Ciao a tutti! Sono Bill Gates, presidente di Microsoft, e in questo video vedrete il futuro...
1981 - MS-DOS è il primo mattone dell’impero
Nel 1981, Microsoft compie una delle mosse più importanti non solo per la sua storia, ma per quella di tutto il settore. Acquisisce un sistema operativo chiamato QDOS (Quick and Dirty Operating System) da una piccola azienda, la Seattle Computer Products. Dopo averlo modificato, e migliorato, lo ribattezzò MS-DOS (Microsoft Disc Operating System) e lo concesse in licenza a IBM, la quale stava per lanciare il suo primo personal computer, l’IBM PC.
Il contratto con IBM si rivelò straordinario ma il vero colpo di genio fu quello di licenziare MS-DOS invece di venderlo, una mossa che gli permise di fornirlo anche ad altri produttori di computer compatibili. Questo modello di business fece, letteralmente, esplodere Microsoft: in pochi anni, MS-DOS diventò lo standard per l'intero settore, spingendo l’azienda verso una crescita rapidissima.
MS-DOS, seppur rudimentale, basato su comandi testuali e privo di interfaccia grafica, è di fatto il primo mattone su cui Microsoft costruirà il suo impero, oramai cinquantennale. Fu in quel momento che Microsoft capì che il vero potere in quel settore risiedeva nel software, non nell’hardware.
1989 - Nasce una suite rivoluzionaria
Nel 1989, Microsoft lanciò la prima versione di Microsoft Office, inizialmente per Macintosh e poi, nel 1990, anche per Windows. Il pacchetto includeva versioni integrate di tre software fondamentali: Word per la video-scrittura, Excel per i fogli di calcolo e PowerPoint per le presentazioni. L’idea rivoluzionaria era quella di offrire agli utenti una suite completa di strumenti per la produttività, progettati per funzionare insieme in maniera coerente.
Con Office, Microsoft riuscì a imporsi proprio perché il settore, allora, era molto frammentato, dove ogni programma era spesso sviluppato da aziende diverse. La facilità di integrazione tra Word, Excel e PowerPoint trasformò Office in uno standard industriale, adottato tanto nel mondo aziendale quanto in quello scolastico e privato.
Fu una mossa strategica che rafforzò ulteriormente il dominio di Windows: chi aveva Windows voleva Office, e chi voleva Office... passava a Windows. Negli anni, Microsoft Office ha continuato ad evolversi, passando a una modalità Cloud con Office 365 e ora integrando anche l’intelligenza artificiale, ma la base di tutto fu gettata proprio con quel primo, fondamentale, lancio nel 1989 di una suite integrata, potente e universale.
1994 - La nascita di un'icona del trash
Nel 1994, nacque il Comic Sans, uno dei font più famosi e controversi della storia. Fu creato da Vincent Connare, un designer di Microsoft, che progettò il font per rendere più amichevole, e accessibile, l’interfaccia del software Microsoft Bob, ovvero un software destinato ai principianti dell’informatica.
L’idea era di proporre un carattere ispirato ai fumetti, più giocoso e meno formale dei classici Times New Roman o Arial. Comic Sans, però, fu presto utilizzato al di fuori del suo contesto previsto: venne adottato ovunque, da documenti aziendali a cartelli pubblicitari, diventando ben presto sinonimo di cattivo gusto e incompetenza nel campo del design. Nonostante tutto, Comic Sans è sopravvissuto negli anni fino a diventare una vera e propria icona pop della cultura digitale, fonte infinita di meme e battute di ogni sorta.
L'aspetto più ironico della vicenda è che Microsoft non si aspettava minimamente un tale impatto culturale per il Comic Sans, che da semplice scelta grafica per un software marginale, si trasformò in uno dei simboli più riconoscibili e divisivi dell’era informatica degli anni ’90.
1995 - La rivoluzione domestica di Microsoft
Il 24 agosto 1995, Microsoft lancia Windows 95 segnando uno dei momenti più iconici della storia dell’informatica. Non si trattava solo di un nuovo sistema operativo, ma di una vera e propria rivoluzione nel modo in cui si utilizzavano i computer domestici.
