X-Men: Dark Phoenix: Che Cos'è la Forza Fenice?

Debutta in sala X-Men: Dark Phoenix, ma cosa sappiamo davvero sulla Fenice e sul suo alter ego malvagio? Qual è esattamente il potere cosmico di Jean Grey?

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a cura di Andrea Giovalè

X-Men: Dark Phoenix
è ormai nelle sale e non fa certo segreto di trattare la storia, celeberrima nel mondo fumettistico, della Fenice Nera, personalità negativa del personaggio di Jean Grey. Ma i confini tra i poteri telepatici e telecinetici della ragazza mutante e la natura cosmica della potenza che giace in lei sono da sempre piuttosto labili, nei fumetti così come al cinema. Proviamo, dunque, a fare un po’ di chiarezza: che cos’è la Forza Fenice?

Il Potere

Si possono spendere tante, tantissime parole per descrivere cosa sia, in realtà, la Fenice: un potere fondamentale del cosmo, l’anima composta da tutte le coscienze psioniche dell’universo, scintilla del fuoco che consuma e rinnova la vita, entità cosmica che fa parte del tessuto tra le dimensioni… La verità è che, a ogni nuova apparizione, viene descritta in maniera diversa e, benché sia facile capire orientativamente di cosa si tratti, è impossibile coglierlo con precisione.

L’ambiguità, d’altronde, è elemento fondamentale delle leggende. E la Fenice, senza dubbio, è una di quelle dell’Universo Marvel. Perciò, limitiamoci ad afferrarne i concetti base: gode di una potenza distruttiva e, al contempo, creatrice pressoché illimitata; si aggira per l’universo, anzi, per gli universi da sempre; consuma e/o rinnova tutto ciò con cui viene a contatto. Al di là di cosa sia, questo fa la Fenice.

L’Incarnazione

Ma, quindi, cos’ha la Fenice da spartire con la giovane, per quanto potente, telepate e telecineta Jean Grey? In realtà, molto. Al di là che si creda o meno che il legame tra l’umana e l’entità che ospita sia predestinato, il primo contatto avviene quando Jean tenta, coi suoi fortissimi poteri psichici, di impedire alla sua migliore amica di morire in un incidente d'auto. La ragazza squarcia così, con la sua mente, il velo che separa il mondo dei vivi da quelli che sono oltre (evento che la lascerà in coma), e su questo piano inter-dimensionale incontra la coscienza della Fenice.

A questo punto, la storia sostiene che la Fenice si sia riconosciuta in quella potenza e in quella mente, rispecchiandovisi e aiutandola a lasciar andare la sua amica. Meglio dire, invece, che il fascino tra la ragazza e l’entità cosmica fu di natura opposta, complementare. La Fenice si è scontrata con Jean Grey, perché questa intendeva impedire una morte e il ciclo stesso della vita. Non fu questo, comunque, il momento dell’unione, bensì delle presentazioni.

La vera e propria incarnazione è avvenuta anni più tardi, a seguito di eventi piuttosto simili a quelli che hanno dato origine ai Fantastici 4 (e raccontati anni dopo la formazione del super-quartetto) e ancor di più a quelli visti nell’ultimo trailer proprio di Dark Phoenix. Una Jean Grey dispersa nello spazio vuoto nel corso di una missione extraterrestre rivolge un disperato messaggio mentale d’aiuto. A quel punto, chi meglio di una vecchia amica cosmica e quasi-onnipotente potrebbe rispondere e fondersi con lei, per salvarla di nuovo da morte certa?

Inizia così tra i due esseri una coabitazione per certi versi forzata, per altri foriera di vantaggi. I poteri di Jean, che abbandona il nickname di “Marvel Girl” per adottare quello di “Fenice”, sono esponenzialmente aumentati. D’altra parte, il suo cervello sente il peso di questa forza immensa e la sua ragione, sovra-stimolata, comincia a scricchiolare.

La Fenice Nera

È così che, nei fumetti, ha inizio la Saga della Fenice Nera. Dalla penna di quel genio di Chris Claremont, Jean Grey è sempre più instabile e incapace di controllare i suoi nuovi, immensi e misteriosi poteri. A un certo punto, la sua psiche cede del tutto a un lato oscuro e violento, rabbioso e malvagio.

La Fenice Nera è, sicuramente, tra i nemici più temibili del multiverso fumettistico Marvel e, non fosse arrivata proprio ora al cinema con l’esordio alla regia di Simon Kinberg, appena in tempo prima dell’acquisizione Disney, l’avremmo di sicura considerata un’opzione per i prossimi supervillain del MCU. Ma, ora come ora, dopo la sua seconda rappresentazione sul grande schermo (dopo X-Men: Conflitto Finale, che ne ha riscritto più liberamente le origini), è probabile che non la rivedremo al cinema tanto presto.

Nei fumetti, a ogni modo, dove il budget per gli effetti visivi consiste nella mera fatica del disegnatore, al tempo un “cosmico” John Byrne, Fenice Nera dimostra la vastità dei suoi poteri viaggiando direttamente nella lontana galassia dell’Impero Shi’ar, surriscaldando la stella del sistema D’Bari, alieni il cui pianeta natale viene, di conseguenza, distrutto.

A questo punto gli Shi’ar emettono una sentenza di morte per la Fenice Nera, ritenuta una minaccia superiore a Galactus (nemico che, peraltro, la Fenice sconfiggerà più avanti). A quel punto Jean Grey torna in sé, ma nella sfida degli X-Men con la Guardia Imperiale Shi’ar per il suo onore, affinché i compagni e soprattutto Ciclope, in fin di vita, vengano risparmiati, si suicida insieme alla Fenice.

