Star Trek Discovery 4, recensione dei primi due episodi

Star Trek Discovery 4 ha debuttato ieri sera anche in Italia gratuitamente su Pluto TV con i primi due episodi.

Avatar di Domenico Bottalico

a cura di Domenico Bottalico

-

C'era stata un po' di apprensione fra i fan di Star Trek allorquando alla vigilia del debutto di Star Trek Discovery 4, la serie era improvvisamente sparita dal catalogo Netflix, ovvero la piattaforma che aveva trasmesso le prime tre stagioni della fortunata serie (di cui potete recuperare la prima stagione in blu-ray su Amazon) che aveva riportato il franchise in TV dopo ben 14 anni. I timori tuttavia sono stati dipanati dopo una manciata di giorni quando, a seguito dei nuovi accordi internazionali di CBS, Viacom e Paramount, hanno portato a sorpresa Star Trek Discovery 4 sulla TV streaming gratuita Pluto TV dove ha debuttato ieri con i primi due episodi.

Star Trek Discovery, dove eravamo rimasti

Nella terza stagione di Star Trek: Discovery, avevamo assistito ad un incredibile salto temporale di 930 anni della Discovery e alla dislocazione di circa un anno fra Michael Burnham e il resto dell'equipaggio. L'eccezionalità dell'avvenimento tuttavia era secondo solo all'incredibile e buio futuro in cui proprio Burnham e i suoi si erano ritrovati, in cui la Federazione era scomparsa e i viaggi transluminali erano diventati impossibili e fuorilegge a causa della scomparsa del prezioso dilitio e dell'evento catastrofico noto come The Burn che aveva spazzato via navi di ogni tipo dall'universo.

Non senza difficoltà Burnham e la Discovery avevano indagato sul misterioso evento e sul fato della Federazione ricostruendo a ritroso decenni di eventi nefasti accogliendo Adira, l’ospite di un simbionte trill che in passato era stato l'Ammiraglio Tal, e arrivano su Ni’Var ovvero l'antico Vulcano dove convivevano, non senza difficoltà, vulcaniani e romulani. Sospetti, segreti e tradimenti puntavano tutti ad accusare la Federazione e i suoi esperimenti legati alla ricerca di un sistema di trasporto alternativo.

Ben presto però il mistero sia era dipanato diversamente svelandosi legato alla nebulosa Verubin al cui interno era rimasta intrappolato una nave kelpiana. L'unico sopravvissuto della nave aveva quindi stabilito un contatto empatico con il pianeta ospitato all'interno della nebulosa stessa, uno completamente composto di Dilithium e sui cui voleva mettere le mani anche lo spietato cartello della Emerald Chain.

Star Trek Discovery 4, una "nuova" era

Con a disposizione una nuova risorsa di dilitio, la Federazione può uscire effettivamente dall'ombra e riprendere non solo i contatti diplomatici con i vari pianeti e civiltà (contatti inizialmente non sempre amichevoli  dopo decenni di sospetti) ma anche riaprire l'Accademia dopo ben 125 anni. Anche se Burnham e la Discovery hanno idealmente compiuto la missione che si erano prefissati dopo essere arrivati nel futuro, questa "nuova" era nasconde insidie e minacce antiche come ad esempio la politica con cui deve scontrarsi proprio Burnham che ricordiamo è ora a tutti gli effetti il Capitano della Discovery anche perché Saru è in congedo diplomatico sul suo pianeta.

Nella pratica questo si trasforma in una intrusione della neo-eletta Presidente della Federazione Rillak che si unisce all'equipaggio della Discovery per una missione di soccorso che prevede la stabilizzazione di una stazione orbitante misteriosamente andata fuori controllo dopo essere stata colpita da una non meglio specificata onda di energia.

