Obi-Wan Kenobi: tutti i Jedi citati nel terzo episodio

Nel terzo episodio di Obi-Wan Kenobi sono citati numerosi Jedi: ma chi erano?

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a cura di Manuel Enrico

Nel terzo episodio di Obi-Wan Kenobi, la serie di Disney+ ambientata nell’universo di Star Wars, abbiamo scoperto come i Jedi sopravvissuti all’Ordine 66 siano riusciti a sopravvivere grazie all’intervento di movimenti clandestini che ne hanno agevolato la fuga. Su Mapuzo anche Ben e Leia sono stati aiutati da una simile organizzazione, che abbiamo visto ha in passato supportato altri fuggitivi, come dimostrato dai graffi presenti sulle pareti del rifugio locare, che ha spinto a chiedersi quanto Jedi siano citati nel terzo episodio di Obi-Wan Kenobi.

Ben riconosce la firma di Quinlan Vos, suo vecchio amico, ma la parete del rifugio di Mapuzo è decorata da altri messaggi, scritti in Aurebesh, l’alfabeto della galassia di Star Wars. Se la menzione di Vos è stata colta da diversi spettatori, decifrare tutte le scritte presenti sulle pareti è stato decisamente più impegnativo, ma il sito Drunkywooky.com si è lanciato in una traduzione delle incisioni, scoprendo tutti i Jedi citati nel terzo episodio di Obi-Wan Kenobi.

Nel terzo episodio di Obi-Wan Kenobi sono citati numerosi Jedi

Caleb Dune

Caleb Dune è un nome che ritorna spesso nel periodo dell’Ascesa dell’Impero. Sotto questo nome era conosciuto un padawan sfuggito all’Ordine 66, che durante la sua fuga ha assunto una nuova identità: Kanan Jarrus. Nome celebre presso gli appassionati di Star Wars, che lo ricordano come uno dei personaggi di Star Wars: Rebels, dove diviene il maestro del giovane Ezra Bridger.

Djin Altis

Un esordio all’interno del Canon per un Maestro Jedi precedentemente citato nel Legends, dove il Maestro Djinn Altis aveva creato una cellula di Jedi noti come Altisian Jedi, che slegatosi dalla rigida regolamentazione del Codice Jedi avevano però mantenuto la propria fedeltà alla Repubblica. Questi Jedi avevano scelto di vivere liberamente le proprie emozioni, tanto che alcuni avevano anche creato delle famiglie, seguendo la dottrina di Altis che, contrariamente al Consiglio Jedi, era convinto che l’attaccamento affettivo fosse un elemento da valorizzare. Altis, sempre nel Legends, aveva partecipato alla Guerra dei Cloni, anche servendo in battaglia con Anakin Skywalker e Ahsoka Tano, ma lui e i suoi seguaci apparentemente erano sopravvissuti all’Ordine 66 in quanto non operavano come comandati militari dei Cloni.

Roganda Ismaren

Nativa di Alderaan, Roganda Ismarien era stata citata in precedenza nel romanzo Children of the Jedi, avventura in cui veniva menzionato anche Djin Altis. Vedere il suo nome inciso sul rifugio di Mapuzo, ci porta a pensare che nel Canon possa aver trovato un destino migliore rispetto a quello subito nel Legends, dove dopo una fuga assieme ad alcuni padawan grazie all’aiuto del Maestro Plett, era stata catturata dall’Inquisitorium e consegnata alle autorità imperiali. Una cattura che la portò a divenire addirittura concubina dell’Imperatore, da cui ebbe un figlio destinato a diventare l’erede di Palpatine, venendo infine uccisa dallo stesso figlio.

Valin Hacyon

Personaggio nuovamente promosso dal Legends al Canon, Valin Halcyon comparve nella serie a fumetti Star Wars Rogue Squadron, con l’identità di Hal Horn. Originario di Corellia, Valin era il figlio segreto del maestro Jedi Nejaa Halcion, che lo addestrò sino alla sua morte durante la Guerra dei Cloni. Alla morte del padre, Valin venne adottato dal patrigno prendendo il cognome Horn, e diventando un ufficiale della CorSec e creandosi una famiglia. Il figlio Corren, sensibile alla Forza, divenne uno dei piloti della Rogue Squadron.

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