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Queho: L’uomo nero dell’Ovest | Recensione

Sartirana racconta la storia di Queho, un gigante indiano che abbraccia storia e leggenda, lasciando il lettore e le cronache del tempo in una scia di sangue.

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a cura di Massimo Costante

Senior Editor

In sintesi

Sartirana racconta la storia di un gigante indiano che abbraccia storia e leggenda, lasciando il lettore e le cronache del tempo in una scia di sangue.

Un fatto di cronaca che risale ai primi del Novecento, un serial killer che, oltre alla sua brutalità, pare abbia poteri e capacità straordinarie e l’atmosfera Western vecchia e polverosa, sono gli ingredienti di Queho: L’uomo nero dell’Ovest di Christian Sartirana (Black House, 2019), un romanzo fortemente sperimentale, non per tutti, ma in grado di intrattenere con la potenza di un film e di un libro messi assieme. Scopriamo come nella nostra recensione.

Queho, serial killer superstar

Mentre vagavamo nell'unico padiglione al coperto dell’ALEcomics, tenutosi lo scorso weekend, siamo passati dallo stand di Black House, il progetto editoriale indipendente ideato e curato da Christian Sartirana. Lo scrittore piemontese, classe 1983, nasce come rilegatore e restauratore di libri antichi, ma da diversi anni riscontra un ottimo successo nella nuova corrente gotico letteraria piemontese, con opere come Ipnagogica (Acheron Edizioni, 2017), il racconto per giovanissimi L'uomo di paglia (La Compagnia del Libro, 2019) e il suo ultimissimo romanzo Unborn (Acheron Edizioni, 2020) appena giunto in tutti gli store fisici e online.

Sartirana ci presenta l’ultimo ritrovato Unborn, un romanzo horror che attinge a piene mani dagli orrori di Carpenter e H.P. Lovecraft, ma la nostra curiosità e attenzione è tutta per un altro volume presente allo stand: un piccolo volume, dal singolare formato stretto e lungo, intitolato Queho: L’uomo nero dell’Ovest.

Christian ci spiega che, come tutti gli artisti, a lui piace sperimentare, rendere tangibili anche le idee più bizzarre, controcorrente, ma capaci di attrarre chi ama veramente i libri come lui. Oltre ad amare i libri (ricordiamo l’iniziale professione da restauratore), Sartirana è affascinato dalle insolite figure, personaggi “speciali” realmente esistiti che, se degnati dalla giusta attenzione, potrebbero benissimo essere i protagonisti di un film o di un romanzo.

Così nasce l’idea di Queho: L’uomo nero dell’Ovest.

Se non fosse per i fiumi di parole che nel corso dei secoli sono stati impressi nella carta stampata dei papiri, delle cronache, dei quotidiani e dei libri, sicuramente tanti accadimenti storici si sarebbero persi col solo tramandando orale. Ma ponendo l’attenzione proprio sul piglio utilizzato da alcuni giornalisti e sul talento di alcuni dei più grandi scrittori della storia, potremmo renderci conto della loro importanza nell'imprimere nell'immaginario collettivo alcuni fatti di cronaca e i loro protagonisti.

Perché, vedete, la scrittura delle cronache e specifici generi letterari si sono fortemente evoluti nella seconda metà dell’800, quando si è constatato che la cronaca nera veniva partecipata con entusiasmo dai lettori, a loro volta influenzando i giornalisti, passando a praticare il cosidetti “giornalismo d’inchiesta” fino a “romanzare” i loro articoli, e perfino le indagini in corso da parte delle autorità (L'errore giudiziario: aspetti giuridici e casi pratici, Giuffrè Editore, 2009).

Eppure, solo così sono entrati non solo nella storia, ma anche nella leggenda, alcuni personaggi come Jack Lo Squartatore, o fatti di cronaca nera come la strage del 112 Ocean Avenue ad Amityville, tanto per citare il più celebre dei serial killer e uno dei massacri che più di tanti altri ha ispirato oltre una ventina di pellicole cinematografiche.

In questo romanzo, Sartirana mette in scena un personaggio che è letteralmente ispirato a una figura realmente esistita e da lui approfondita nella lettura del libro “I misteri del Far West” di Gian Mario Mollar (che si presta in postfazione di questo romanzo con un saggio dedicato). Il soggetto ritrae, dunque, Queho (si pronuncia Cheio), un imponente energumeno, nato da una donna nativa americana della tribù dei Cocopah e padre sconosciuto, presumibilmente nel 1880 a Cottonwood Island, un’isola del fiume Colorado nello Stato del Nevada.

Queho nasce con alcune malformazioni: un piede deforme, una doppia chiostra di denti e un’altezza straordinaria date le sue origini. A causa di una serie di traumi infantili subiti per la sua diversità, nei primi anni del Novecento, Queho accuserà una violenta crisi di nervi che lo porteranno a commettere il primo omicidio: il fratello Avote.

