Atari dopo Bushnell

Prendiamo spunto dall'Atari video game burial per ripercorre la storia del padre fondatore di Atari, Nolan Bushnell e ricostruire l'evoluzione e le sorti della società.

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a cura di Tom's Hardware

Atari dopo Bushnell

L'acquisizione si dimostra un vero affare per Warner Communication, riuscendo a far fruttare l'investimento con un ritorno che sfiora, nei primi anni '80, 415milioni di dollari, soprattutto grazie all'Atari VCS (successivamente 2600), presentato nel 1977 e in grado di realizzare il sogno di una console casalinga perseguito da Bushnell dall'inizio della sua avventura. Fondamentale risulta anche il successo della versione portatile del coin-op "Touch-Me".

Figura 9 – Atari 2600

Figura 10 - TouchMe e TouchMe portable

Il settore guarda ormai ai microprocessori e sotto la direzione del nuovo AD, Raymond E. Kassarche, nascono due progetti basati sul MOS 6502: "Collen", pensato per abbracciare il settore home personal, e "Candy", che ha come obiettivo il mercato delle console. Tra i progettisti si annovera anche Jay Miner, che, successivamente (1982), fonderà, sempre insieme ad altri tecnici chiave di Atari, la Hi-Toro nel 1982, meglio nota come Amiga Corporation. Fonti interne ad Atari, mai confermate, hanno raccontato che i due nomi in codice furono ispirati da due avvenenti segretarie dell'epoca.

A gennaio del 1979 vengono presentate le versioni definitive, rispettivamente l'Atari 800 (8Kb di RAM) e l'Atari 400 (4Kb di RAM), immesse sul mercato a novembre al prezzo di 999.99 dollari e 549,99 dollari. Ancora una volta Atari raggiunge la vetta del mercato (biennio '80-'81) riuscendo a superare anche le vendite del più blasonato Apple II.

Figura 11 – Atari 800

Raggiungere il successo è difficile, mantenerlo lo è ancora di più e la società comincia a perdere colpi a fine del 1982 quando lancia il nuovo 5200 SuperSystem. Nonostante sia praticamente identico all'Atari 400 da un punto di vista tecnologico, il nuovo sistema è incompatibile con le vecchie cartucce, cosa non da poco visto la schiera di appassionati che si ritrovano decine di cartucce inutilizzabili.

Stessa sorte tocca al successore dell'Atari 800, ovvero l'Atari 1200XL (marzo 1983) che a fronte di pochissimi miglioramenti viene proposto al prezzo originario del suo predecessore che però, nel frattempo, è sceso sotto la soglia dei 500,00$. Risultato? I consumatori continuano ad acquistare l'Atari 800 e la società è costretta a ritirare dal mercato il 1200XL dopo solo pochi mesi.

Figura 12 - Atari 1200XL

Oltre al reparto hardware, anche quello software si mette di traverso, creando il più grande flop nella storia dei videogiochi: E.T.! Nonostante Atari avesse siglato un'esclusiva con Spielberg per realizzare il gioco, annunciandolo in pompa magna, il risultato è un prodotto dalla scarsa giocabilità ed una grafica ridicola anche per il periodo, tanto da essere ricordato, appunto, come il peggior videogioco di tutti i tempi.

Figura 13 - Atari ET

Nonostante al momento del lancio (dicembre 1982) vengano vendute circa 1,5 milioni di copie, entrando nella "Top 15 Video Games" del Billboard Magazine, le vendite crollano immediatamente appena gli appassionati si rendono conto della scarsa qualità del gioco e il prezzò scende da 49,00$ a meno di 1! Atari si trova a dover gestire quasi 3.5 milioni di copie restituite, con una perdita di oltre 100milioni di dollari a fronte dei 25 incassati, sotterrando le scorte ad Alamogordo in New Mexico. Inoltre la "grande crisi" dei videogiochi del 1983 di certo non è d'aiuto.

Tutto ciò porta James J. Morgan al timone di Atari e a cavallo del periodo natalizio del 1983, vengono vengono presentati l'Atari 600XL (16KB, 199 dollari) e l'Atari 800XL (64KB, 299 dollari), destinato a diventare il sistema Atari ad 8bit più diffuso. Nonostante i nuovi sistemi siano effettivamente in linea con le richieste di mercato, il problema questa volta, paradossalmente, è che lo sono troppo, tanto che la società non riesce a soddisfare le domanda consegnando al Commodore 64 il mercato degli home computer.

