AMD Hawaii: risorse nascoste per la GPU delle Radeon R9?

Secondo indiscrezioni non confermate il chip grafico Hawaii di AMD potrebbe avere più unità di quelle presenti attualmente nella sua massima espressione, la Radeon R9 290X.

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a cura di Manolo De Agostini

La GPU di punta di AMD, nota come Hawaii, potrebbe avere un maggior numero di Compute Unit rispetto alle 44 unità - 2816 stream processor - disponibili sulla Radeon R9 290X. Lo scrive il sito DG's Nerdy Story, pubblicando quella che sembra essere l'immagine del die della GPU (non resa nota da AMD).

Il chip grafico Hawaii potrebbe avere - e il condizionale è d'obbligo - 48 Compute Unit, per un totale di 3072 stream processor, 192 TMU e 64 ROPs. AMD, insomma, si sarebbe mantenuta del margine, lasciando prestazioni sul piatto e un buon numero di transistor inutilizzati - la GPU ne conta 6,2 miliardi. Una scelta che, molto probabilmente, è stata effettuata per un problema di rese produttive.

Aspetto, questo, che sembra confermato dal lungo periodo di tempo necessario ai partner di AMD per approntare le offerte personalizzate. Un problema dovuto alla disponibilità delle GPU, più che a un lavoro mirato di design: tante aziende, come dimostrato dagli annunci prenatalizi, hanno usato progetti già rodati.

Basta poi guardare all'avversaria di AMD, Nvidia, per capire come un chip Hawaii con unità disabilitate non sia poi un'eventualità da scartare. La casa di Santa Clara ha impiegato molto tempo prima di usare una GPU GK110 completamente attiva.

La GeForce GTX 780 Ti - così come la Quadro K6000 - è dotata di 2880 core, 240 TMU e 48 ROPs. Per mesi abbiamo avuto a che fare con la GTX 780, una scheda dotata di 2304 core attivi. Al momento però tutto è una mera speculazione non confermata da AMD.