Shazam! Furia degli Dei, recensione: che cosa vuol dire essere un Dio?

Shazam! Furia degli Dei è un sequel che porta avanti alcune tematiche, e lo fa con uno stile che sa come raccontare i propri personaggi.

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a cura di Nicholas Massa

Che cosa vuol dire essere un Dio? Apriamo, non casualmente, la nostra recensione di Shazam, Furia degli Dei con questa domanda, dato che si tratta di uno dei punti focali attraverso cui si sviluppa la trama e viene ampliata l’intera storia al centro del nuovo film DC. Negli scorsi mesi i grandi cambiamenti in casa Warner hanno spaventato ed eccitato i fan di tutto il mondo, con cancellazioni repentine, addii dolorosi, ma anche annunci da capogiro. L’ingresso di James Gunn e Peter Safran ai vertici del nuovo DCU sta dividendo i fan di tutto il mondo che erano sia affezionati ai film precedenti che, contemporaneamente, delusi da loro.

Nel marasma generale in moltissimi hanno temuto per quello che sarebbe successo con Shazam, al punto da chiedere più volte a Zachary Levy che ne sarebbe stato del suo personaggio. Quello che abbiamo visto con Shazam, Furia degli Dei è sicuramente interessante, in termini di ragionamenti a lungo termine, anche se resta sempre tutto nelle mani del grande pubblico e dei numeri che questo film riuscirà a tirare fuori nei cinema del mondo. Una cosa, però, è giusto dirla in apertura a tutto il resto: questo sequel, oltre a mantenere intatta la propria identità, conferma un certo tipo di cuore che non deluderà sicuramente i fan storici del personaggio e della storia precedente (se interessati a recuperarvi i fumetti di questo supereroe, li trovate su Amazon).

Shazam! Furia degli Dei: famiglia e storia

Uno dei grandi meriti di questo sequel è quello di spiegare ed ampliare tutto quello che il primo film si è lasciato dietro. Così in Shazam, Furia degli Dei sia gli spettatori che gli stessi protagonisti conosceranno le origini dei poteri in gioco, e la storia dietro alla scelta del campione e allo stesso mago. Ovviamente il modo in cui il quadro generale diventa sempre più chiaro è in perfetto stile Shazam, con una leggerezza di fondo che gioca continuamente con le identità infantili dei protagonisti, e con una scrittura incentrata sul sovvertire le dinamiche più classiche presenti in storie del genere. L’umorismo è un elemento centrale in questo film, uno strumento pronto ad alleggerire ogni cosa, proponendo una narrazione piuttosto originale in certi momenti, e lontana dagli stereotipi dei cinecomic di maniera.

La storia di Shazam, Furia degli Dei riprende poco dopo gli eventi del primo film. Adesso Billy Batson (Asher Angel/Zachary Levi) non è più l’unico supereroe in famiglia, ritrovandosi a fare i conti con i suoi fratelli, e cercando in tutti i modi di tenere compatto un gruppo di persone che sta ancora cercando di scoprire il proprio potenziale, ognuno seguendo una strada diversa. Così il film oscilla continuamente tra la dimensione infantile/adolescenziale e quella super, portando avanti la storia di questi eroi che, pur se fuori dal comune, si ritrovano ad affrontare un contesto molto più grande di loro sotto moltissimi punti di vista.

In tutto ciò subentra la storia passata, con l’epica greca che diventa il principale propulsore di tutta la magia presente nella vita di questi ragazzi. Finalmente scopriamo le origini del termine Shazam e le ragioni della sua esistenza, quando Antheia (Rachel Zegler), Calipso (Lucy Liu) e Esperida (Helen Mirren) fanno irruzione nel mondo degli umani per cercare la loro vendetta. Queste tre Dee, figlie di Atlante, appartengono al passato e sono alla ricerca dei cosiddetti “campioni” per fargliela pagare per quanto accaduto a loro padre e mettere fine al dominio dei maghi.

