Microsoft rimane la peggiore concorrente di sé stessa
In ambito casalingo e genericamente consumer, il passaggio a un nuovo sistema operativo è stimolante e la curiosità di provare una nuova esperienza fa chiudere un occhio sui problemi derivanti dall'aggiornamento. In ambito aziendale, invece, l'apparizione di un sistema operativo Microsoft causa un terrore pari solo a quello suscitato dagli elefanti di Annibale. Quale che sia la dimensione dell'azienda, gli incubi dei responsabili IT sono popolati da grafici e corpose relazioni con parole ricorrenti: ROI (Return on Investment), migrazione, compatibilità.
I suddetti responsabili, a prescindere dalle dimensioni del parco macchine aziendale, da tempo si stanno chiedendo: vale la pena passare a Vista? Se sì, quando? Quale versione adottare?
La risposta alla prima domanda non è scontata come credono in molti. In ambito corporate, per esempio, un'analisi Gartner ha rivelato che il sistema operativo, nell'era del Web 2.0, Ajax e dei prodotti Open Source, diventerà sempre meno importante. Un numero crescente di applicazioni avanzate, per esempio, girerà sul browser e prescinderà dal sistema operativo.
Indagine di fine 2005 sulle percentuali di installato, basate su 346 intervistati, rappresentanti 3,4 milioni di desktop e 1,2 milioni di notebook.
Bisogna considerare inoltre che ci sono aziende che decidono di saltare a piè pari alcune edizioni di Windows. Un'indagine Gartner ha rivelato che negli Stati Uniti Windows XP è presente in 8 desktop su 10 e nel 90% dei notebook. In Europa le percentuali sono ridotte e molte più aziende si tengono ben stretto Windows 2000 e probabilmente passeranno direttamente a Vista.
Proprio in base a questi dati, molti analisti ritengono che nonostante i vari assalti dei competitor storici e delle nuove realtà Open Source, Microsoft rimanga la più agguerrita concorrente di sé stessa.