Da quel fatidico momento non si è più fermato. Le cronache parlano di circa 28 morti a suo carico, tutte con lo stesso modus operandi, che porta i segni di un exploit rabbioso di una forza brutale. A margine di un ipotizzato ritrovamento dei suoi resti, seppure documentato, Queho ufficialmente non è mai stato catturato, ciò lo ha reso un essere “immortale” e un serial killer inarrestabile. Perfetto per un romanzo o per il cinema. Non credete?

Queho: un esperimento di successo.

In Queho: L’uomo nero dell’Ovest Sartirana compone un romanzo dalla struttura atipica, alternando la forma del racconto a quella di un’autentica sceneggiatura, con descrizione della scena in corso, i personaggi interessati e i loro dialoghi. Una formula che avrebbe potuto dare luogo a una forte discontinuità ai danni di una lettura lineare. Ma non è questo il caso. Anzi.

Infatti, la strana formula adottata da Sartirana riesce a immergere meglio il lettore nelle atmosfere da saloon, si percepisce la calura, la polvere dei luoghi della cittadina di White Crow, che puzza davvero di vecchio western, ma soprattutto, rende vivi i suoi personaggi, fornendo un solido legame con protagonisti come la bella proprietaria del saloon Janet Pourcell, il vecchio isterico Nathan Butcher, il taciturno e risoluto Leo Cunningam e infine non poteva mancare lo sceriffo Cold.

Nel corso della storia si assiste alla venuta dell’inarrestabile serial killer Queho nella cittadina di White Crow, mentre con alcuni flashback viene raccontata la sua genesi, la sua sofferenza ed emarginazione che lo rendono un freak agli occhi del mondo, strizzando l’occhio al caso di Joseph Carey Merrick, conosciuto come Elephant Man. Accrescendo di particolari di fantasia la storia di Queho (nella realtà, dubitiamo che fosse immune ai proiettili!), leggendo il testo si ha la sensazione di assistere a un mashup tra una pellicola di Tarantino - complici le ambientazioni e i personaggi borderline -  e il mitico Halloween di John Carpenter, per poi alla fine prendere una deriva che potrebbe ricordare il mitico Alien di Ridley Scott. Insomma, una vera gioia per tutti gli amanti dell’horror.

In effetti, leggendo il romanzo, ci si rende conto delle similitudini col grottesco Queho con Michael Myers, ma anche con Jason Voorhees (l’assassino protagonista della saga di Venerdì 13, probabilmente omaggiato nel romanzo con l’omonima Crystal Lake)  come il background infantile traumatico e la forza bruta utilizzata sulle loro vittime.

La storia scorre piacevolmente, con picchi notevoli, mettendo perfino sotto i riflettori la questione razziale dei nativi in quegli anni, una storia che sembra scritta apposta per una sceneggiatura (e in parte lo è) consegnando al lettore perfino il classico finale edificante. Alcuni personaggi vi rimarranno impressi nella mente per un po’, pur non vantando grossi approfondimenti o, addirittura, con scarse descrizioni degli stessi fornite dall'autore.

Una nota separata, ma meritata per il formato scelto nell'edizione cartacea (per le sue dimensioni, sembra la brochure di un museo…magari proprio un museo dedicato a Queho); oltre alla superba cover realizzata da Lucio Coppa.

Conclusioni

Se volete scoprire il personaggio di Queho a metà tra storia e leggenda, vi consigliamo di mettere su le note di Good Times Gone dei Nickelback e di immergervi in questa storia breve ma intensissima da carattere tipicamente horror. Queho: L’uomo nero dell’Ovest si rivelerà una piacevolissima scoperta, una piccola perla che potrebbe farvi appassionare alla vicenda di questo incredibile personaggio. Un po’ com'è accaduto allo stesso autore.

Unborn è l'ultimo romanzo di Christian Sartirana, che è appena uscito in tutte le librerie, proposto a un prezzo speciale su Amazon.

Voto Recensione di Queho: L’uomo nero dell’Ovest – di Christian Sartirana



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - La formula racconto-sceneggiatura è riuscitissima;

  • - Queho è un personaggio incredibile;

  • - Ottimi livelli di immersione;

  • - Formato cartaceo originale e accattivante.

Contro

  • - Nessuno

Commento

Queho: L’uomo nero dell’Ovest di Christian Sartirana è una piccola perla per tutti gli amanti della letteratura e del cinema horror. Già, perché nella sua particolare formula che alterna racconto e sceneggiatura, sorprende per il livello di immersione del lettore nelle scene di una tipica cittadina da Vecchio Western: si percepiscono colori e odori, ma soprattutto sembra riesca a far toccare con mano suoi personaggi e a ricordare la questione razziale dei nativi nella prima metà del Novecento. Il personaggio realmente esistito di Queho, ispira la figura di un inarrestabile serial killer che lascia una scia di sangue e cadaveri brutalizzati sulle sponde del Colorado. Un essere quasi immortale alla stregua dei mitici Michael Myers e Jason Voorhees, che i lettori ricorderanno grazie a piccoli omaggi come la vicina cittadina di Crystal Lake. Se siete degli amanti del genere, si tratta di un acquisto obbligato che vi spingerà a conoscere altre opere dell’autore.

Informazioni sul prodotto

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Queho: L’uomo nero dell’Ovest – di Christian Sartirana