Gli SSD da 256TB potrebbero arrivare presto e costare "poco"

SSD così capienti tra meno di due anni sembrano un sogno, ma una nuova tecnologia potrebbe renderli possibili e anche economici.

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a cura di Marco Pedrani

Managing Editor

Il nuovo controller ScaleFlux SFX 5016, offre diversi miglioramenti rispetto al modello precedente, tra cui il passaggio all'interfaccia PCIe 5.0, ma c'è una novità che ruba la scena a tutte le altre: la capacità di supportare fino a 256TB di archiviazione. JB Baker, vicepresidente presso ScaleFlux, ha espresso ottimismo riguardo alla realizzazione di SSD con tale capacità, anticipando che potrebbero anche arrivare prima del previsto.

Raggiungere una capacità di 256TB rappresenta una sfida non indifferente per i produttori di SSD, principalmente a causa di diversi fattori limitanti. Tra questi, le dimensioni fisiche e il formato dell'SSD giocano un ruolo cruciale, in quanto determinano il numero di componenti NAND che possono essere ospitati. Inoltre, la densità di questi componenti influisce sulla capacità di storage complessiva.

Un SSD da 3.84TB può archiviare dati comprimibili 2:1 per una capacità effettiva di 7.68TB

Un altro fattore limitante è la capacità del controller di gestire e controllare efficacemente un certo numero di chip NAND. Inoltre, gli SSD utilizzano una "mappa logico-fisica" per tracciare ogni byte di dati memorizzati, tipicamente su DRAM, per garantire prestazioni consistenti, soprattutto in ambito enterprise. La quantità di DRAM che può essere integrata nell'unità può, pertanto, limitare ulteriormente la capacità massima dell'unità di archiviazione.

Nonostante queste sfide, Baker prevede che potremmo vedere sul mercato unità con una capacità fisica di 256TB non prima del 2026, con un costo stimato intorno ai 25.000 dollari ciascuna. Tuttavia, esiste già una soluzione più accessibile e più vicina: Baker suggerisce che un'unità capace di offrire una capacità effettiva di 256TB attraverso la compressione dei dati potrebbe essere disponibile già entro il 2025, a una frazione del costo.

Per raggiungere l'obiettivo si dovrebbe usare la compressione trasparente, una funzione inclusa nel controller SFX 5016. Si tratta di uno stratagemma derivato dalla tecnologia di archiviazione su nastro, che permette agli SSD di memorizzare più dati rispetto alla loro capacità fisica, comprimendoli. Baker spiega che "un SSD da 3.84TB può archiviare dati comprimibili 2:1 per una capacità effettiva di 7.68TB"; i fornitori di array di storage promuovono la capacità TBe (Terabyte effettivi), basata sul raggiungimento di un certo rapporto di compressione dei dati.

Se le previsioni di Baker si riveleranno esatte, è possibile che inizieremo a vedere i primi SSD da 256TB già verso la fine del prossimo anno, segnando un notevole progresso nel campo dell'archiviazione dei dati. Inutile dire che, purtroppo, si tratta di una soluzione per il mondo enterprise, che difficilmente verrà replicata (ovviamente in scala minore) anche nel settore consumer.