Questa sequenza di errori, porta ad una perdita di 533 milioni di dollari e Warner Communication decide di cedere la divisione "computer e console" alla Tramiel Technology Ltd., fondata da Jack Tramiel una volta estromesso dalla sua Commodore. Nasce così Atari Corporation, pensata per essere la "nuova" Commodore del settore personal computer. La divisione "arcade/games" resta di proprietà di Warner e diventa Atari Games.

Tramiel riorganizza completamente la società, licenziando oltre 1000 dipendenti compreso il CEO James Morgan, e assumendone la guida in prima persona, mentre il figlio Sam diventa presidente. La scelta di concentrarsi esclusivamente sul mercato dei personal computer, spingere Tramiel ad ignorare del tutto la proposta di Nintendo di vendere la console Famicom con il marchio Atari, cosa che si rileverà un errore madornale, visto che la Nintendo Entertainment System (NES), venduta poi direttamente dalla stessa Nintendo, dominerà il mercato delle console nella seconda metà degli anni '80.

Il nuovo personal computer Atari Corp., basato sul Motorola 68000 e pensato per poter competere con il Macintosh, segue la filosofia da sempre alla base delle scelte di Tramiel: "computers for the masses, not the classes".

Il progetto però richiede tempo, soprattutto per le funzioni multimediali e per lo sviluppo del sistema operativo GUI-based, e Atari Corp. decide di presentarsi al CES di gennaio del 1985 con la serie XE (XL Extended) di transizione: arrivano così il 130XE (con 128Kb e un costo di 149,95dollari) e il 65XE (64KB a soli 99,50 dollari) entrambi con un nuovo design e commercializzati a partire da Aprile, in modo da smaltire le scorte dei modelli precedenti, soprattutto 800XL.

Bisogna attendere luglio (sempre del 1985) per i nuovi Atari ST(520/1040) dal design ereditato direttamente dalla serie XE, ma con un architettura innovativa e il nuovo sistema operativo TOS, la cui GUI si aggiudica la palma di prima interfaccia a colori per personal computer, anticipando l'Amiga 1000 di qualche mese.

Figura 14 - Atari 520ST

Nonostante la buona accoglienza dei modelli ST, soprattutto nel settore musicale, il dominio dei personal IBM è sempre più evidente, e Atari Corp. è costretta a ripiegare su due modelli "console" per far cassa: Atari 7800, ereditato dall'acquisizione e pronto dal 1984, e Atari 2600Jr, una rivisitazione dell'originale VCS. L'avventura nel mondo delle console domestiche a 8bit si chiude definitivamente nel 1987 con l'XE Video Game System venduta con in bundle il gioco Missile Command.

I proventi della vendita di console, servono a Tramiel per realizzare (1987) una propria linea di IBM-compatibili basati su CPU Intel dall'8088 all'80386 e tentare l'arrembaggio al settore "portatile" con la console Lynx (1989, progettata da Epyx) e Lynx 2 (1992), ma soprattutto con il piccolo gioiello Atari Portfolio (progettato da DIP), primo palmare compatibile MS-DOS e star indiretto di diversi film, tra cui Terminator II.

Figura 15 - Atari Portfolio all'opera in Terminator 2

Tutti i tentavi fatti per ritagliarsi un ruolo nel mondo dei home/personal computer, compresa la consolle Jaguar del '93, non riescono a risollevare Atari Corp. dalla grave situazione economica in cui versa, costringendola ad una serie di cessioni: nel 1994 Sega acquista quasi tutti i brevetti per 40milioni di dollari, mentre nel 1999 la Hasbro Interactive ne prende il controllo completo per 5milioni di dollari. Hasbro viene a sua volta acquisita da Infogrames SA, che la trasforma prima in Infogrames Interactive SA e successivamente in Atari Interactive. La stessa Infogrames SA diventata Atari SA e detiene tutt'ora i diritti sul marchio.

Figura 16 - Il logo Atari Interactive

Bisogna evidenziare che l'altro "pezzo" dell'originale Atari, Atari Games, rimasta sotto il controllo della Warner Communication, nel 1996 viene presa di mira dallo stesso Bushnell che, però, non riesce ad acquisirne il controllo, che passa alle WMS Industries. La società si trasforma così in Midway Games West, abbandonando il nome storico per evitare problemi legali di gestione del marchio con Atari SA, anche se poi, nel 2003, cesserà comunque tutte le attività.