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Pro
- Ottimo rapporto qualità/prezzo
- Pasta sonora cristallina e bilanciata
- Leggeri e confortevoli
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Contro
- Connessione multipoint non sempre precisa
- La modalità gaming è un vezzo inutile
- Di primo acchito potrebbero restituire sensazioni contrastanti
Il verdetto di Tom's Hardware
Nella loro fascia di prezzo i Final ZE3000 SV sono degli ottimi auricolari. Hanno un buon suono, un design comodo, una custodia pratica, e un’app funzionale. Non sono auricolari per "audiofili", questo è indubbio, ma questo non vuol dire che non siano meritevoli di attenzioni. L'unico reale problema è che viviamo in un mondo in cui esistono alternative che, pur non suonando egualmente bene, sono più note al pubblico di massa e presentano prezzi molto simili, motivo per il quale potrebbero passare in sordina.
Non so se alcuni di voi hanno il mio stesso problema, ma io sono sempre stato una di quelle persone che prova ogni singolo auricolare che viene promosso come "il nuovo messia dell'audio", nella speranza di trovare un modello che soddisfi tutte le caratteristiche che cerco in un prodotto.
Negli anni ho imparato che anche marche, e modelli, meno blasonati, possono rispondere ad alcune necessità puramente soggettive, motivo per il quale, ogni qualvolta ce n'è la possibilità, mi fiondo a provare quei modelli che vengono decantati come "rivoluzionari", nei vari forum dedicati alle persone con la mia stessa dipendenza. Per questo motivo, non appena ho iniziato a leggere sempre più frequentemente di questi nuovi ZE3000 SV di Final (un'azienda che dalle nostre parti non è molto nota a livello mainstream), che teoricamente dovrebbero essere perfetti per riprodurre audio ad alta risoluzione, avere un ANC ottimo e offrire una modalità gaming a bassa latenza, mi sono subito chiesto: "Saranno quelli giusti? O dovrò cambiarli di nuovo tra tre mesi?".
I motivi per avere molti dubbi, d'altronde, c'erano tutti: prezzo relativamente basso (99€ in Italia) e una scheda tecnica che farebbe impallidire alcuni dei migliori, e più costosi, auricolari wireless presenti sul mercato. La curiosità, però, era troppa e così, dopo essere riuscito a reperire un paio di Final ZE3000 SV (che vi anticipo già che in Italia non sono ancora disponibili su Amazon ma potete trovarli tramite alcuni rivenditori specializzati), ho iniziato a spenderci del tempo insieme con, onestamente, poche aspettative… ma come spesso accade, la mia esperienza è stata completamente diversa da quello che pensavo.
Comodità e prime impressioni
La confezione mi ha accolto con sensazioni contrastanti: una scatola molto basilare con all'interno il classico astuccio per ricaricare gli auricolari. Niente di lussuoso, per carità, ma una minimale cura nei dettagli si è fatta sentire già nel peso leggerissimo del case e da alcune rifiniture di quest'ultimo. Il design, a prima vista, mi ha indubbiamente colpito: sobrio, compatto, leggerissimo e con quella texture Shibo che personalmente adoro. È una finitura molto basilare ma riesce a conferire un tocco premium e a garantire un minimo di grip al case per evitare di farlo scivolare fra le mani come una saponetta. A essere del tutto onesto, quella estrema leggerezza inizialmente mi ha restituito una sensazione da "prodotto cheap", vuoi anche per l'abitudine a prodotti con prezzo premium molto più pesanti, ma non appena li ho indossati mi sono subito ricreduto.
La prima cosa che faccio quando provo un paio di auricolari nuovi è semplice: li indosso e provo a dimenticarmene. Se non sento alcun fastidio e l'audio che viene riprodotto non mi fa storcere il naso per qualche dettaglio nella asta sonora che non mi convince, allora gli dedico più tempo per approfondirne le varie caratteristiche. Con i ZE3000 SV questo primo processo è stato sorprendentemente facile. La forma arrotondata, senza stelo, si adatta perfettamente alla mia conca auricolare, senza forzature e senza quella fastidiosa sensazione di pressione che alcuni modelli mi hanno restituito. Sono progettati per una vestibilità poco profonda, eppure riescono a restare stabili anche quando si cammina velocemente o si muove la testa rapidamente e improvvisamente. Non male, considerando che ho delle orecchie molto pretenziose sotto questo aspetto.
Una piccola nota che ho apprezzato tantissimo? Il design “easy-catch” della custodia: tirare fuori gli auricolari è semplice e immediato... e se vi sembra un'ovvietà sappiate che moltissimi produttori la fuori pensano prima a un design attraente rispetto alla comodità nell'utilizzo quotidiano.
La tecnologia c’è (anche se già vista altrove)
Dal punto di vista tecnico, i ZE3000 SV sono piuttosto ben equipaggiati. Supportano LDAC, quindi qualità audio superiore via Bluetooth se avete un dispositivo compatibile; utilizzano il protocollo Bluetooth 5.3, che garantisce connessioni stabili ed efficienti; presentano la cancellazione attiva del rumore e come vezzi aggiungono una modalità gaming a bassa latenza e la connessione multipoint, tutto gestibili tramite l'app Final Connect (disponibile su Android e iOS).
A proposito dell’app, è minimale e con lo stretto indispensabile: quattro modalità ANC (Spento, Attivo, Riduzione del Vento, Ambiente), un equalizzatore a 7 bande (averlo a 10 sembra davvero impossibile), la possibilità di attivare o meno il gaming mode (che vi anticipo già che non migliora drasticamente l'input lag e non risulta un "game changer") e la multipoint connection (che funziona discretamente bene ma presenta comunque una risposta più lenta rispetto a quanto offerto da altri produttori). Essenziale, ma funzionale.
