X - A sexy horror story, recensione: violenza ed erotismo

Se siete alla ricerca di uno slasher movie sanguinoso e violento, dalle tinte erotiche, X - A sexy Horror story fa per voi.

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a cura di Nicholas Massa

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Non è detto che il genere cinematografico debba rappresentare necessariamente una storia fine a se stessa, ancorata agli stilemi del caso. Se nelle mani giuste questo può tranquillamente diventare, con tutti i suoi cliché, anche un vero e proprio contenitore al cui interno poter inserire plurime considerazioni in merito al materiale trattato. Con X - A sexy horror story il regista Ti West parte proprio da tutto ciò, costruendo intorno a qualcosa di estremamente familiare nel suo insieme qualche breve riflessione che ne contestualizza nell’immediato le finalità concettuali, mettendo a nudo un intento primariamente concettuale che intrattenente. 

Le modalità di esecuzione alla base di queste film restano saldamente ancorate al genere di appartenenza, è inutile negarlo, però resta affascinante notare le metodologie sia formali che tematiche attraverso cui il regista lega ogni cosa, in un discorso che si origina da un contesto chiuso e isolato per poi ampliarsi molto dai limiti concessi dalla pellicola stessa. La modernità di alcune scelte eleva un minimo il materiale trattato, aprendo la strada a un tocco distintivo dietro la macchina da presa. Prodotto da A-24, X - A sexy horror story è stato presentato in anteprima al South by South Fest il 13 marzo del 2022, per poi uscire nei cinema americani il 18 marzo dello stesso anno, giungendo sul mercato on demand il 14 aprile del 2022. La distribuzione italiana è prevista per il 14 luglio 2022, tramite Midnight Factory.

X - A sexy horror story: un horror che parla di erotismo

Come suggerisce anche il titolo stesso del film, X - A sexy horror story è una di quelle storie che si sviluppa attraverso l’ansia e il terrore, fondendo però al tutto elementi appartenenti alla sfera dell’erotismo. Questa commistione non è inedita nel settore, e rappresenta, almeno in questo caso, uno degli elementi più centrali a muovere gli eventi principali dal punto di vista tematico. Al centro della trama troviamo un gruppo di ragazzi: Maxine (Mia Goth), Lorraine (Jenna Ortega), Bobby-Lynne (Brittany Snow), Jackson (Scott Mescudi), Wayne (Martin Henderson) e RJ (Owen Campbell). Ci troviamo nel 1979 e il loro obiettivo è quello di elevare le proprie esistenze girando il film porno del secolo. Tutti loro si aggrappano, chi in un modo e chi in un altro, disperatamente a questa pellicola per buona metà della narrazione.

Ciò che rappresenta ai loro occhi, infatti, definisce ognuno di loro nel profondo, disegnando i loro dettagli scena dopo scena. Ecco che l’insoddisfazione alla base delle loro esistenze trova nuova linfa vitale nella creazione di un qualcosa che presumibilmente li salverà dal loro presente e dal loro passato. Chi ci legge uno slancio nella propria carriera di attrice, chi un progetto artistico indipendente, chi un trampolino di lancio economico per il proprio nome all’interno del settore del cinema, resta comunque indicativo come Ti West si serva delle speranze e dei sogni di tutti loro per farne un quadro immediatamente chiaro e intimo.

Per girare questo film il produttore, Wayne, ha affittato un capanno adibito ad abitazione in una remota fattoria a Houston, in Texas. L’obiettivo, oltre che risparmiare, è quello di isolarsi per dedicarsi completamente alla pellicola suddetta senza intoppi di sorta. La fattoria però è di proprietà di una coppia di anziani (Howard, interpretato da Stephen Ure e Pearl, interpretata sempre da Mia Goth) abbastanza strani e molto in là con l’età. Questi appartengono a una generazione totalmente differente da quella dei ragazzi, e la loro stessa percezione di quello che sta per avvenire nel capanno si distacca nell’immediato dai modelli morali con cui sono stati cresciuti. Il fatto che X - A sexy horror story poi, sia continuamente scandito dai sermoni di un predicatore che dalla piccola televisione dei due anziani giudica ogni cosa con la più recondita cattiveria, è piuttosto indicativo di quello che sta per succedere. 