Per la prima volta, un’interfaccia grafica intuitiva, con il pulsante Start, la barra delle applicazioni e la gestione a finestre, rendeva l’esperienza offerta dai computer, realmente accessibile a chiunque. Se vi stavate chiedendo come mai, in questo lungo racconto, non abbiamo inserito le versioni precedenti di Windows, è proprio perché l'edizione del 1995, almeno secondo noi, ha rappresentato una piccola rivoluzione per il settore, anche se ai Windows precedenti vanno chiaramente dati gli onori di aver gettato le basi per arrivare fino all'edizione 1995.
Windows 95 fu accompagnato da una delle campagne di marketing più massicce di sempre, inclusa la collaborazione con i Rolling Stones per l’uso di “Start Me Up” come colonna sonora, e le vendite furono esplosive: oltre 7 milioni di copie vendute solo nelle prime 5 settimane.
Con Windows 95, Microsoft consolidò il suo dominio sul mercato, rendendo il PC una presenza praticamente obbligatoria nelle case, e negli uffici, di tutto il mondo. Dal punto di vista tecnologico, Windows 95 portò diverse novità, introducendo innovazioni fondamentali come il supporto al Plug and Play, che semplificava l’installazione delle periferiche, e la gestione a 32 bit, migliorando stabilità e prestazioni.
1995 - Il flop che supportò il futuro
Nel marzo del ‘95 venne rilasciato Microsoft Bob, un software progettato per semplificare l’uso del PC agli utenti più inesperti. L’idea era ambiziosa: creare un’interfaccia grafica alternativa a quella di Windows, rappresentata da una casa virtuale dove ogni stanza corrispondeva a diverse funzioni del computer, come scrivere lettere o gestire la contabilità domestica.
A guidare gli utenti c’erano delle mascotte animate, come il celebre cane Rover, ma nonostante le buone intenzioni, Microsoft Bob fu un clamoroso fallimento commerciale. I problemi principali erano un’interfaccia considerata infantile, una scarsissima ottimizzazione con gli hardware dell'epoca (richiedeva molta memoria) e un prezzo elevato.
Bob divenne presto l'emblema degli errori di Microsoft degli anni ‘90, un prodotto troppo avanti nei concetti di user-friendly e decisamente mal realizzato. Curiosamente, Bob ebbe delle conseguenze importanti: molte idee di aiuto interattivo sviluppate per il software, finirono poi in progetti futuri, tra cui l'iconico Clippy, e Melinda French, la project manager che lavorò al software, da lì a poco divenne Melinda Gates.
1995 - Internet Explorer e le prime controversie
Sempre nel 1995, Microsoft lancia la prima versione di Internet Explorer, incluso "gratuitamente" in Windows 95 tramite il pacchetto Plus. All’epoca internet stava iniziando a esplodere come fenomeno globale e Microsoft si rese conto troppo tardi di non aver nulla di pronto per navigare il web. La prima versione di Internet Explorer, infatti, era interamente basata su un software acquistato da Spyglass e una licenza derivata da Mosaic, uno dei primi browser web.
Internet Explorer divenne in fretta un’arma strategica per l’azienda, la quale iniziò una sorta di “guerra dei browser”, principalmente contro Netscape Navigator (il leader dell'epoca), integrando Explorer direttamente in Windows. Questa mossa portò Microsoft a dominare il mercato del browsing negli anni successivi, ma scatenò anche delle pesanti cause di antitrust per abuso di posizione dominante negli Stati Uniti e in Europa.
Pur essendo stato fondamentale per diffondere l’accesso al web, Internet Explorer con il tempo divenne anche un simbolo di stagnazione e arretratezza tecnologica: dalla versione 6 in avanti divenne un dinosauro a tutti gli effetti. È stato solo molti anni dopo, con l’arrivo di nuovi browser più veloci e sicuri come Chrome, Firefox e l'ascesa di Safari per i sempre più numerosi Apple user, che Internet Explorer ha iniziato un lungo, e difficile, processo di ricostruzione della sua reputazione, il quale culminò con la creazione di Edge.
1997 - Quando Microsoft salvò Apple
Nel 1997, in uno dei momenti più incredibili della storia della tecnologia, Microsoft investe 150 milioni di dollari in Apple, che all’epoca stava acusando una gravissima crisi finanziaria. Apple aveva appena richiamato Steve Jobs come CEO e la sopravvivenza stessa dell’azienda era appesa a un filo. L’accordo con Microsoft prevedeva non solo l’investimento in azioni senza diritto di voto, ma anche il suo impegno nel continuare a sviluppare Microsoft Office per Mac.
