The Concert Feature - La Fantasia di Walt Disney, recensione: la fantasia ad ogni costo

The Concert Feature - La Fantasia di Walt Disney narra a fumetti come nasce il capolavoro cinematografico e musicale di Walt Disney.

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a cura di Massimo Costante

Senior Editor

Avete mai visto un film Disney senza la sfarzosità della sua colonna sonora? No, mai, possiamo esserne certi, perché Walt Disney sin dagli albori della Walt Disney Animation Studios con la produzione del primo classico Disney –
Biancaneve e i sette nani – ha contraddistinto tutte le sue opere da un’importante componente musicale, al pari delle immagini e della storia. Quando nel 1937 a Walt Disney
venne in mente di omaggiare Topolino – il topo a cui doveva tutto – e incontrò fortuitamente il maestro Leopold Stokowski, ebbe un’illuminazione… una Fantasia. In The Concert Feature - La Fantasia di Walt Disney, Mario Petillo inesauribile conoscitore del mondo Disney e le matite di Giorgia De Salvo, hanno ricreato in un fumetto la magia di quei giorni incredibili che videro la nascita di un grande classico.  

The Concert Feature - La Fantasia di Walt Disney: la fantasia ad ogni costo

Mi piace pensare che l’autore Mario Petillo abbia tenuto questo progetto dentro di sé per molto tempo, fino a quando non ha avuto l’occasione di potervi dare forma, e infine pubblicarla con l’editore Poliniani. Una Fantasia ad ogni costo, come quella di Walt Disney. Perché l’amore verso questo progetto, che affonda le sue radici in 80 anni di storia, è abbastanza evidente. Essendo reduce da James Hook – Il pirata che navigò in cielo, sempre pubblicato da Poliniani, e avendo curato lo speciale podcast “Ho ucciso io Mufasa”, Petillo si rimette alla prova con un modello per lui inedito, ovvero la sceneggiatura di un fumetto, una storia che, però, vuole essere letta come un vero e proprio romanzo.  

Come vi abbiamo già anticipato, The Concert Feature - La Fantasia di Walt Disney racconta gli accadimenti trascorsi tra il 1937 e il 1940, gli anni che portarono alla genesi del film di Fantasia. Un film, come potrete apprendere dallo stesso libro, che nasce come cortometraggio di Topolino nelle vesti de l’apprendista stregone, ma vista la forte emorragia di risorse di quel progetto che in prima battuta aveva un’importanza decisamente limitata rispetto ai successivi Dumbo e Pinocchio, fu trasformato in lungometraggio composto da ben otto parti musicate in chiave classica dirette dal maestro Leopold Stokowski. Il segmento di Topolino apprendista stregone era divenuto solo una delle otto parti previste nella trasformazione del progetto.  

Eppure, ciò che noi vi abbiamo riassunto in modo asettico, in realtà nasconde una gestazione semplicemente visionaria e fuori da ogni schema, la visione di Walt Disney, che Mario Petillo ha saputo raccontare in modo impeccabile, con dialoghi semplici e ricchi di quello che era lo spirito libero e creativo del papà di Topolino. Inoltre, come già specificato dallo stesso autore nell'introduzione, il realismo ricalcato in molte scene, è stato reso possibile grazie anche al suo grande lavoro di ricerca documentale (pare che i quotidiani letti da Walt nelle scene fossero proprio quelli, così come alcuni dialoghi resi da testimonianze ufficiali).  

Ma badate bene che non si tratta di un semplice “documentario”, anzi la storia vi colpirà senza dubbio. Manca solo la musica, ma quasi la si percepisce dalle pagine. Il racconto mostra dei picchi emozionanti, dovuti alle difficoltà legate al rischio di impresa che affrontava la Walt Disney Animation Studios, i contrasti con il fratello Roy Disney, altro pilastro dell’azienda, ma spesso diametralmente opposto alla visione di Walt e meno disposto a rischiare con format innovativi come quello di Fantasia. Roi voleva fare “cartoni”, ma per Walt non sono mai stati “solo cartoni”.  

