Solanin, recensione: la vita è un treno che passa

Solanin di Inio Asano ha delicatezza per parlare del fallimento di una generazione, della fatica di lasciarsi andare e vivere davvero.

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a cura di Fabio Fagnani

A volte ti senti soffocare. Pensi sia normale, forse lo stress, dai poco peso a quello che ti suggerisce il corpo, ma il corpo non parla da solo. È l’anima, e il cuore, a suggerire al corpo come muoversi, cosa fare, dove avere dolore, se averlo. E quando ti senti soffocare, spesso è la vita che inizia a stritolarti partendo da dentro, partendo da dove fa più male. Pensieri, sogni, delusioni, piccole conquiste e un vortice di sensazioni. La vita.

Di per sé una fregatura. Nasci avendo un’unica certezza, la tua fine. La conclusione. Tanti saluti a tutti. Quello che c’è di mezzo non lo puoi controllare. Ci puoi provare, ci speri, ma non è così, mai. C’è chi vive, chi finge di farlo, chi ci prova e ne rimane deluso, chi invece ci crede e vince le sue paure. Nessuno sa cosa c’è in quell’affascinante percorso, è per questo che l’unico modo per non pentirsene è provare a viverlo intensamente. In qualsiasi difficoltà, in qualsiasi complessità. Questo è il nostro destino. Il destino di una generazione, forse due, che non sa che cosa gli capiterà domani, che prova a lasciarsi andare, a creare una famiglia, a sorvolare sul peso che sente dentro, alla mancanza di appagamento, alla assenza di gravità, si rimane sospesi. Sospesi in un presente che vuole ingannarti, incastrarti, governarti, che prova a farti vivere qualcosa, come se non stia succedendo nulla, anche se, nel frattempo, ti senti soffocare

Solanin rappresenta l'incertezza di una generazione

Solanin di Inio Asano racchiude il senso più centrale della nostra generazione, fatta da incertezze, fragili sicurezze, sogni spezzati, incubi quotidiani e un ritmo di vita frenetico e tossico. C’è un’istantanea che mi colpisce nel manga scritto in maniera incantevole dal mangaka autore di Buonanotte PunPun, un frammento di quotidianità che almeno una volta nella vita è capitata a tutti noi, quella sensazione di essere nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, di essere lontano da ciò che davvero vuoi, di essere vuoto dentro. Anzi, come scrive Asano, “di accumulare dentro tanto veleno”.

Non serve che ci sia qualcun’altro ad alimentare questo disgusto, bastiamo noi. Emarginati dalla società, giovani senza speranze, senza idee, senza progetti concreti. Possiamo avere tutte le carte in tavola del mondo, ma nessuno ci concederà spazio. Facile dire che “prima o poi, se ci credi veramente, se sacrifichi tutto per l’obiettivo, alla fine arriverai al risultato”. Posso essere chiaro: non è vero. Perché? Perché chi vi dice tutto questo è qualcuno che ce l’ha fatta. Bravo, fortunato, caparbio, sicuramente. Lui, però, ce l’ha fatta. Non credete a chi vi dice che prima o poi riuscirete a compiere il vostro progetto, ad arrivare al traguardo, a vincere ogni paura. Non è così. Ci vuole talento, per cominciare. Ci vuole coraggio, a seguire. E poi ci vuole quella dose di fortuna che non guasta mai. 

Solanin: o si cambia o si muore

Meiko e Taneda, una giovane coppia nella Tokyo moderna, sono il centro della storia. I due protagonisti vivono le proprie vite ipnotizzati dalla routine, rassegnati alle loro normali vite, fatte di uscite con gli amici, lavori monotoni e un’assenza di evoluzione. In fondo al tunnel la luce non c’è. Non arriva mai. Rinunciare ai sogni che ti hanno forgiato è una privazione troppo grande per tenerla in un cassetto. O si cambia o si muore dentro.

Asano ha la sensibilità giusta, grazie anche a dei disegni delicati e sinceri, di raccontare i ritmi, le storture, le simboliche follie del Giappone che sono un po’ quelle di tutti noi. Genitori che vogliono di più da figli che danno il massimo in una società che non riesce nemmeno lontanamente a soddisfare la propria fame. E allora giù di infantilismi, strazianti promesse e monotone azioni ripetitive che non fanno altro che allungare l’agonia. C’è una sorta di promessa non mantenuta dalla generazione antecedente alla nostra, quella dei quarantenni e dei trentenni d’oggi. Un po’ come se qualcuno avesse tradito, avesse mentito, avesse giocato sporco sulla vita delle stelle future. E quelle stelle oggi sentono tutto il peso del cielo sulle spalle.  

Asano è un narratore incantevole

Il mangaka classe 1980 è noto in Italia per le pubblicazioni, edite sempre da Planet Manga, di Buonanotte PunPun, La ragazza in riva al mare, Il campo dell'arcobaleno e Dead Dead Demon's Dededededestruction, opere capaci di mettere al centro sempre la persona e le proprie emozioni. Asano riesce a raccontare la quotidianità, i contrasti, le incertezze, le ingenuità della razza umana, i dissapori e gli ossimori che viviamo ogni giorno. Come siamo davvero? Come pensiamo di essere? Asano mette al centro le classiche domande esistenziali a cui già i filosofi greci provavano a rispondere senza certezza alcuna. La sua enorme sensibilità regala, pagina dopo pagina, un crescendo di commozione. Le opere del mangaka sono ossigeno per la mente e per l'anima.

Asano è nato a Namegata, nella prefettura di Ibaraki. Nel 2001 ha conquistato il premio GX per autori emergenti e ha fatto il suo esordio con il manga "Uchuu kara konnichiwa" (Saluti dall'universo) su Sunday GX. Il suo manga Solanin è stato adattato in un film live action uscito in Giappone nell'aprile 2010, riscuotendo un discreto successo.

Solanin: un treno che passa e che guardi andare via

L’edizione definitiva di Planet Manga, la Complete Edition, realizzata in un volume unico sorprende su più fronti. Non solo appaga il feticismo di avere tra le mani un oggetto che si fa leggere senza fatica, senza appesantire occhi e mani, ma rende godurioso anche il disegno di Asano. Inoltre, la copertina rappresenta tutta quella desolazione che sentono dentro i nostri protagonisti. Una pressione troppo alta, un’asticella che si alza inesorabile, una pressione che non va via, mai.

Una ragazza, forse Meiko - ma magari no, una persona qualsiasi, come fossimo noi - persa in un prato. Davanti solo un susseguirsi di fili d’erba e poi davanti a sé, più in alto, un ponte e un treno che passa. Magari proprio quel treno su cui i suoi sogni stanno viaggiando. Un treno che lei, lontana nel prato, immersa nel verde, non prenderà mai. Un treno che guardi andare via e impotente ti senti solo soffocare.