Questo garantiva agli utenti Mac di preservare l'accesso al software di produttività più importante, cosa che, ovviamente, a Microsoft faceva comodo visto che significava garantirsi le vendite a tutti gli Apple user, i quali, però, considerarono questo accordo una sorta di tradimento... e i più esaltati la presero come un'umiliazione.
In realtà, però, fu un accordo vantaggioso per entrambi: Apple ottenne ossigeno finanziario, e una tregua legale dalle numerose cause per questioni di proprietà intellettuale, mentre Microsoft evitò ulteriori accuse di monopolio e consolidò la sua posizione nel mercato dei software.
A posteriori, questo investimento è stato visto come una delle decisioni più ironiche della storia della tecnologia, perché senza quel salvataggio da parte di Microsoft, Apple, oggi, poteva non essere quella che conosciamo e il futuro stesso del mercato mobile, e dei computer, probabilmente sarebbe completamente diverso.
1997 - Arriva Clippy!
L’abbiamo citato prima: nel 1997, con il lancio di Microsoft Office ’97, fece la sua comparsa Clippy, ufficialmente chiamato Clippit, un'assistente rappresentato come una graffetta animata dotata di occhi e bocca.
Clippy era pensato per aiutare gli utenti a usare più facilmente Word e gli altri programmi della suite di produttività, offrendo suggerimenti contestuali. L’idea era quella di portare un elemento di simpatia, e supporto, in un’epoca in cui i computer risultavano ancora complicati da usare per molti.
Tuttavia, Clippy divenne rapidamente uno dei simboli più odiati dell’interfaccia utente di quegli anni, perché più che aiutare si dimostrava invadente, fastidioso, poco utile, costantemente intento a interrompere l’utente e dava suggerimenti irrilevanti e poco tempestivi. Nonostante vari tentativi di migliorarne l’utilità, alla fine Microsoft si arrese e lo rimosse definitivamente con Office XP nel 2001, salutando quella che è rimasta una delle icone pop più ricordate nel mondo dell’informatica, celebrata negli anni con tantissimi prodotti derivati di ogni tipologia.
2000 - La causa più grande d'America
Negli anni 2000, Microsoft venne travolta da una delle più grandi cause antitrust della storia americana. Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, insieme a diversi stati federati, accusò l'azienda di abuso di posizione dominante, in particolare per aver integrato Internet Explorer dentro Windows 95 e 98, danneggiando la concorrenza (Netscape in primis) e soffocando l’innovazione.
Il processo svelò anche pratiche aggressive contro altre aziende come Apple o Sun Mycrosystems. In prima istanza, il giudice Thomas Jackson emise una sentenza clamorosa: Microsoft doveva essere divisa in due società separate, una per Windows e una per tutto il resto del software. Tuttavia, dopo una lunga battaglia legale e numerosi ricorsi, si arrivò a un accordo nel 2001 che evitò la scissione, ma impose una serie di restrizioni, e di controlli, per monitorarne il comportamento competitivo negli anni successivi.
Le cause antitrust non solo costarono miliardi di dollari in spese legali e accordi, ma danneggiarono gravemente anche l'immagine pubblica di Microsoft, dipingendola come un’azienda “cattiva”, aggressiva e monopolista. È stato un momento molto importante per l'azienda, in quanto segno la fine di un'era caratterizzata dal dominio assoluto del settore, celebrato a più riprese, e diede inizio a un periodo segnato da un approccio un po’ più cauto e diplomatico, sotto la guida dei nuovi leader dell'azienda.
2000 - Gli anni di Steve Ballmer
Nel gennaio del 2000, Steve Ballmer divenne CEO di Microsoft, succedendo a Bill Gates, che comunque rimase ad occuparsi della strategia dell'azienda con il ruolo di Chief Software Architect.
