Star Trek Discovery 4, recensione: somewhere out in space

Star Trek Discovery 4: Michael Burnham e il suo equipaggio si spingono oltre i limiti della galassia conosciuta per un primo contatto.

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a cura di Domenico Bottalico

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Mente Picard è nel pieno svolgimento della sua seconda stagione e cresce l'attesa per l'inedita Strange New Worlds, Star Trek Discovery 4 conclude la sua corsa dopo 13 episodi che in Italia abbiamo potuto gustarci gratuitamente su Pluto TV, nuova TV in streaming completamente gratuita supportata da pubblicità, a cadenza settimanale e a sole 24 ore di distanza rispetto alla messa in onda negli Stati Uniti.

Star Trek Discovery 4, somewhere out in space

Avevamo tastato il polso a Star Trek Discovery 4 con una recensione in anteprima dei primi due episodi che erano serviti inevitabilmente non solo da raccordo con la precedente stagione ma anche per introdurre a tutti gli effetti la nuova missione della Discovery di cui ora Michael Burnham è a tutti gli effetti Capitano. Dopo aver trovato una nuova fonte di dilitio, indispensabile per i viaggio interstellari e svelato il mistero dietro al cataclismatico Grande Fuoco, in questo nuovo futuro l'obbiettivo è quello di ricostituire la Federazione Stellare. Missione subirà una brusca sterzata quando una distorsione gravitazionale spazza via Kweijan, il pianeta natale di Booker.

L'evento ovviamente allarma subito i pianeti che fanno parte della Federazione anche perché l'anomalia non sembra avere caratteristiche naturali o comunemente ascrivibili alle distorsioni gravitazionali che rispondono alle leggi della fisica. La Discovery viene quindi incaricata di indagare e proprio Booker si offre volontario per penetrare nella distorsione, che nel frattempo è ricomparsa in un altro angolo della galassia, e raccogliere così dei dati.

Le poche informazioni raccolte non sono incoraggianti anzi sono terrificanti. La distorsione infatti non è naturale ma artificiale, ma non è tutto. La sua formazione e la capacità di spostarsi fanno infatti presumere che sia "pilotata": ma da chi e a quale scopo? Mentre la Discovery è impegnata nel formulare tesi e teorie che possano spiegare la natura della distorsione e fermarla, nella Federazione si consuma una frattura fra coloro i quali vogliono tentare un primo contatto pacifico e diplomatico e chi invece vuole subito ricorrere alle armi e abbattere quello che viene subito etichettato come un nemico che non si è curato di aver spazzato via un pianeta densamente popolato.

Anche se a prevalere è l'approccio pacifico, la frattura è ormai consumata tanto che proprio l'esperto scienziato chiamato dalla Federazione a supportare gli sforzi della Discovery, il misterioso Tarka, trova in Booker uno spirito affine iniziando così un piano di sabotaggio che di fatto li rende dei criminali. Ma se le motivazioni di Booker sono abbastanza lapalissiane, quali sono quelle di Tarka?

Quando poi finalmente si riesce a comprendere la vera natura della distorsione e l'esatto posizionamento dei suoi "piloti", la Discovery si spingerà davvero dove nessun uomo è mai stato prima cercando un primo contatto complicato non solo dalle condizioni estreme ma anche da una nuova incombente minaccia che coinvolge direttamente la Terra. Il tutto si trasforma quindi in una corsa contro il tempo e contro il piano messo in piedi da Booker e Tarka.

Star Trek Discovery 4, ritorno lì "dove nessun uomo è mai stato prima"

Le buone impressioni avute dai primi due episodi vengono confermate nel corso di questa quarta stagione di Star Trek Discovery. Pur non senza difetti e con qualche lungaggine di troppo, Star Trek Discovery 4 non solo spazza via la deludente stagione precedente ma ci riconsegna una serie che potrà ripartire da basi rinnovate e nuovamente solide per una quinta stagione già confermata.

È chiaro che rispetto alle prime due stagioni (recuperate Star Trek Discovery Stagione 1 in blu-ray su Amazon) la serie ha perso di freschezza tuttavia è impossibile non notare una scrittura più puntuale in questa Stagione 4 soprattutto per quanto riguarda la gestione della trama orizzontale e degli aspetti più spiccatamente drama che nella passata stagione erano naufragati miseramente in una serie di sotto trame prive di mordente e decisamente pedestri soprattutto nel tentativo di trasportare nel futuro di Star Trek Discovery tematiche d'attualità.

Proprio questo aspetto viene riassorbito in alcuni passaggi degli episodi apparentemente slegati dalla trama orizzontale i quali, recuperando alcuni stilemi delle passate incarnazioni televisive del franchise, mediano in maniera intelligente drama, tematiche d'attualità ed esigenze narrative proprie del plot principale. Pur non essendo stata presentata in maniera originalissima, il mistero dietro la distorsione gravitazionale e i Ten-C non solo hanno fornito un buon filo conduttore ma sono stati rimaneggiati nel corso degli episodi e delle fasi della stagione dagli sceneggiatori in maniera più o meno efficace per ripresentarci alcuni degli aspetti cardine della fantascienza positiva di cui Star Trek è da sempre uno dei più fulgidi esempi.

È indubbio infatti che i momenti più interessanti di Star Trek Discovery 4 siano legati il dibattito fra la fazione interventista e quella più diplomatica della Federazione diventandone di fatto il nucleo tematico della stagione. Il rapporto con l'altro soprattutto quando sconosciuto, il rispetto degli spazi vitali, il confronto democratico, la valutazione di costi e benefici poi sono tutti momenti facilmente traslabili nella realtà soprattutto quella drammatica degli ultimi mesi. A questa riflessione è sicuramente ascrivibile il finale culmine di un arco narrativo, composto dagli ultimi 3/4 episodi, che attinge a piene mani non solo da Deep Space Nine e Voyager (ma in realtà tutta questa Stagione 4 lo fa in più di un frangente) ma anche da alcuni ottimi esempi di fantascienza moderna come Interstellar o Arrival.

Non manca qualche passaggio a vuoto in Star Trek Discovery 4. La componente drama è ancora presente e prende il sopravvento in qualche esempio spezzando un po' la tensione ma anche allungando gli episodi e facendo inevitabilmente abbassare la soglia d'attenzione dello spettatore. È proprio sul minutaggio degli episodi che gli showrunner dovrebbero lavorare in maniera più intelligente perché spesso 50/60 minuti sono eccessivi per quello che effettivamente si sta raccontando nell'episodio. A livello registico, di fotografia e realizzazione tecnica Star Trek Discovery ha oramai uno stile proprio che mescola le influenze di JJ Abrams (flares e movimenti di camera un po' più audaci) con quelle classiche del franchise (controcampi sul ponte della nave, primi piani nelle sequenze drammatiche) mentre gran parte del budget per gli effetti speciali è evidentemente riversato in alcuni belle sequenze con protagoniste le astronavi che riportano alla mente il leggendario secondo film del franchise, L'Ira di Khan.

In definitiva quindi, qualora aveste abbandonato la serie con la stagione precedente, in Star Trek Discovery 4 ritroverete parte del fascino delle prime due stagioni della serie, e del franchise di Star Trek più in generale, a patto di dover concedere qualcosa in termini di tensione e puntualità a causa di una componente drama seppur meno pressante ancora presente.