Il mercato dei processori per PC sta vivendo una fase di profonda trasformazione, con nuovi attori che emergono dal panorama tecnologico cinese. Hygon, produttore di chip ancora poco noto fuori dalla Cina, ha recentemente dimostrato di poter competere con i colossi del settore attraverso il suo processore C86-4G, un chip a 16 core che nei test multi-thread riesce a tenere testa ai processori Intel Core i7 di tredicesima e quattordicesima generazione. Il debutto commerciale è avvenuto con il Thunderobot Black Warrior Hunter Pro, presentato come il primo PC da gaming cinese equipaggiato con una CPU di produzione domestica, segnando un momento significativo per l'industria tecnologica del paese asiatico.
Il C86-4G (designazione OPN 3490) rappresenta un caso particolare nell'evoluzione dei processori cinesi. Con la sua configurazione a 16 core e 32 thread, accompagnata da 32MB di cache L3, il chip presenta specifiche che ricordano immediatamente l'architettura Zen di AMD. Non si tratta di una coincidenza: Hygon ha infatti ottenuto anni fa la licenza per utilizzare la proprietà intellettuale Zen attraverso una joint venture con AMD, prima che le restrizioni commerciali statunitensi complicassero questo tipo di collaborazioni tecnologiche.
La genealogia del processore solleva interrogativi interessanti sulla sua effettiva natura. Nonostante la roadmap ufficiale di Hygon dichiari che il C86-4G utilizzi una "nuova microarchitettura sviluppata internamente", le caratteristiche tecniche e le prestazioni suggeriscono fortemente l'utilizzo di core basati sull'architettura Zen di prima generazione. Il processore opera a una frequenza di clock di 2,8 GHz, sensibilmente inferiore rispetto ai processori Zen originali di AMD, un fattore che influisce negativamente sulle prestazioni in single-thread ma che potrebbe essere giustificato da considerazioni sul consumo energetico e sulla stabilità.
I risultati dei benchmark pubblicati su Weixin offrono uno spaccato delle capacità reali del chip cinese. Utilizzando lo SPEC CPU 2006, un framework di test ormai datato ma ancora utilizzato in alcuni contesti industriali, il C86-4G ha mostrato prestazioni variabili. Nel single-thread, il divario con la concorrenza Intel è evidente: il processore di Hygon risulta fino al 33% meno performante rispetto al Core i7-12700, riflettendo i limiti dell'architettura più datata e della frequenza operativa inferiore.
La situazione si capovolge quando si passa ai carichi di lavoro multi-thread, dove il vantaggio numerico dei core fisici P-core diventa determinante. Mentre il Core i7-12700 dispone di soli 8 performance core affiancati da 4 efficiency core, e il Core i7-13700 mantiene la stessa configurazione, il C86-4G può contare su 16 core completi. Questo si traduce in un vantaggio prestazionale sostanziale nei test SPEC CPU 2006 multi-threaded, con margini che arrivano fino al 22% nel calcolo integer rispetto al Core i7-13700 e persino un leggero vantaggio del 4% rispetto al Core i7-14700 nello stesso scenario.
Il benchmark V-Ray, più recente e rilevante per applicazioni di rendering professionale, conferma la competitività del processore Hygon negli scenari multi-core. Con un punteggio di 17.640 punti, il C86-4G si posiziona il 29% sopra il Core i7-12700 e il 7% sopra il Core i7-13700. Tuttavia, quando si confronta con il Core i7-14700K, che raggiunge 22.532 punti, il chip cinese accusa un distacco del 22%, evidenziando come le architetture più recenti di Intel mantengano un vantaggio complessivo quando frequenze e IPC (istruzioni per ciclo) vengono ottimizzati.
Sul fronte gaming, le informazioni rimangono vaghe e poco verificabili. Il post originale su Weixin afferma che il C86-4G è in grado di eseguire titoli come Valorant e Black Myth: Wukong, ma non sono stati forniti benchmark, framerate o prove concrete delle prestazioni effettive. Questa lacuna informativa è significativa, considerando che le prestazioni nei videogiochi dipendono pesantemente dal single-thread e dall'efficienza IPC, aree dove il processore Hygon ha dimostrato le maggiori debolezze.
Un aspetto cruciale del Thunderobot Black Warrior Hunter Pro riguarda la scelta della GPU. Nonostante l'enfasi sulla produzione domestica del processore, il sistema continua a utilizzare una scheda grafica NVIDIA GeForce RTX. Questa scelta evidenzia il divario tecnologico ancora esistente tra le GPU cinesi e quelle dei leader di mercato come NVIDIA, AMD e Intel. Le schede grafiche di produzione cinese hanno fatto progressi negli ultimi anni, ma rimangono competitive principalmente in segmenti di fascia bassa e applicazioni professionali specializzate, non certo nel gaming ad alte prestazioni.
Il lancio del Black Warrior Hunter Pro rappresenta più un successo simbolico che una svolta tecnologica concreta. Per Hygon, dimostra la capacità di produrre processori utilizzabili in contesti consumer ad alte prestazioni, un traguardo non banale considerando le restrizioni tecnologiche e commerciali che l'industria cinese dei semiconduttori deve affrontare. Per Thunderobot, significa visibilità mediatica come pioniere dei PC da gaming "Made in China", anche se la definizione rimane parziale vista la dipendenza da componenti stranieri per GPU, memoria e altri elementi critici.
La questione della microarchitettura "sviluppata internamente" rimane aperta e solleva interrogativi più ampi sulla direzione futura di Hygon. Se il C86-4G si basa effettivamente su Zen di prima generazione, le prospettive di competere con le architetture moderne come Zen 4 o Zen 5 di AMD, o le generazioni successive di Intel, dipenderanno dalla capacità dell'azienda di evolvere autonomamente il design o di accedere a nuove licenze tecnologiche. Le tensioni geopolitiche e le restrizioni all'esportazione di tecnologie avanzate verso la Cina rendono questo percorso particolarmente complesso, spingendo i produttori cinesi verso soluzioni di sviluppo indipendente che richiedono investimenti massicci e tempi lunghi.