Ballmer, uno dei primissimi dipendenti della compagnia e amico fidato di Gates fin dai tempi dell’università, si trovò fra le mani un’azienda al massimo della sua potenza economica, ma afflitta dal peso delle cause antitrust e di un mercato tecnologico in rapida evoluzione. Ballmer è ricordato, più che altro, per il suo stile energico, addirittura al limite dell'aggressivo, che ha portato il pubblico a ricordarlo più per i suoi siparietti esasperati che per le sue, indubbie, qualità da leader.
Durante il suo mandato, Microsoft consolidò la posizione con prodotti come Windows XP e Office, ma faticò a innovare in settori emergenti come la telefonia mobile, la ricerca online o l’hardware. Per inquadrare il motivo per cui lo abbiamo messo in questa lista, nonostante non abbia portato grandi innovazioni ma abbia, più che altro, mantenuto lo status che Microsoft si era guadagnata negli anni, lo abbiamo inserito in quanto è stato uno dei CEO più “fuori dagli schemi” mai esistiti nel settore, almeno fino a quel momento.
Dietro le quinte era uno stratega capace di valutare i rischi e, anche con decisioni pubblicamente poco lungimiranti mantenere alto il nome dell'azienda. Pubblicamente, invece, era una rockstar mancata. Ci ricordiamo un Ballmer, completamente impazzito, che urlava “Developers, developers, developers!” fino a “morire” sul palco di una conferenza di .NET, così come abbiamo memorie divertenti di tutti i suoi ingressi totalmente fuori di testa agli eventi. Balmer semplicemente saltava, correva, urlava e sudava copiosamente, caricando le persone che seguivano ogni evento con il suo energico modo di fare e una serie di frasi, fuori contesto, passate alla storia e diventate leggendarie.
2001 - L'entrata a gamba tesa nel settore del gaming
Nel 2001, Microsoft entra ufficialmente nel mondo delle console da gioco con il lancio della prima Xbox1. L'azienda aveva davanti una sfida enorme, perché il mercato era dominato da Sony e Nintendo, con la storica SEGA che stava per interrompere la produzione di hardware proprio in virtù di un mercato troppo competitivo.
Il settore gaming sembrava un terreno impossibile da conquistare, eppure, con una console più potente delle concorrenti e una serie di titoli di enorme successo, tra cui Halo, che divennero un fenomeno culturale, e dettarono nuove regole per alcuni generi, la prima Xbox si ritagliò una importante fetta di mercato, entrando nei cuori di moltissimi giocatori.
La console introdusse una serie di innovazioni tecniche importanti, come il supporto integrato all’hard disk interno (una novità per l’epoca) e un focus sulla connessione online, che avrebbe portato due anni dopo alla nascita di Xbox Live. Anche se le vendite iniziali furono modeste rispetto a PlayStation 2, Xbox riuscì comunque a ritagliarsi una base solida di appassionati e aprì la strada alla divisione Xbox, che oggi rappresentano una parte fondamentale della strategia di Microsoft e una importantissima componente dell'intero settore videoludico.
L’arrivo dell’Xbox, però, segnò un momento storico anche per l'azienda: per la prima volta Microsoft non era più solo software, ma anche hardware e intrattenimento.
2006 - La tragica storia di Zune
Nel 2006, Microsoft lancia Zune, il suo tentativo di entrare nel mercato dei lettori musicali portatili, che all’epoca era chiaramente dominato in maniera schiacciante dall’iPod di Apple. Zune si presentava come un dispositivo solido, dotato di uno schermo più grande, capacità di condividere file tra i vari dispositivi e un abbonamento musicale, lo Zune Pass, che era anni avanti a tutto quello che veniva offerto all'epoca (seppur troppo avanti per quegli anni).
Microsoft puntò a creare non solo un prodotto, ma un ecosistema completo di musica e intrattenimento. Nonostante gli sforzi, però, Zune si rivelò un clamoroso fallimento commerciale a causa di diversi motivi: un marketing debole, un design percepito come meno “cool” rispetto all’iPod e soprattutto l’arrivo di nuovi dispositivi come l’iPhone (e l'iPod Touch) nel 2007, che spazzarono via l’interesse per i lettori musicali dedicati.
