di ristampe, contenenti centinaia e centinaia di carte, alcune delle quali sono anche state bandite a causa della loro eccessiva potenza.

Il fenomeno Magic è cresciuto talmente tanto da creare un vero e proprio circuito di competizione, i cosiddetti Pro Tour, con in palio discrete somme di denaro. E poi eventi di presentazione, tornei, e chi più ne ha, più ne metta. Se si pensa che è partito tutto da una semplice idea di una singola persona, fa davvero un certo effetto. E' da lodare la passione e la determinazione che ha avuto Richard Garfield nel realizzare il suo progetto, nonchè il fiuto per le buone idee di Peter Adkison, uniti insieme per creare un qualcosa che, col senno di poi, avrebbe cambiato l'industria dei giochi da tavolo per sempre.

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