L’erotismo suggerito sopra ritorna quindi non soltanto nelle scene del film porno stesso (Le figlie del contadino), ma soprattutto nel cosiddetto “mostro” del film. Dalla seconda metà le tonalità leggere cambiano all’improvviso rivelando la reale natura di slasher movie alla base della narrazione. Tutto si sviluppa dal desiderio sessuale represso dei due anziani, di Pearl soprattutto, che cominciando a osservare questi giovani e le loro energie, decide di avvicinarsi loro sempre di più. La violenza più cruenta esplode quindi dall’intimo desiderio di una donna che non può più avere quello di cui avrebbe voglia, complice il tempo che inevitabilmente le è trascorso addosso mai più recuperabile. Il marito non è ovviamente da meno in questo appoggiandola fino alla fine. Ne fuori esce una riflessione quasi wildiana sull’ineluttabilità del tempo e sulla perdita di una bellezza che se ne va senza che lo si vorrebbe. Un intimo rimpianto che esplode nella violenza più cruda, sanguinosa e cupa. Ricordandovi che nel corso delle riprese del film è stato girato anche un suo prequel dal titolo Pearl.

Uno slasher movie classico nel suo insieme che sa citare dal passato 

X- A sexy horror story è estremamente classico dal punto di vista strutturale, questa potrebbe rivelarsi sia una pecca che un elemento positivo. Ti West, infatti, prende tutti gli elementi più classici degli slasher movie e li traduce in una struttura prevedibile dall’inizio alla fine. Un gruppo di personaggi si isola in un contesto extraurbano, lontano da tutto e viene letteralmente braccato e massacrato da un mostro indefinito, da un mostro inizialmente intraducibile, per poi rivelarsi mano a mano. Nulla di nuovo all’orizzonte da questo punto di vista, anche se il classicismo alla base dell’azione principale potrebbe tranquillamente essere letto come un vero e proprio ritorno alle origini del genere stesso. A valorizzare una visione del genere abbiamo le varie citazioni che il regista stesso fa nel corso dell’intera narrazione, citazioni non soltanto dirette e verbali, ma anche indirette e formali a film come: Shining, Psycho (acquistatelo su Amazon), Alligator, Non aprite quella porta, Profondo Rosso, Boogie Nights, Giochi Maliziosi (alcuni di questi sono disponibili su Amazon Prime Video). L’affresco finale di violenza e sangue saprà sicuramente soddisfare gli amanti del genere, contestualizzando il tutto con alcune motivazioni morali che riescono a farsi anche contemporaneamente per certi versi.

L’attenzione formale 

A delineare l’intera azione di X- A sexy horror story troviamo un’attenzione formale quasi millimetrica in certe inquadrature. Lo stile compositivo di West è palese nel modo in cui inquadra i suoi personaggi, i suoi geometrismi, valorizzati anche dalla stessa fotografia, funzionano dall’inizio alla fine, elevando in un certo qual modo il materiale trattato. La riflessione sul genere si sposta qui sui corpi degli attori stessi, su quelli degli anziani, sui dettagli sanguinosi ed efferati, sugli ambienti spogli, sull’isolamento apparentemente infinito del posto e sugli sguardi di tutti loro pregni di rimpianti e di un intimo dolore che ancora attende una risposta. La scelta di girare un film nel film, scindendo quindi la narrazione formale nei due punti di vista del regista porno e di West stesso, riconferma la mano dietro alla macchina da presa in uno sguardo che tende a spogliare quello che cattura, muovendosi lungo i filamenti classici di un genere che probabilmente ha ancora qualcosa da raccontare.