Nemmeno l’ottima interfaccia grafica di Zune, seppur molto apprezzata dai suoi utenti, bastò per salvarlo e oggi Zune viene ricordato come un’occasione mancata. Un lettore musicale all'avanguardia, con un sistema operativo molto più accattivante della concorrenza (al punto che divenne la base dell'OS dei futuri Windows Phone) e che oggi viene ricercato dagli appassionati per le sue ottime qualità, diventando a tutti gli effetti un'icona "fuori tempo massimo" di un periodo in cui la tecnologia evolveva così rapidamente da non concedere sconti a chi arrivava in ritardo sul mercato.
2007 - Delusioni in... Vista
Nel gennaio 2007, Microsoft rilascia Windows Vista, il successore di Windows XP che tutti stavano attendendo con estrema impazienza, visti i 6 anni di sviluppo necessari per realizzarlo. Vista prometteva di essere una rivoluzione in termini di grafica, sicurezza e gestione dei file; l’interfaccia Aero, con le sue trasparenze e animazioni, sembrava offrire finalmente una sorta di “Windows del futuro”, purtroppo, però, il lancio di Vista si rivelò un disastro sotto praticamente ogni aspetto.
Il sistema operativo richiedeva risorse hardware molto elevate rispetto agli standard dell’epoca, rendendo i computer più vecchi lenti e inutilizzabili; molti driver e software erano incompatibili al lancio, causando crash e problemi di utilizzo; infine, i sistemi di sicurezza erano troppo invasivi. Fu con Vista che venne introdotto il famigerato UAC (User Account Control) che mandava in collera gli utenti invece di proteggerli.
Insomma, Vista finì per danneggiare seriamente l’immagine di Microsoft; venne visto come pesante, complicato e inaffidabile. Molti utenti, e soprattutto aziende, rimasero fedeli a Windows XP passando al successivo Windows 7 che, nel 2009, avrebbe finalmente corretto i principali difetti di Vista.
Ad oggi, Vista è ancora ricordato come uno dei lanci più disastrosi, oltre che una delle più grandi delusioni, nella storia dei sistemi operativi.
2010 - Il flop più veloce della storia
Poco conosciuti in Italia, nel 2010, Microsoft lanciò la linea di telefoni Kin One e Kin Two, destinati a un pubblico social. I Kin erano progettati per integrare servizi come Facebook e Twitter direttamente nel core del sistema operativo, puntando alla condivisione immediata di foto, messaggi e aggiornamenti di stato. Era una sorta di ibrido tra un “feature phone” e uno smartphone vero e proprio, con una forte attenzione alla semplicità e alla comunicazione veloce (una caratteristica che contraddistinse numerosi telefoni di quegli anni, tipo lo Skype Phone).
Tuttavia, il progetto fallì clamorosamente: erano troppo limitati rispetto ai veri smartphone e troppo costosi rispetto ai “feature phone”. Inoltre, fu totalmente sbagliato il posizionamento commerciale: i piani dati obbligatori richiesti dagli operatori li rendevano molto poco appetibili per il target giovane a cui erano rivolti, motivi per i quali, bastarono solo 45 giorni dal lancio per far si che Microsoft decise di ritirare i Kin dal mercato, rendendolo uno dei flop più rapidi e imbarazzanti della storia recente della telefonia mobile.
Il fallimento dei Kin anticipò anche il più grande errore strategico che venne compiuto poco dopo dall'azienda, ovvero l'incapacità di conquistare una quota significativa nel nascente mercato degli smartphone
2010 - Un'idea fuori tempo massimo
Sempre nel 2010, Microsoft tenta il suo vero rilancio nel settore mobile con il lancio di Windows Phone 7. Abbandonando completamente l’approccio tradizionale di Windows Mobile, Windows Phone introduceva un’interfaccia innovativa basata sulle Live Tiles, questi quadrati dinamici, che mostravano aggiornamenti in tempo reale direttamente nella schermata principale, erano una visione fresca e distintiva, capace di differenziarsi notevolmente sia da iOS che da Android.
Nonostante l’ottima accoglienza della critica (molti lodarono la fluidità, l’eleganza e la semplicità di Windows Phone), Microsoft non riuscì mai ad acquisire una quota di mercato rilevante. I problemi furono molteplici, ma il principale fu un ecosistema di applicazioni molto povero rispetto alla concorrenza (per via del fatto che gli sviluppatori non volevano investire risorse in un OS con una base installata molto piccola), assieme ad aggiornamenti lenti e un supporto molto limitato da parte dei produttori hardware.
