Il dibattito sul futuro di Windows 11 (acquistabile qui su Amazon) si arricchisce di un contributo autorevole quanto critico: Dave Plummer, ingegnere veterano di Microsoft che ha contribuito allo sviluppo di componenti iconici come Task Manager, Calcolatrice e supporto ZIP, ha pubblicato un video su YouTube in cui analizza senza mezzi termini perché "Windows fa schifo" per una parte significativa degli utenti.
La sua proposta per risolvere il problema passa attraverso l'introduzione di una "modalità professionale" che rivoluzionerebbero l'esperienza d'uso per i power user, una categoria che Plummer ritiene strategica per l'ecosistema ma sostanzialmente trascurata dalle attuali scelte di design di Redmond.
La questione si inserisce in un momento delicato per Microsoft: dopo la dismissione del supporto a Windows 10 avvenuta il mese scorso, l'azienda sta spingendo gli utenti verso l'upgrade a Windows 11 o verso il programma Extended Security Updates (ESU), definito da molti critici come un semplice "tasto snooze" che posticipa il problema di appena 12 mesi.
Nonostante Microsoft abbia dichiarato che i PC con Windows 11 sarebbero fino a 2,3 volte più veloci rispetto a quelli con Windows 10, e abbia implementato campagne aggressive con pop-up a schermo intero multi-pagina, la migrazione procede a rilento. I requisiti hardware stringenti e i numerosi difetti di design del sistema operativo stanno frenando l'adozione.
Plummer, che ha lasciato Microsoft oltre vent'anni fa, parte da una premessa importante: Windows offre un'esperienza solida per l'utente medio, ma non per i power user che trascorrono la maggior parte del tempo interagendo con la piattaforma. Il problema, secondo l'ingegnere, sta nel fatto che negli ultimi due decenni Microsoft ha "arrotondato gli spigoli per rendere l'esperienza accessibile al pubblico più ampio possibile", una strategia che ha sacrificato le esigenze degli utenti avanzati.
La proposta di Plummer per risolvere il problema si concretizza in una modalità professionale che non sarebbe semplicemente un tema grafico o una skin, ma un vero "trattato tra l'OS e l'operatore". Questa modalità cambierebbe radicalmente le caratteristiche del sistema operativo, passando da un approccio sicuro e prolisso a uno deterministico e diretto. Nel dettaglio tecnico, la modalità pro eliminerebbe suggerimenti di app, ricerche web nei risultati locali (a meno che non siano esplicitamente richieste), e centralizzerebbe tutte le impostazioni in un'unica posizione autoritativa, eliminando quella che Plummer definisce "caccia al tesoro" tra vecchio Pannello di controllo e nuove Impostazioni.
Sul fronte degli strumenti per sviluppatori, la modalità professionale renderebbe Windows Terminal la console predefinita, con Winget (Windows Package Manager), SSH, tar e tutti gli strumenti correlati già disponibili e configurati nel PATH di sistema. Il sistema smetterebbe inoltre di "ripensarci costantemente", affrontando le critiche più comuni degli utenti: privacy e telemetria invasive, obbligo di account Microsoft durante il setup, aggiornamenti che arrivano come "una squadra SWAT", e la sensazione generale che il desktop sia diventato l'ultima superficie non monitorata in un mondo che odia gli spazi vuoti.
Per la questione telemetria, Plummer propone non l'eliminazione completa ma una "trasparenza radicale e controllo totale". La soluzione prevede un privacy ledger, un log di sistema sempre disponibile che registri tutta la telemetria in uscita, permettendo agli utenti di sapere esattamente quali dati vengono trasmessi a Microsoft. Sulla spinosa questione degli aggiornamenti Windows, l'ingegnere sottolinea che cadenza e pattern coreografato degli update di sicurezza sono fondamentali: la modalità pro includerebbe manutenzione Windows pianificata per impostazione predefinita, con la garanzia che il sistema non riavvierà mai durante il lavoro.
Gli aggiornamenti dovrebbero inoltre includere dettagli precisi su cosa cambieranno, scritti in linguaggio comprensibile, con la possibilità di rollback con un singolo clic. La modalità professionale eliminerebbe anche l'upselling costante di prodotti Microsoft integrato nel sistema operativo stesso. Sam Lawton, utente che ha sintetizzato efficacemente i problemi su X, ha elencato una serie di frustrazioni che risuonano con la community tech: impossibilità di rimuovere Edge completamente con impostazioni predefinite che vengono sovrascritte, Copilot che non può essere disinstallato a livello di sistema, pubblicità e pop-up costanti con messaggi "termina la configurazione del PC" su macchine già configurate, e processi in background che consumano risorse massicce senza preavviso.
Plummer riconosce che questa modalità professionale dovrebbe diventare un servizio a pagamento per compensare la rimozione delle pubblicità, che rappresentano una fonte di revenue per Microsoft. Come sottolinea l'ingegnere: "In questo momento, quando la gente dice che Windows fa schifo, non si lamenta dell'anti-thread scheduler o dello stack I/O. Detestano l'esperienza di essere venduti dal proprio computer che già possiedono". La sua conclusione è che Windows non fa veramente schifo, ma che Microsoft ha "dimenticato di includere un quartiere per i fanatici che costruiscono i propri mobili" nel tentativo di creare una città amichevole per tutti.
È importante contestualizzare che Plummer stesso ammette di non avere voce in capitolo nelle decisioni attuali di Microsoft: "Nessuno mi chiama per la mia opinione. Non prendo credito per le vittorie e non mi assumo responsabilità per le decisioni stupide, anche se merito il diritto di ammirare le une e criticare le altre". La proposta resta quindi nel campo delle suggestioni della community tech piuttosto che dei roadmap ufficiali. Tuttavia, la combinazione di expertise tecnico dell'autore e la sua capacità di articolare frustrazioni ampiamente condivise conferisce peso alle sue osservazioni.