Fantasia non è mai stato un semplice film, o solo un cartone animato. È la volontà di far vedere al mondo che dietro ai disegni c’è molto di più e la magnificenza della musica imprime alla perfezione questo messaggio. Quindi perché non mettere in piedi perfino un innovativo sistema stereofonico per godere appieno di questa musica? Nasceva così Fantasound, un’altra “follia” di Walt, che portava nelle sale il primo film commerciale in stereofonia. Una follia? Una Fantasia. E in queste pagine potete riviverla. 

Una storia da (ri)scoprire 

Le sensazioni che abbiamo avuto leggendo The Concert Feature - La Fantasia di Walt Disney sono le stesse ricevute da Saving Mr. Banks. Vi ricordate della brillante pellicola con un Walt Disney interpretato da Tom Hanks? 

A nostro modesto parere, Petillo adotta la stessa narrativa. Saving Mr. Banks è il film che racconta la produzione di un altro grande classico Disney: Mary Poppins. Ebbene, per chi non avesse visto il film, vi anticipiamo solo che la storia è una lotta continua tra Walt e Pamela Travers, la scrittrice inglese (di origini australiane, per i più pignoli) che diede vita nei suoi romanzi alla bambinaia più famosa del mondo, Mary Poppins, appunto, in continuo contrasto sull’uso dei personaggi e delle onnipresenti “musichette” che l’autrice disprezzava. Anche qui, nella narrazione emerge pienamente il processo produttivo, con tutte le emozioni, i contrasti e le personalità dei protagonisti. Un lavoro che Mario Petillo ha svolto in modo ineccepibile.  

Da Walt Disney, fino a Roy, Stokowski e il team creativo degli Studios, sono tutti magnificamente caratterizzati, il processo produttivo dell’intera opera di Fantasia prende forma sotto i nostri occhi nonostante non si tratti di un vero e proprio romanzo (parlando del modello fumettistico e ovviamente della sua longevità) e questo è anche merito degli splendidi disegni di Giorgia De Salvo, essenziali, semi realistici e nel pieno stile – oseremmo dire – Disney, con innesti che richiamano alla perfezione alcuni frame della pellicola originale. Unica critica che ci sentiamo di muovere è al lettering, che soffre di qualche ripetuta imperfezione, ma nulla che possa compromettere la lettura e quindi l’esperienza definitiva.  

Inoltre, il periodo storico, quello della Seconda Guerra Mondiale, è presente in modo sottile ma ben determinato nella narrazione, che realmente ha coinvolto la casa di produzione di Topolino, mettendola davanti a delle scelte difficili e spesso obbligate. Un periodo difficile che, forse, ancora di più ha tirato fuori il genio esplosivo di Disney, facendolo osare dove gli altri nemmeno pensavano di esistere. Passaggi, che ancora una volta, l’opera di Mario Petillo, sono resi alla perfezione.  

Eppure, nonostante il grande potenziale dell’opera, quando Fantasia debuttò nei cinema americani nel 1940, ricevette reazioni contrastanti. In molti cinema non fu proiettato con l’ausilio del Fantasound e, cosa peggiore, in Europa arrivò solo cinque anni più tardi a causa del conflitto mondiale. Insomma, nonostante la magnificenza del prodotto, se Walt Disney non avesse dato seguito anche a Dumbo e Pinocchio colmando le perdite dovute ai mancati incassi di Fantasia, probabilmente l’azienda sarebbe anche fallita.  

Oggi Fantasia è uno dei Grandi Classici Disney più apprezzati e omaggiati. Sono stati prodotti dischi musicali, videogiochi, giocattoli e un “sequel” Fantasia 2000 uscito nel 1999. Dopo aver letto The Concert Feature, ci è venuta voglia di rivederlo ancora una volta...quindi obiettivo centrato.