Un appassionato di tecnologia ha recentemente dimostrato fino a che punto sia possibile comprimere un sistema operativo Windows, riducendo Windows 7 a dimensioni quasi impensabili. L'utente di X @XenoPanther ha infatti creato una versione del sistema operativo Microsoft che occupa appena 69 megabyte, una cifra che fa impallidire qualsiasi installazione moderna di Windows. Si tratta di un esperimento estremo che solleva interrogativi interessanti sull'effettiva necessità dell'enorme spazio richiesto dalle versioni contemporanee del software.
Naturalmente, questa versione ultra-compressa non rappresenta un sistema operativo utilizzabile nella pratica quotidiana. Lo stesso @XenoPanther ha chiarito che il progetto è nato più come sfida personale che come soluzione pratica, sottolineando come "praticamente nulla può funzionare a causa della mancanza di file critici come le finestre di dialogo comuni e i controlli standard". L'installazione può avviarsi, ma gli utenti dovrebbero fornire autonomamente i file di sistema necessari per eseguire anche i programmi più basilari.
Questo esperimento riporta alla mente un'epoca in cui la filosofia dominante nel mondo della tecnologia consumer era orientata alla miniaturizzazione, al principio che meno significasse più. Eppure quella tendenza si scontrò presto con i limiti della praticità: dispositivi troppo piccoli finivano semplicemente per essere smarriti con facilità. Oggi il problema si è invertito, con installazioni di Windows che occupano decine di gigabyte e lasciano molti utenti a chiedersi se tutta quella mole di dati sia davvero necessaria.
La questione della dimensione dei sistemi operativi diventa particolarmente rilevante per chi possiede macchine datate o con specifiche tecniche limitate. Per coloro che non sono ancora pronti ad abbandonare un computer con Windows 10 che non soddisfa i requisiti del nuovo sistema operativo, esistono alternative interessanti. Strumenti gratuiti come Rufus permettono di aggirare molte delle complicazioni legate all'installazione di Windows 11 (acquistabile qui), e possono persino facilitare il passaggio a distribuzioni Linux.
Proprio il mondo Linux rappresenta una via d'uscita sempre più considerata dagli utenti frustrati dalle politiche Microsoft. Chi attende l'arrivo di SteamOS per il proprio PC può trovare ispirazione nelle esperienze con Bazzite, una distribuzione pensata per il gaming su desktop. Tuttavia, è importante riconoscere che Linux non rappresenta la soluzione universale per tutti: la curva di apprendimento può risultare ripida e non tutti gli utenti sono disposti ad affrontarla, come dimostrano diverse esperienze sul campo.
Con il supporto continuativo per Windows 10 che arriva accompagnato da condizioni sempre più stringenti, molti utenti si trovano a un bivio. L'esperimento di @XenoPanther, per quanto impraticabile nella sua forma attuale, evidenzia una contraddizione fondamentale: mentre gli sviluppatori amatoriali riescono a far funzionare sistemi operativi in spazi microscopici, le versioni commerciali continuano a espandersi senza apparente freno. Questo divario solleva domande legittime sull'efficienza del codice e sulle reali necessità degli utenti rispetto alle scelte dei produttori di software.