Ma come suonano?
È qui che la magia (o la disillusione, a seconda del punto di vista) comincia. Le ZE3000 SV offrono un suono ricco e corposo, soprattutto sui bassi. Non aspettatevi un’esplosione di subwoofer nelle orecchie (aggiungerei anche per fortuna) ma quando un brano lo richiede, il sub-bass sa farsi sentire. Ascoltando “Time” dei Pink Floyd, ad esempio, i colpi profondi della cassa arrivano con una bella presenza, senza diventare mai invadenti. Passando a qualcosa di più moderno, come The Weeknd, i mediobassi sono presenti, corposi ma non sfondano mai il mix, né impastano il suono.
I medi inferiori sono pieni, leggermente accentuati, e danno una bella continuità fra le frequenze. Le voci, che siano baritonali o acute, risultano sempre naturali e in primo piano. Mi ha colpito soprattutto la loro capacità di restare dettagliate senza diventare mai pungenti. Ho ascoltato “Hallelujah” nella versione di Jeff Buckley, e la resa era pulita, calda, coinvolgente, indubbiamente sorprendente per degli auricolari venduti a questo prezzo.
E poi ci sono gli alti. Nitidi, affilati ma mai affaticanti o distorti. Insomma degli auricolari che riescono a offrire quel giusto equilibrio tra brillantezza e comfort, permettendo sessioni di ascolto lunghe e prive di fastidi. Non sono auricolari “da audiofilo” (anche perché associare questo termine a degli auricolari bluetooth è sempre molto rischioso), chiariamolo, ma nemmeno da "cestone del supermercato". Sono perfetti per abbracciare chi cerca un ascolto quotidiano di qualità, con un prezzo realmente molto competitivo e che, in termini di qualità del suono, hanno davvero pochi concorrenti sul mercato in questa fascia di prezzo.
ANC, autonomia e… qualche inciampo
La cancellazione attiva del rumore è nella media per questa fascia di prezzo. Funziona bene con i rumori a bassa frequenza: motori, condizionatori, il brusio della città, ma non aspettatevi miracoli nei caffè rumorosi o con del vociare rumoroso attorno, ma la modalità "Riduzione del vento" è una vera chicca, visto che riesce realisticamente a tagliare ogni tipologia di fruscio nei momenti davvero ventosi (o se attaccate l'orecchio a un ventilatore a colonna alla massima potenza). La modalità ambiente, invece, fa il suo ma rimane spanne al di sotto dei concorrenti più rinomati sotto questo aspetto, restituendo un'artificiosità difficile da ignorare.
L’autonomia è buona: 7 ore con una sola carica, che diventano 28 con la custodia, anche con l’ANC attivo. Non è la migliore durata che abbia mai visto, ma è abbastanza per arrivare tranquilli a fine giornata. La connessione, invece, inciampa di tanto in tanto. Connessi a una sola fonte gli ZE3000 SV sono sempre stabili e non mostrano alcun cedimento o interruzione del suono, ma non appena si comincia ad associarlo a due dispositivi, ogni tanto si accusa qualche disconnessione, come se gli auricolari stessero cercando di connettersi all'altra fonte anche se lontana e non disponibile.
Infine, un peccato che non si possano personalizzare i controlli touch. È una piccolezza, è vero, ma rimane una mancanza che, almeno per me, si è fatta sentire.
Il caso dei Ceramics X
La parte più curiosa della mia esperienza con gli ZE3000 SV è stato il leggere online che in realtà parrebbero una "reskin"di un altro modello, di un altro marchio, venduto a un prezzo decisamente inferiore. Sto parlando dei Roseselsa Ceramics X: esteticamente e funzionalmente quasi identici ma con un costo che oscilla tra i 30 e i 40 dollari (e praticamente irreperibili in Italia se non si passa per AliExpress).
Stessa forma, stessa custodia, stesso supporto LDAC, stessa app (anche se con qualche variazione). L’unica vera differenza visibile? Il LED sulla custodia (verde sui Ceramics, bianco sui Final) e una piccola sezione tagliata sul frontale degli ZE3000 SV.
Internamente, però, ci sono molte più differenze di quelle che sembrano. Per quanto utilizzino entrambi un driver da 10mm dinamico, chi li ha potuti provare entrambi parla di una pasta sonora molto differente (meno pulita e limpida) e di un ANC meno performante nei Roseselsa Ceramics X. Un paio di differenze che giustificherebbero la differenza di prezzo, ma rimane comunque peculiare come stuazione visto che, almeno esteticamente, si tratta praticamente dello stesso prodotto.
In conclusione: ne vale la pena?
Senza troppi giri di parole: i Final ZE3000 SV sono degli ottimi auricolari. Hanno un buon suono, un design comodo, una custodia pratica, e un’app funzionale. Ma viviamo in un mondo in cui esistono alternative quasi identiche a prezzi molto simili, motivo per il quale potrebbero passare in sordina in favore di marche più note al pubblico di massa. Per carità non sono perfetti, basti pensare all'autonomia non eccelsa e al multipoint ballerino, ma compiono il loro lavoro molto meglio di tanti altri competitor nella stessa fascia di prezzo. Ovvio, però, che se non siete alla ricerca di quella specifica pasta sonora cristallina, bilanciata e che non eccede in nessuna frequenza, i compromessi richiesti dalle Final potrebbero risultare eccessivi per voi. Personalmente? Dopo una serie di dubbi prima di riceverli, alla fine mi ci sono affezionato e continuo a usarli ogni giorno… vedremo se fra tre mesi sarà ancora così.