La situazione, nonostante la partnership in esclusiva con Nokia, andò a peggiorare, e il successivo tentativo di convincere l'utenza con l’introduzione di Windows Phone 8 non portò ai risultati sperati. Oggi i Windows Phone sono ancora ricordati come un’ottima, forse addirittura una delle migliori, idea a livello tecnico, che però non ottenne mai il successo che meritava.
Senza un ecosistema di applicazioni forte, e una corposa base di utenti, anche un prodotto ben fatto purtroppo non poteva sopravvivere, specialmente in quegli anni caratterizzati dal predominio di iOS e la costante ascesa di Android.
2010 - Quando l'innovazione si scontra con i limiti
Il 2010, oramai lo abbiamo capito, fu l'anno in cui Microsoft provò a innovare sotto ogni fronte e nel settore del gaming, lanciò Xbox Kinect, una periferica rivoluzionaria per Xbox 360 che permetteva di giocare senza controller utilizzando solamente il movimento del proprio corpo e i comandi vocali.
Kinect fu un’innovazione enorme: grazie a una combinazione di fotocamere e sensori di profondità, il sistema riconosceva il corpo umano, i gesti, le posizioni e una serie di comandi vocali. Inizialmente il successo fu buono, anzi, Kinect vendette oltre 8 milioni di unità nei primi 60 giorni, stabilendo un record mondiale per essere stato il dispositivo consumer elettronico più venduto, nel minor tempo possibile. Era un concept innovativo e accessibile, che allargò il pubblico delle console Microsoft, conquistando anche le famiglie e gli utenti meno tradizionali. Considerando che si trattava di quel periodo storico in cui Nintendo, con la sua Wii, aveva conquistato anche i "non giocatori", con il catalogo a disposizione su Xbox 360, fu ovvio che in molti diedero fiducia al device di Microsoft.
Tuttavia, nel medio termine, Kinect si scontrò con una serie importante di limiti tecnologici: aveva problemi di precisione, necessitava di ampi spazi e la mancanza di giochi di grande richiamo non aiutò nel diffondersi di questa periferica. Microsoft, comunque, non si arrese e con la seguente generazione di console, il Kinect venne imposto in bundle con la nuova macchina da gioco. Questa scelta, però, penalizzò fortemente Xbox One, la quale si presentò sugli scaffali dei negozi con un prezzo molto più alto di PlayStation 4 e con una ludoteca meno ricca di titoli al lancio.
Kinect venne abbandonato da li a poco, visto che il suo inserimento obbligatorio affossò le vendite iniziali di Xbox One (che non si riprese mai da quella batosta) ma ancora oggi resta un simbolo dell’ambizione innovativa di Microsoft in quegli anni, soprattutto nel mondo dell’intrattenimento domestico.
2010-2015 - La rivoluzione del cloud
Nel 2010, guarda un po', Microsoft lanciò ufficialmente anche Windows Azure, il suo primo vero tentativo di entrare nel mercato del cloud computing. Inizialmente concepito come una piattaforma destinata principalmente agli sviluppatori Windows, Azure partì un po’ in sordina rispetto ad AWS (Amazon Web Services).
Nei primi anni, Azure soffriva di limitazioni tecniche e di una percezione sbagliata, ovvero quella di essere un’estensione di Windows piuttosto che una piattaforma cloud moderna e flessibile pari a quella di AWS. Tuttavia, sotto la guida prima di Ray Ozzie, e poi, con maggiore efficacia, di Satya Nadella, Azure iniziò una trasformazione radicale. Microsoft adottò la strategia “Cloud First, Mobile First”, rendendo Azure compatibile anche con i sistemi Linux, con strumenti open source e con numerose tecnologie di terze parti.
Questa apertura permise di conquistare la fiducia di aziende che prima di quel momento non avrebbero mai considerato l'utilizzo di quella piattaforma. Tra il 2010 e il 2015, Azure passò dall’essere un progetto marginale a diventare il secondo più grande provider di cloud al mondo, dietro ad AWS ma in continua crescita.
Questo cambio di passo non solo salvò Microsoft da un possibile declino, ma pose le basi per quello che è poi diventato uno dei pilastri del successo finanziario e tecnologico dell’azienda fino a oggi.