La situazione appare subito critica tuttavia la Discovery e Burnham individua subito la fonte del problema: una distorsione gravitazionale. Nulla di ingestibile se non fosse che la distorsione, proprio durante i soccorsi, colpisce la stazione e la Discovery rendendo difficoltose le operazioni di salvataggio. Burnham è costretta a prendere una decisione non facile che purtroppo costa delle vite.

Ma questo è solo l'inizio. A migliaia di anni luce di distanza la stessa distorsione colpisce in pieno Kweijan disintegrandolo. L'unico sopravvissuto, per pura fortuna, è Booker. Cos'è questa distorsione e quali sono le sue caratteristiche? La Discovery è ovviamente in prima linea e con lei Booker che si offre volontario per raccogliere quanti più dati possibili sull'anomalia viaggiandoci all'interno con la sua nave. Una manovra pericolosissima risolta solo dalla freddezza di Burnham, tuttavia i dati raccolti sembrano essere davvero poco incoraggianti anzi terrificanti.

Star Trek Discovery 4, un futuro famigliare

I primi due episodi di Star Trek Discovery 4 ci riconsegnano una serie sicuramente più puntuale, forte di un inizio estremamente preparatorio che stuzzica ma non rivela troppo le sue carte. La puntualità è data anche da una maggiore focalizzazione sulla trama principale che anziché muoversi in maniera erratica alla ricerca di appigli "moderni" scava negli stilemi della serie originale e in alcuni inaspettati episodi cinematografici (il secondo e il quarto film per la precisione).

Non che filoni narrativi secondari non si intravedano sia ben chiaro ma sono sicuramente più aderenti alla trama principale che, c'è da rimarcarlo se si prende in esame tutta la serie finora, non è particolare originale ma è comunque efficace nel portare in primo piano temi cari al franchise: l'esplorazione, la politica, la convivenza dei popoli a cui si aggiunge poi la componente più personale con lo sforzo fisico e mentale dei componenti dell'equipaggio. Tutti aspetti che nella precedente stagione erano un po' mancati o rimaneggiati in maniera troppo radicale.

A beneficiarne è sicuramente Sonequa Martin-Green e la sua Michael Burnham, molto più credibile e vibrante, ma anche tutti il resto della Discovery funziona meglio esaltandosi nei rispettivi ruoli allorché al centro del plot di questi primi due episodi c'è prima l'equipaggio e poi in seconda battuta (ma non meno importanti) i singoli. Giganteggia come sempre Doug Jones nei panni di Saru mentre anche Blu del Barrio e la sua Adira trova una nuova e più dinamica dimensione prima come componente dell'equipaggio e poi come sponda, con la sua sotto trama, per un divertente easter-egg che coinvolge Picard, l'altra serie TV di Star Trek attualmente in corso e ambientata in un'altra linea temporale.

Regia e fotografia ormai hanno trovato una propria e ben precisa identità per Star Trek Discovery. Questo però non impedisce al regista Olatunde Osunsanmi di implementare, fra innovazione e tradizione, soluzioni eterogenee che vanno dai flares ai movimenti di camera a 360° sull'asse verticale passando per un sapiente uso degli effetti speciali (bellissime le sequenze in cui la Discovery perde per alcuni momenti la gravità artificiale) mentre da segnalare qualche incertezza nella CGI della sequenza d'apertura del primo episodio.

Star Trek Discovery 4, chi ben comincia...

Al netto delle premesse tutt'altro che originali, soprattutto se rapportate alla trama principale delle precedenti stagioni, l'incipit di Star Trek Discovery 4 è decisamente promettente con la serie che sembra puntare direttamente a riportare sul grande schermo in maniera sempre più marcata le caratteristiche principali della serie originale in primis sia dal punto di vista stilistico che tematico. C'è però da sottolineare come anche la precedente stagione era iniziata in maniera intrigante perdendo progressivamente mordente, speriamo che non sia questo il caso e che potremmo ritrovarci a fine stagione soddisfatti di aver ritrovato una serie in piena forma.