Cortesie per gli Ospiti

Conclusa la saga della Fenice Nera, non si conclude ovviamente la storia dell’entità che, per suo stesso nome, è destinata a morire e rinascere ciclicamente. Lo sceneggiatore Kurt Busiek, anni dopo, fornisce inoltre la scusa per resuscitare anche Jean Grey: i nostri eroi scoprono, grazie a una sottilissima operazione di retcon, che la Jean impazzita e suicidatasi era in realtà un corpo creato e posseduto dalla Fenice, mentre la vera Jean era nascosta in un bozzolo protettivo (realizzato dalla stessa forza cosmica) dal momento dell’incidente spaziale.

Inizia così un periodo di transizione nel quale la Fenice salta di ospite in ospite, inanellando una alquanto nutrita serie di incarnazioni, tra cui spiccano soprattutto tre nomi: Rachel Summers, figlia di Jean e Scott nella terra alternativa e futura di Giorni di un futuro passato (sebbene non ve ne sia traccia nell'omonimo film, peccato); la clone di Jean Grey, Madelyne Prior, un’altra mancata operazione di retcon; e Hope Summers, la “messia mutante”, prima nata con una mutazione dopo gli eventi di House of M, e al centro di quelli di Secondo Avvento, Generation Hope e, infine, Avengers vs X-Men.

I Phoenix Five

È durante la maxi-saga crossover Avengers vs X-Men che la Fenice torna protagonista e ri-torna sulla Terra, per riunirsi con la giovane Hope. Come al solito, quando si presenta un problema di tale levatura, i supereroi tendono a non andare d’accordo su come risolverlo: i mutanti vorrebbero usare il potere della Fenice per diffondere di nuovo il gene mutante nella popolazione, i Vendicatori vorrebbero distruggere o scacciare l’entità cosmica al più presto, per evitare la distruzione che sarebbe in grado di scatenare.

Tra le due fazioni è guerra civile, da non confondere con l’omonima saga (per quanto la situazione sia simile, soprattutto a Civil War II con gli Inumani al posto dei mutanti). Iron Man sperimenta un’arma contro la Fenice, ma ottiene solo di dividerla in cinque pezzi, che si legano rispettivamente a Ciclope, Colosso, Magik, Emma Frost e Namor. Neanche fossero una boy band, si rinominano i Phoenix Five o, in italiano, i Cinque della Fenice. A questo punto la guerra è di tutti contro di loro, posseduti da una Fenice adirata dal “basta mutanti” di Scarlet Witch, un’interruzione del naturale corso evolutivo a difesa del quale, invece, si schiera l’entità cosmica.

Uno per uno, faticosamente, i cinque vengono sconfitti, ma di volta in volta il potere della Fenice viene redistribuito tra i rimanenti. Per ultimo, quindi, e con tutto il potere nelle proprie mani, resta Scott Summers, alias Ciclope, che prima di essere sconfitto fa a tempo ad uccidere il suo ex maestro di scuola e di vita, il Prof. Charles Xavier.

Sarà l’inizio di un periodo molto buio per Scott, che assurgerà di fatto a nuovo Magneto, una guida rivoluzionaria e spietata, capace di dividere in due fazioni in lotta tra loro la comunità dei mutanti. Per la Fenice, invece, che finora era scomparsa solo ritirandosi periodicamente nella Stanza Bianca, un metaforico nido nascosto tra gli universi in cui ricaricarsi e leccarsi le ferite, prende ora a lasciare in giro frammenti della propria essenza, capaci di legarsi alle anime dei vivi come Horcrux e in grado di conferire poteri straordinari, oppure lasciando a generosi benefattori un proprio uovo.

Al Cinema

Di tutto questo, al cinema, non abbiamo visto o sentito quasi nulla. Così come sul grande schermo non si insinua (purtroppo) nessuna traccia dell’antica storia dei maghi Ferom e Necrom, battutisi per il controllo della Fenice. Si potrebbe giusto sperare che, nel prossimo film sugli Eterni, collocandosi questo lungo migliaia di anni, venga fatto qualche riferimento all’entità, che nei fumetti è parte degli Avengers 1.000.000 a.C. e, anzi, sia al tempo anche amante di un giovane Odino.

Al cinema abbiamo ben poco di tutto questo, sappiamo solo che la Fenice nasconde un potere ben più grande di quelli concessi dal gene X, per quanto Jean Grey sia, anche di suo, un mutante di livello Omega. Jean è forte al punto da costringere Xavier a limitarla con barriere mentali nascoste, “per proteggerla” e per proteggersi da ciò che potrebbe fare se non riuscisse a controllarsi. Cosa che, puntualmente, succede sia in Conflitto Finale che in Dark Phoenix, sempre in seguito a eventi traumatici. Entrambe le pellicole prendono spunto da quanto elencato sinora sui fumetti, ma se nel primo caso l’ispirazione è azzeccatamente ambigua (i problemi del film sono altri), nel secondo si va a impelagare in faccende cosmiche appena abbozzate e comunque artificiose.

Tirando le somme, non c’è dubbio che rendere giustizia a un protagonista-antagonista di questo calibro sia impresa tutt’altro che agevole, ma sinora Fox si è mantenuta ben lungi dal centrare l’obiettivo, salvo che per un paio di momenti chiave ben giocati e densi di pathos (su tutti, Apocalisse che, sconfitto da Jean, sussurra: "Ora tutto è rivelato"). Che il passaggio a Marvel-Disney segni, finalmente, la rinascita metaforica e cinematografica della Fenice che tutti aspettavamo da tempo?