Acquisizioni intelligenti: espansione strategica
A partire dal 2010, negli ultimi 15 anni, la storia di Microsoft non è stata costellata da eventi che l’hanno segnata come in passato. A parte la crescita di Azure, ci sono state nuove versioni di Windows e nuove Xbox, ma più che altro questo ultimo decennio è stato segnato da un’espansione dettata da acquisizioni di altre aziende.
Nel 2014, ad esempio, venne acquistato Mojang, lo studio svedese proprietario di Minecraft, per ben 2,5 miliardi di dollari. Minecraft era, e rimane, uno dei videogiochi più popolari e venduti della storia, motivo per il quale si rivelò un'acquisizione decisamente importante per Microsoft.
Nel 2016, invece, acquisì LinkedIn per 26,2 miliardi di dollari segnando l'acquisto più grande della storia di Microsoft fino a quel momento. L’operazione si è dimostrata molto intelligente perché LinkedIn rimane relativamente indipendente, continua a crescere ed è diventato un elemento chiave per la strategia cloud, e di servizi B2B (business-to-business), di Microsoft, vista la sua ottima integrazione con Office 365, Dynamics e tutta una serie di strumenti professionali.
Nel 2018, venne acquistato GitHub, la piattaforma di sviluppo e condivisione di codice più importante al mondo, per 7,5 miliardi. L’operazione, inizialmente un po’ temuta dalla community open source, si è rivelata un altro successo. GitHUb rimase autonomo eMicrosoft si limitò a migliorarne i servizi, guadagnandosi la fiducia degli sviluppatori e rafforzando il ruolo centrale dell'azienda nel mondo del software.
Negli ultimi anni, per quanto riguarda il settore del gaming, Microsoft stravolse tutto con le acquisizioni di Zenimax e di Activision, incappando in una nuova serie di cause legali per accuse di monopolio, ma portando Microsoft, o meglio la divisione Xbox, a essere il più grosso publisher dell'industria, mostrando nuovamente la visione votata ai software dell'azienda.
Tutte queste acquisizioni non solo hanno portato valore economico all’azienda, ma hanno anche contribuito a ridefinire la nuova immagine di Microsoft come un’azienda più innovativa, più aperta e sempre più vicina agli utenti professionali e creativi.
Acquisizioni meno fortunate: gli errori strategici
Non tutte le acquisizioni di Microsoft, però, si sono rivelate così brillanti. Alcune, anzi, diverse, sono diventate casi emblematici di errori strategici, soprattutto in mercati in cui l'azienda cercò disperatamente di recuperare terreno. Nel 2007, ad esempio, acquistò aQuantive (per circa 6,3 miliardi di dollari) con lo scopo di rafforzare la sua presenza nel mercato della pubblicità online per rallentare il predominio di Google. Tuttavia, aQuantive non portò i risultati sperati: l’integrazione fallì, le tecnologie non si adattarono bene all'ecosistema di Microsoft e, dopo pochi anni, l’intero valore dell’acquisizione venne azzerato, diventando una delle più grandi svalutazioni contabili nella storia dell’azienda.
Nel 2013, Microsoft tentò di salvare la divisione mobile con l'acquisizione di Nokia per circa 7,2 miliardi di dollari. L’idea era controllare direttamente hardware e software, come faceva Apple, ma l’operazione fu tardiva: Android e iOS erano già troppo radicati, avevano troppo pubblico. I telefoni Nokia con Windows Phone non decollarono mai e nel 2015, Microsoft fu costretta a licenziare decine di migliaia di dipendenti e ad ammettere il fallimento dell’intera strategia mobile.
Nel 2016, per citarne un’altra, acquisì Beam Interactive, una piattaforma di streaming videoludico in tempo reale. L’obiettivo era competere con Twitch proponendo funzionalità innovative, come l’interazione diretta con gli streamer. Rinominato Mixer, il servizio non riuscì mai a conquistare una quota significativa di mercato e nel 2020 fu chiuso definitivamente, segnando un’amara ritirata dal settore dello streaming. In tutti questi casi, però, Microsoft ha mostrato chiaramente una cosa molto importante, ovvero come anche una delle aziende più potenti del mondo può fallire clamorosamente quando, invece di innovare, cerca di rincorrere.