Crescere e cercare se stessi

Come nel primo film, anche in Shazam! Furia degli Dei ritroviamo ragionamenti su tematiche quali: l’appartenenza, la famiglia, i legami col prossimo, la ricerca di se stessi e della propria identità nel mondo. Anche se i nostri protagonisti sono cresciuti, si tratta pur sempre di ragazzi con passati difficili (anche se conosciamo solamente quello di Billy in realtà). I poteri acquisiti nel primo film sono centrali nel raccontare ognuno di loro, proprio attraverso il contrasto che creano. Basta pronunciare una parola e questi ragazzi dai tratti problematici diventano degli Adoni super forti e super veloci e con tutto il resto. Gestire una dinamica del genere non è affatto semplice, e ognuno di loro si ritrova a reagire in maniera del tutto diversa alla situazione.

In tutto ciò troviamo un Billy che tenta in tutti i modi di controllare questo ritrovato gruppo di super, senza mai riuscirci veramente. La sua leadership è guidata da un cuore che gli hanno spezzato più volte nel corso della sua vita, ispirando una palese insicurezza che lo spinge ad agire più come una sorta di despota senza i mezzi necessari, che come un vero e proprio leader. A tutto questo bisogna aggiungere che i protagonisti di Shazam! Furia degli Dei sono adolescenti o bambini, trovandosi in un momento della loro vita in cui neanche loro sono pienamente consapevoli di quello che vogliono. Il film, quindi, riesce a incanalare perfettamente questa particolare dinamica, presentando dei personaggi lungi da qualsivoglia perfezione, ignorando del tutto le responsabilità che hanno accettato di prendere una volta ottenuti questi poteri.

In tutto ciò subentra la storia dietro alla magia che li ha resi tali, e il fatto che nessuno li ha mai, veramente preparati a quello che dovranno affrontare, spiegandogli le ragioni del loro compito. Ecco che il film diventa un vero e proprio viaggio di ricerca, non dal punto di vista fisico, ma concettuale e intimo. I personaggi devono comprendere il peso dei poteri che stanno utilizzando non come supereroi, ma come Campioni, riallacciandosi all’epica greca con un ragionamento che sfrutta i racconti più celebri di Omero e altri cantori del passato, per delineare un percorso di crescita piuttosto interessante e pieno di spunti.

Raccontare qualcosa con leggerezza

Come anticipato anche sopra, uno dei tratti distintivi di Shazam! Furia degli Dei è proprio la sua leggerezza di fondo, pronta a mettere in discussione gli stereotipi del caso. David F. Sandberg costruisce una narrazione per immagini che sa sicuramente come intrattenere e divertire, sfruttando la fotografia coloratissima di Gyula Pados in un tripudio di elementi a schermo che sanno come tenere a bocca aperta.

La scelta di Zachary Levi restauna carta vincente anche in questo sequel, portando in scena un personaggio che oscilla continuamente tra potenziale eticità e una certa insicurezza bambinesca che funzionano alla perfezione. Questa particolare dinamica ritorna anche negli altri personaggi, primo fra tutti Freddy Freeman (Jack Dylan Grazer/Adam Brody), consentendo a regista e sceneggiatori di portare in scena i classici crucci dell’età adolescenziali, proiettandoli in un contesto che è sempre e comunque sui generis.

Dal punto di vista degli antagonisti ci troviamo davanti a due figure molto interessanti e con un peso non indifferente sia sulla storia che sullo stesso set. Lucy Liu ed Helen Mirren risultano molto più credibili, come villain, rispetto a quello che abbiamo visto in passato. La loro è una storia con una motivazione molto più chiara e impattante, guidata da una serie di ragioni che si riallacciano alla passato stesso della storia, con una presenza scenica  che si fa sentire in ogni singola inquadratura (abbiamo visto il film in lingua originale), e una verve recitativa che sa come catturare l’attenzione con momenti epici che restano indelebili. Al loro fianco troviamo Rachel Zegler; la sua interpretazione dinamizza ulteriormente la dimensione negativa del film con quella positiva, portando in scena una serie di sentimenti che sfaccettano ulteriormente la situazione. Un ultimo elemento non trascurabile di Shazam! Furia degli Dei è la colonna sonora di Christophe Beck, sempre pronta a valorizzare al meglio i singoli sviluppi della pellicola. Vi ricordiamo che il film arriverà nei cinema italiani dal 16 marzo.